C.

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Colloportus.

Potter ha evidentemente pensato che il mio ultimo primo giorno di scuola dovesse essere inaugurato nel modo migliore possibile, dal momento che mi ha costretta a una maratona interminabile per tutta la Torre Grifondoro. Mi ha concesso venti secondi di vantaggio, questo devo riconoscerglielo, se non fosse che in totale l'inseguimento è durato appena due minuti. Ripeto, due minuti.

Ha schivato con un'abilità impressionante tutte le fatture Gambemolli da me scagliate, mi ha raggiunta, placcata e si è ripreso quel suo dannato Boccino d'Oro in un tempo record. Indubbiamente gli allenamenti di Quidditch gli sono serviti a qualcosa, oppure davvero l'attaccamento viscerale nei confronti di quell'affarino dorato supera qualunque altro sentimento o stanchezza fisica. Sono comunque più propensa per la seconda opzione.

«Allora Lily, com'è andata la prima notte al Castello senza le tue meravigliose amiche?»

Sorrido in automatico non appena sento la voce di Alice, sollevando lo sguardo dal mio libro di Pozioni e staccando la schiena dalla parete della Sala Comune vicino alla quale le stavo aspettando.

«Di quali meravigliose amiche staresti parlando?» domando beffardamente, sfoderando un mezzo ghigno divertito e facendo scorrere l'indice tra le pagine del volume per non perdere il segno.

«Solo di me, naturalmente. Che poi sarei la tua preferita.»

«Non dirlo neanche per scherzo, Marlene. Sappiamo tutti che non c'è competizione.»

«E, di grazia, cosa te lo fa pensare?»

Marlene adesso assottiglia gli occhi e lancia ad Alice uno sguardo di fuoco, mentre io scuoto la testa divertita.

«Se dico che siete entrambe le mie preferite la fate finita?»

«Saggia decisione.»

Continuiamo a parlare di quanto sia traumatizzante svegliarsi così presto dopo un'intera estate trascorsa a non fare nulla durante tutto il tragitto che ci separa dalla Sala Grande, pronte a cominciare il nostro effettivo primo giorno di lezione.

La notte appena trascorsa è stata decisamente interminabile. Sono riuscita a prendere sonno solo tardi e la mia fedele sveglia è suonata ancora prima che potessi rendermi conto di essermi effettivamente addormentata. Ero piena di pensieri, di dubbi e incertezze, non solo riguardanti quello che sarà il mio ultimo anno scolastico qui a Hogwarts.

In principio, le parole di Potter di ieri sera mi hanno turbata e non poco. Perché sì, è stato proprio lui a richiedere tra noi due una sorta di tregua. Tregua. Il mio interrogativo, sostanzialmente, è uno solo: sarà vero? Potter sarà veramente diventato più maturo come sembra volermi far credere, oppure le sue sono solo finzioni per farmi abbassare la guardia e potermi, in questo modo, infliggere un ennesimo colpo basso?

Sebbene questo sia un argomento che mi inquieta parecchio, la mia mente è stata occupata anche da altri pensieri non di poco conto, talmente asfissianti da farmi girare e rigirare nel letto in preda allo sconforto.

Temo il mondo che mi aspetta là fuori, l'idea di crescere, di affrontare a spada tratta quegli ostacoli che, come so per certo, mi accompagneranno ancora a lungo. Ma soprattutto ho paura di doverlo fare da sola, ed è un pensiero così scioccamente infantile che fatico persino ad ammetterlo a me stessa.

Sono io quella ragazza che urla al mondo di non aver bisogno di niente e di nessuno, di bastarsi da sé, di essere forte abbastanza da poter difendere la sua famiglia contro ogni minaccia. Ma sono sempre io quella che la notte, quando è da sola e di distrazioni non ne ha più, si ritrova a fissare il soffitto con le lacrime agli occhi e il bisogno di urlare.

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