N.

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Natale a Hogwarts.

Sono passati quasi due mesi dall'intensa chiacchierata fatta con Remus sulla riva del Lago Nero, ma in questo arco di tempo ogni cosa sembra essersi completamente trasformata. Sono entrata una volta per tutte nell'ottica che questo sarà per davvero il mio ultimo anno qui, nella mia seconda casa, ed è per questo che ho intenzione di godermelo davvero fino in fondo.

Ecco che allora molto spesso mi capita di accantonare il mio lato da perfetta Caposcuola per fare invece delle scappatelle notturne con Alice nell'esclusivo bagno dei Prefetti, per saltare senza pensarci troppo a lungo qualche noiosa ora di Storia della Magia e accompagnare Marlene nel campo da Quidditch a fare due tiri in porta, oppure per escogitare insieme a Mary qualche trucchetto che ci consenta di eludere la sorveglianza di Gazza e portare al Castello quante più bottiglie di Firewhiskey possibili. Bottiglie che, neanche a dirlo, vanno decisamente a ruba in occasione di tutte le feste che ormai sono io stessa a voler organizzare nella nostra Sala Comune.

Peter a quanto pare ha smesso di avere paura di me, dunque non è raro fare insieme a lui la strada di ritorno dalla classe di Babbanologia per fermarci nelle Cucine a prendere un paio di quei muffin al cioccolato di cui andiamo entrambi letteralmente pazzi. Frank ed io trascorriamo ore intere in Biblioteca a studiare insieme - nonostante io adori semplicemente anche solo sentirlo parlare di qualcosa che lo affascina tanto, proprio come Erbologia - e da poco si è unita a noi anche Emmeline Vance, un tesoro di ragazza che sto imparando a conoscere sempre di più, soprattutto grazie a Remus.

E poi c'è Sirius, con cui ho stretto un legame inaspettatamente sincero fatto di ironia, battute sarcastiche, prese in giro e sorrisi eloquenti. Lo sento spesso dire che sono diventata precisamente come quella sorellina insopportabile che non ha mai avuto e che mai avrebbe voluto avere, ma è anche vero che ho imparato a leggere tra le righe dei suoi comportamenti e non mi è difficile scorgere da parte sua un affetto rarissimo, che sono sicura riservi a poche persone e per cui non posso che ritenermi estremamente fortunata.

La vera novità delle ultime settimane, comunque, è tutt'altra.

Ero già ampiamente consapevole del fatto che il rapporto con James stesse cambiando radicalmente, perché si è trattato di un processo piuttosto lento - piccoli passi fatti da entrambi quasi timidamente, come se temessimo che tutto quello che avevamo costruito a fatica potesse crollare una volta per tutte - ed è cominciato all'incirca l'anno scorso.

Comprendere che convivere civilmente con lui non era un'utopia, cominciare a ridere anche per merito suo, trovarmi bene insieme a lui, prenderlo in giro, pensare che i discorsi affrontati insieme fossero così intensi da lasciarmi spiazzata: sono tutte conquiste fatte durante il nostro sesto anno e che, per quanto sconvolgenti, mi hanno permesso di capire che si può - si deve - cambiare opinione su qualcuno, se finalmente entrambi cessate di mostrare solo il lato peggiore di voi stessi.

Certo, forse non avrei mai pensato che la situazione con lui potesse prendere questa piega.

Quale piega, poi, è difficile da spiegare. È difficile perché è indefinito ed è per questo così dannatamente bello da farmi vivere con il sorriso praticamente appiccicato sulle labbra. Mi piace svegliarmi e trovarlo sul divano della Sala Comune intento ad annodarsi la cravatta, mentre confessa di avermi aspettata per scendere insieme a colazione. Mi piace svegliarlo io stessa irrompendo violentemente nella sua stanza e tirandogli un cuscino in faccia, ben sapendo che ne pagherò le conseguenze e che queste non saranno altro che il solletico, che James sa essere il mio punto debole.

Mi piace il modo in cui sbadiglia e quello in cui getta la testa all'indietro quando ride, mi piace il suo taglio degli occhi quando ci punzecchiamo a vicenda e deve trovare qualche battuta sarcastica per rispondere rapidamente alle mie. Mi piace il modo in cui il suo sguardo si accende quando mi comunica l'ultima formazione da lui pensata per la squadra di Grifondoro, mi piace il modo in cui aiuta i ragazzi del primo anno che ancora si perdono per il Castello, mi piace l'istinto di protezione che ha con tutte le persone che gli sono più vicine.

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