Twenty-seven

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Justin

Mi stavo davvero incazzando. Non solo gli stavo facendo l’enorme favore di essere venuto lì, dovevano anche arrivare in ritardo. Nessuno ritardava ai miei incontri, tutti avevano paura di farmi incazzare, ed ora ecco qui Mattew Anderson che pensa di potermi rubare l’intera notte, come se non avessi niente di meglio da fare.

Pensai ad Ellen, e sperai che mi avesse creduto. Non mi sentivo in colpa per averle mentito, non volevo farla preoccupare inutilmente e poi ero sicuro che se l’avesse saputo avrebbe fatto di tutto per non farmi andare, facendoci così litigare per l’ennesima volta.

Sbuffai dando un calcio a un sasso lì vicino, prima di girarmi verso Derek che fischiettava allegramente poggiato alla fiancata della sua Audi nera.

-Se tra dieci minuti non arrivano me ne vado- borbottai sbloccando il cellulare per leggere che erano quasi le due.

Lui sospirò –Va bene- disse per poi tornare a fischiettare.

-Smettila di fischiettare, ho una pistola e ti giuro che a sentire sto cazzo di motivetto mi sta venendo voglia di spararti- sbottai poggiandomi alla macchina, vicino a lui.

Ridacchiò alzando le mani in segno di resa, tornando subito serio quando un suv si fermò nel parcheggio dietro al vecchio magazzino.

Quando vidi Mattew scendere dalla macchina con il solito ghigno e quella faccia da schiaffi, subito una smorfia si formò sul mio viso, e non potei fare a meno di irrigidirmi quando mi sorrise affabile.

-Bieber, Villega- salutò con un cenno del capo prima me, poi Derek, che ricambiò con il suo stesso tono di voce –Andson- disse per poi guardare gli altri due ragazzi al suo fianco, che fecero un passo avanti.

-Lui è Dennis, e questo è George- li presentò Mattew prima di guardarmi senza smettere di sorridere.

-E’ un piacere rivederti Bieber- disse assottigliando gli occhi prima di squadrarmi dall’alto al basso.

-Non posso dire la stessa cosa- sputai digrignando i denti.

Lui assunse un’espressione falsamente addolorata –Non dirmi che ce l’hai con me per la storia di Albert, lo sai che io non ne sapevo niente. Mi dispiace per la tua famiglia e comunque penso abbia pagato caro il suo sbaglio- disse facendo un passo avanti.

La mia mano scattò sulla pistola mentre sentivo la rabbia impossessarsi di me. Non dovevo pensare, non potevo permettere che i pensieri avessero la meglio su di me un’altra volta, portandomi nuovamente sul fondo come era già successo una volta. Mi ero promesso che non sarebbe accaduto mai più, e così sarebbe stato.

Justin Bieber non crolla, e se quel coglione aveva voglia di giocare avrebbe avuto pane per i suoi denti.

-La mia famiglia non deve neanche uscire dalla tua bocca del cazzo, non me ne frega delle tue parole. Si sicuramente ha avuto una giusta punizione, ricordo ancora le sue urla mentre gli tagliavo le dita una ad una- mormorai con un ghigno crudele godendomi l’espressione di disgusto e terrore sul volto dei tre.

-Ora basta- ci interruppe Derek guardandomi con raccomandazione.

Sorrisi crudelmente prima di lasciare la pesa sulla mia pistola, senza smettere di fulminare Mattew. Sapevo che a lui non dispiaceva se il suo amichetto che ora giaceva all’Inferno mi aveva rovinato la vita, lui aveva atteso quel momento a lungo, e quando mi aveva visto sprofondare non aveva esitato nel prendere il mio posto. Peccato che era stato talmente coglione da pensare che io non mi sarei ripreso, e che non l’avrei fatto scendere dal piedistallo riprendendo il potere.

Stratford era sotto il mio comando, doveva solo provare a tentare di farmi crollare nuovamente, e avrebbe raggiunto il suo amico a bruciare tra le fiamme.

Frost.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora