Thirty-seven

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-Per la centesima volta, sto bene piccola. Smettila di preoccuparti- disse facendomi l’occhiolino mentre camminavamo verso il mio armadietto.

Inserii la combinazione, facendolo aprire con uno scatto.

-Non ti fa male nulla? Neanche un pochino?- domandai nuovamente analizzando i graffi sulle sue braccia scoperte, rabbrividendo.

Lui si passò una mano tra i capelli –Assolutamente no. Mai stato meglio- disse esasperato.

Mi morsi il labbro tentando di stare zitta, senza riuscirci.

-Ma sei sicuro? Se non ti senti bene possiamo chiamare Derek e tornare a casa- insistetti guardandolo con evidente preoccupazione.

Lui alzò gli occhi al cielo per poi mettersi a ridere –Sono serio Ellen, sto bene- ripetè girandosi verso Chris che lo stava insistentemente chiamando con agitazione nella voce.

Osservai l’espressione di Justin mutare rapidamente, mentre i suoi occhi si scurivano e i muscoli si tendevano visibilmente. Sarei caduta se non mi fossi aggrappata a Justin nel momento in cui mi tirò verso di sé, con forza.

-Che succede?- chiesi allarmata, seguendo la direzione del suo sguardo.

Non rispose.

-Justin?- lo chiamai passandogli una mano davanti al viso, facendolo risvegliare.

Si girò verso di me guardandomi inespressivo –Che c’è?- chiese scocciato.

Sospirai –Cosa vi prende?- domandai con un cenno del capo verso lui, Chris e le ragazze, tutti con la stessa espressione.

Justin rimase in silenzio, fissando un punto indefinito davanti a sé.

-Benjamin Olmerstreet, uno dei membri dei Deadly- spiegò velocemente Alex.

-La banda che ci ha attaccato l’altro giorno, quella di Andson?- domandai in preda al panico.

Tutti mi guardarono sorpresi dalla mia reazione forse esagerata ai loro occhi, non a conoscenza della mia  ultima conversazione con quest’ultimo.

Justin annuì –Si- rispose freddamente stringendo le mani in due pugni.

Deglutii rumorosamente distogliendo lo sguardo verso il pavimento.

-Io ho filosofia. Dopo ti devo parlare- disse Justin salutandomi con un rapido cenno del capo.

Annuii –A dopo- mormorai guardandolo sparire nell’aula.

Non capivo per quale motivo avesse cambiato umore così rapidamente, tuttavia cercai di non pensarci mentre entravo nell’aula di storia. Le prime tre ore passarono velocemente e al suono della campanella mi fiondai in cortile cercando Justin con lo sguardo.

Quando lo riconobbi poggiato con la schiena ad un albero, le mani in tasca, mi diressi a passo veloce verso di lui.

-Eccomi- annunciai una volta al suo fianco.

Lui annuì facendomi cenno di seguirlo verso il retro della scuola, e così feci.

Rabbrividii al ricordo dell’ultima volta in cui eri stata lì, quando avevo rivisto mio fratel… Dan.

Strinsi le mani in due pugni, cercando di non pensarci. Quando Justin notò la mia reazione mi tirò verso di sé, prendendo la mia mano nella sua.

Sospirai cercando di tranquillizzarmi, per poi fermarmi quando Justin smise di camminare.

-Allora?- domandai impaziente, spostando il peso da una gamba all’altra.

Lui si inumidì le labbra, mandando tranquillamente i miei ormoni a farsi fottere.

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