P.

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Prongs.

Ogni cosa accade per un motivo e siamo noi stessi gli artefici del nostro destino.

Questa è una delle frasi che mamma mi ha sempre ripetuto fino alla nausea, fin da quando ero bambino, probabilmente addirittura prima ancora che aprissi gli occhi per salutare il mondo per la prima volta in assoluto. Certo, forse un iperattivo James Potter di un paio d'anni non dava molto peso alle sue profonde constatazioni: quando mamma parlava io mi limitavo ad annuire distrattamente, senza staccare lo sguardo dai miei modellini di Tornado e senza prestare particolarmente attenzione a frasi che, per me, erano quasi incomprensibili.

Eppure oggi, all'alba dei miei diciotto anni - non ancora - compiuti, posso dire con certezza di aver compreso pienamente il significato delle sue parole.

Sono diventato l'artefice del mio destino nel momento in cui mi sono reso conto di non avere più voglia di essere uno spettatore passivo dei fatti che mi circondano, ma di essere invece arrivato al punto in cui anche io voglio dare il mio contributo. Sono diventato l'artefice del mio destino quando ho deciso che questa guerra la voglio combattere in prima fila, sebbene io stesso sia un mago Purosangue che, se non si immischiasse, probabilmente non finirebbe nemmeno nel mirino dei Mangiamorte.

E poi sono diventato l'artefice del mio destino quando ho aperto gli occhi per la prima volta nella mia vita e mi sono reso conto di voler combattere non tanto per me, quanto piuttosto per i miei amici e per tutti coloro che per i motivi più svariati sentono il peso di questa guerra direttamente sulle spalle.

E per lei.

Che Lily Evans sia spesso stata il motore delle mie azioni è cosa nota a tutti, perché per molti anni gran parte dei miei comportamenti sono stati influenzati direttamente da lei, ma non avrei mai pensato che quella ragazza che ho rincorso quasi per gioco per circa sette anni potesse essere determinante persino per le scelte riguardanti il mio futuro. O forse in un certo senso l'ho sempre saputo, perché quando immaginavo la mia vita a distanza di qualche anno mi risultava sempre estremamente difficile cancellare Lily e pensare che potesse esistere un futuro senza di lei.

Se combatto è per proteggerla e perché provo qualcosa di molto forte, come dice Fabian. Ma non solo. Se combatto è perché il pensiero di garantirle una vita leggera e un futuro senza guerre di mezzo mi riempie di adrenalina e mi convince del fatto che non sono solo l'artefice del mio destino, ma che in un certo senso posso rendere migliore anche il suo.

«Tollero questa tua faccia estremamente concentrata solo se mi dici che stai pensando al modo peggiore per rompere il vetro della Sala Comune dei Serpeverde e farli annegare tutti.»

La voce di Sirius mi riporta bruscamente alla realtà, così mi ritrovo a sbattere le palpebre per mettere a fuoco quello che ho intorno.

«Te l'ho già detto il mio parere. Dovremmo usare le ventose sui tentacoli della Piovra Gigante e attaccarle al vetro.» rispondo con un ghigno, aprendo e chiudendo le cesoie con un colpo secco. «E tirare, tirare più forte che possiamo.»

«Sai anche tu che questo piano non può funzionare.» ribatte lui con aria svogliata. «Andiamo, è da troppo tempo che non li rimettiamo a posto con uno scherzo degno di noi.»

«Quando dici così è perché hai già in mente qualcosa.»

«L'ora di Erbologia mi ha ispirato.» dichiara Sirius con un sorriso estremamente furbo e una scrollata di spalle. «Pensavo solo che potremmo tagliare alcune foglie di questa...questa roba, ecco, e portarcele in dormitorio. A qualcosa serviranno.»

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