Mi sedetti al tavolo senza spostare il mio sguardo dal suo viso, mentre Justin faceva di tutto per evitare di guardarmi, cosa che mi fece preoccupare ulteriormente.
Non pensavo che una ragazza spuntata dal nulla, che lui aveva abbracciato e che sosteneva di essere una sua grande amica fosse “nessuno”, e il fatto che non mi dicesse chi era peggiorava le cose.
-Nessuno? Certo Justin- dissi sarcasticamente alzando gli occhi al cielo.
Lui si limitò a sbuffare, mentre la cameriera si avvicinava a noi sorridente –Volete ordinare?- domandò guardando sia me che Justin. Era una donna sulla cinquantina, e sembrava trovasse particolarmente felice quella giornata, visto il sorriso a trentadue denti che si portava dietro.
-Io prendo una bistecca e dell’insalata- disse Justin atono, senza degnare di uno sguardo la donna che senza farci troppo caso si voltò verso di me –Io solo un’insalata- dissi sorridendole.
-Da bere?- chiese scrivendo i nostri ordini sul taccuino. Io e Justin ci lanciammo una rapida occhiata –Acqua- dissi infine mentre lei annuiva per poi sparire in cucina.
Tornai immediatamente a fissare il suo volto, mentre si ostinava ad evitare il mio sguardo.
Sospirai –Justin, ti ho chiesto solo chi era, non mi sembra una domanda strana o che richieda un grandissimo sforzo. Non capisco per quale motivo ti stai comportando così, sembra che tu abbia qualcosa da nascondere- mormorai attirando finalmente la sua attenzione.
Appena incrociò il mio sguardo si irrigidì –Se ti dico che non è nessuno vuol dire che non è importante che tu lo sappia. Ora basta con questa storia- rispose visibilmente infastidito, mentre la mia rabbia aumentava.
Io cercavo di parlargli tranquillamente e lui come al solito si comportava come se potesse darmi degli ordini, ancora non aveva capito che se non mi diceva quello che volevo sapere mi sarei arrabbiata sul serio.
-E invece mi dici chi è quella lì! E’ arrivata e dal tuo comportamento non mi sembra che sia solo una persona incontrata per caso. Ancora ci sento, ho sentito che vuole entrare nella banda e da quello che dice è una tua vecchia conoscenza, e non mi sarei preoccupata se non avessi visto il modo in cui lo ha detto- sbottai alzando il tono della voce, attirando l’attenzione della poca gente nel locale, che poco dopo tornò a parlare dei propri affari.
Vidi i muscoli di Justin tendersi, mentre si sforzava di mantenere il controllo, anche se ero io a dovermi arrabbiare, non lui.
Se fosse successa e me una cosa del genere e non gli avessi voluto dire cosa stava succedendo si sarebbe sicuramente infuriato dieci volte di più di quanto avevo fatto io, e forse avrebbe persino alzato le mani.
Invece pretendeva che me ne stessi zitta e facessi finta di nulla, ma se avesse voluto quello avrebbe dovuto comprarsi un cane, non avere una ragazza.
Chiunque avrebbe preteso spiegazioni, l’unica differenza era che una normale ragazza avrebbe rinunciato dopo la sua risposta fredda, ma io non ero una normale ragazza e inoltre avevo uno strano presentimento che mi rendeva ulteriormente nervosa.
-Alzati. Ce ne andiamo- mi ordinò alzandosi, senza guardarmi.
Sgranai gli occhi ma feci come aveva detto, e non per non farlo arrabbiare, solo per il semplice fatto che una volta usciti avrei potuto urlare come più volevo senza dover dosare il tono della voce e censurare termini che avrebbero sicuramente infastidito i clienti nel locale.
Senza dire nulla alla cameriera Justin sfrecciò fuori dal ristorante, afferrando il mio braccio per camminare velocemente verso la macchina.
-Mi stai facendo male- dissi cercando di attirare la sua attenzione, ma senza grandi risultati.
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Frost.
Teen FictionDue bande rivali. Regole inviolabili. Mantenere il proprio nome in alto. "Non puoi amare colui che porta la tua morte" --------------------------------------------------------------------------------- *Rivivevo il momento in cui i suoi occhi e i mi...