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Tutto ritorna.

Serro i palmi delle mani intorno al legno perfettamente liscio e lucido della mia Nimbus, sentendo l'adrenalina scorrere direttamente dal mio corpo al manico e viceversa. Un sospiro profondo, poi un altro. Mi passo una mano tra i capelli con un gesto meccanico e per niente studiato, riflettendo sul fatto che il vento gelido di metà febbraio li renderà ancora più scompigliati di quanto già non siano.

«Va bene, siamo arrivati apparentemente alla nostra ultima partita insieme qui a Hogwarts.» dico, ostentando una voce ferma e salendo su una delle panche dello spogliatoio.

Sei paia di occhi mi scrutano con attenzione, rivelando quella stessa tensione che percepisco con ogni fibra del mio essere. Tutti tacciono.

«Lo so che vi sareste aspettati un discorso lungo e profondo da parte mia, ma la verità è che sono talmente carico che non mi vengono le parole giuste.» ammetto senza mezzi termini. «L'agitazione adesso è comprensibile, lo sappiamo tutti: i Serpeverde sono forse gli avversari più temibili di quest'anno. Ma non dimentichiamoci del nostro sforzo, della nostra grinta e di tutto il lavoro fatto fino ad adesso.»

Non credo di aver mai sentito tutto questo silenzio da parte della mia squadra, ma sono immensamente grato del fatto che appaiano ai miei occhi così concentrati e determinati.

«Corvonero non è affatto un pericolo per noi, dal momento che ha perso tutte e tre le partite giocate. Tassorosso si ritrova con una vittoria e due sconfitte, mentre Serpeverde...due vittorie, esattamente come noi.» elenco a memoria la classifica che ho studiato ininterrottamente per giorni e notti. «Quella di oggi sarà sostanzialmente la partita decisiva: chi vincerà avrà la gloria, non c'è dubbio su questo. Ma volete sapere una cosa? Io ho un'altra certezza assoluta.» Faccio una breve pausa, fissando tutti i componenti della mia squadra negli occhi. «Ed è che quella maledetta Coppa saremo noi ad alzarla.»

Un boato spezza tutto il silenzio religioso di prima, facendo esplodere lo spogliatoio in un marasma di Grifondoro esaltati e sufficientemente euforici. Sorrido, pensando a come sia possibile che sei persone producano un baccano simile, ma poi Frank mi prende sulle spalle e allora mi ritrovo a ridere, contagiato dal festeggiamento generale.

Una persona qualunque si domanderebbe se sia normale essere così contenti prima ancora che sia cominciata la partita, al termine della quale potremmo anzi aver perso e ceduto le celebrazioni a quei dannati Serpeverde. Ma la vera risposta è che la sconfitta non fa parte del nostro vocabolario e oggi, su quel campo, dimostreremo una volta per tutte quanto i Grifondoro sappiano essere a tutti gli effetti imbattibili.

***

«Lily! Oh Merlino, finalmente ce l'hai fatta ad arrivare!»

Alzo la testa di poco, quanto basta per scorgere le figure di Alice e Mary che, da un punto poco distante delle tribune, si sbracciano per farsi notare dalla sottoscritta. Salgo rapidamente gli ultimi gradini che mi separano da loro, scavalcando una fila intera di Grifondoro trepidanti e sedendomi esattamente a metà, con Remus e Peter una fila sopra di noi.

«Scusate ragazzi, ho avuto un piccolissimo contrattempo con Sirius.» spiego con un sorriso di scuse.

La verità è che non riesco a fare a meno di esternare il mio buonumore da quando sono uscita da quell'aula perché, volente o nolente, Sirius è riuscito per davvero a dissipare ogni mia incertezza. E adesso mi sento una nuova Lily, rigenerata, sicura di me e per niente spaventata dai sentimenti che provo.

«Sirius?» mi domanda Remus, inarcando un sopracciglio.

Annuisco ancora. «Una breve chiacchierata...illuminante, diciamo così.»

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