Capitolo 10

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Quando mi sveglio, sento i capelli tirare. Solo poco dopo ricordo di aver lasciato l'acconciatura che avevo ieri, anche la notte, forse avevo troppo sonno per togliere quella complicatissima treccia.

Mi alzo, ma allo specchio non vedo la solita ragazza triste, che odia vivere la giornata, vedo una ragazza piena di allegria, che vuole solamente divertirsi, uscire con gli amici e avere il suo ragazzo. No, ho sbagliato tutto, che vuole solamente diertirsi, uscire con gli amici e avere un migliore amico al suo fianco. No, ho sbagiato ancora. Non capisco cosa siamo, una coppia? Un'amicizia speciale? O non siamo nulla? Non capisco, è troppo difficile decifrare cosa siamo.

Dopo aver finito di pensare alla mia ''relazione con Lorenzo'' sostituisco il mio pigiama con una canotta azzurra e dei comuni pantaloncini di jeans. Una comune ragazza in una comune mattinata. Quando scendo c'è solo papà che guarda la tv, per precisare scorre i canali, troppo velocemente per vedere il programma che c'è su ognuno.

''Buongiorno'' dico, seguito da un sbadiglio.

''Buongiorno'' ripete.

''Dov'è la mamma?'' non l'ho sentita uscire, credo che il mio sonno fosse troppo profondo per sentire il rumore della porta di ingresso.

''Oh, non lo sai? Aveva preso un appuntamento per tagliare i capelli il giorno del tuo compleanno, ma hanno spostato il suo taglio per oggi a causa di problemi nel locale'' risponde.

'Ah, va bene''

Mi precipito in cucina, per fare colazione, quando sento qualcuno entrare dalla porta.

''Ehi'' dico a mia mamma mentre entra.

''Ciao, come sto?'' mi domanda, assumendo una posizione strana..

''Bene bene'' dico afrettata, perchè ho un assurdo bisogno di mangiare. Mi preparo una tazza di yogurt e biscotti. Finalmente salgo in camera mia e guardo le notifiche sul telefono.

Buongiorno principessa, come stai? Spero bene..Volevo dirti con questo messaggio che sei la mia vita, anche se non siamo assieme, credo che dovremmo uscire, anche se per tutti siamo una coppia. Ti amo Diletta.

Quando finisco di rileggerlo ancora, ancora e ancora, mi accorgo di aver pianto il Nilo. Mi vesto: metto i jeans neri e un top viola con le vans. Aggiusto la treccia e mi dirigo da Lorenzo. Appena arrivo, nessuno viene ad aprirmi la porta. Alla fine decido di andarmene, finché non vedo Gaia ad aprire il portone della casa dove doveva esserci la mia vita.

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