Five

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Justin aveva appena detto che il nostro era un appuntamento o mi ero immaginata tutto?

Rimasi immobile senza respirare, ripercorrendo mentalmente gli ultimi secondi della mia vita. okkey, probabilmente stavo impazzendo e avevo le allucinazioni.

-Come scusa?- domandai con voce strozzata, girandomi di scatto verso di lui che mi guardò soffocando una risata.

-Si, è un appuntamento- ripetè senza riuscire a trattenere un sorriso, che io rimasi ad ammirare con un’espressione da ebete stampata in faccia. Mi morsi il labbro per trattenermi dall’urlare, non so ancora se per la felicità o per la frustrazione.

Quel ragazzo aveva davvero bisogno di rivedere le sue priorità, aveva davvero le idee confuse. Insomma, come puoi odiare una persona al punto che arriveresti all’ucciderla e solo poche ore dopo invitarla fuori per un… appuntamento?

Tuttavia non mi lamentai, mi limitai a distogliere lo sguardo giocando nervosamente con la cintura di sicurezza. Sobbalzai quando mi squillò il cellulare. Lo tirai fuori dalla tasca, irritandomi quando lessi il nome sullo schermo.

“Dan”

Dovevo rispondergli, altrimenti avrebbe mobilitato le forze armate di tutto il paese pur di trovarmi, senza guardare in faccia nessuno. Sospirai, pregando tutte le  divinità esistenti  che mio fratello non si sarebbe insospettito, o che non mi sarei fatta prendere dal panico iniziando a parlare a vanvera.

-Pronto?- risposi in un soffio.

-Sei tornata a casa?- chiese subito, mentre sentivo la risata di Mike in sottofondo.

-Si, sto bene. Dove siete?- domandai curiosa, o forse stavo solo cercando di spostare l’argomento della conversazione su di lui.

-per ora stiamo andando a mangiare una pizza, poi andremo in qualche discoteca, non sappiamo ancora dove…- rispose distrattamente, mentre  imprecava ordinando ad Alan di stare zitto.

-Non fate tardi- mi raccomandai con voce dura.

-Si mamma- scherzò mio fratello ridendo.

Risi nervosamente –No, sul serio- ripetei tornando seria.

-Tranquilla, sarò a casa prima di quanto immagini- mi promise.

Dentro di me pensai che quella era la prima volta in cui speravo che il presto di mio fratello non sarebbe stato davvero così presto.

-Certo, certo- constatai guardando la punta delle mie converse.

-Sei sicura di stare bene? Sembri nervosa- commentò mio fratello.

“non farti prendere dal panico, stai calma El, stai calma” continuai a ripetermi mentalmente quella frase per cinque volte, prima di riuscire a rispondere.

-Alla grande.. ehm, devo andare ciao!- lo salutai attaccando, sperando che mio fratello non se la prendesse, anche se sapevo che sicuramente il giorno dopo mi avrebbe fatto un interrogatorio degno di nota. Pazienza, per ora non dovevo preoccuparmene.

Mi girai per guardare Justin, che teneva lo sguardo fisso duramente, i muscoli tesi. Stringeva talmente forte il volante che le sue nocche erano diventate bianche.

-Tutto ok?- chiesi perplessa guardandolo mentre tentava di mantenere la calma.

-Chi era?- chiese lui invece, ignorando la mia domanda.

Aggrottai la fronte, senza capire per quale motivo gli interessasse tanto –Mio fratello- risposi sinceramente, mentre lui  si girava a guardarmi.

-sa’ che sei qui con me?- chiese con lo stesso tono freddo di prima.

Stava cominciando ad infastidirmi, e anche parecchio –Certo che no- risposi irritata, girandomi dall’altra parte.

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