II - Capitolo 6: Amanti Mentre Dormiamo (Pt. 1)

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Il colpo alla porta della mia camera d'albergo è secco e forte, ma io sono sveglio, sveglio, sveglio. Sono le cinque meno dieci del mattino, e io sono sveglio e pronto a partire.

"Chi è?" grido mentre vado verso la porta, osservando la stanza per individuare alcuni indumenti ancora sparsi che non sono stati messi in valigia.

"Sisky."

Quando apro la porta, il ragazzino è in piedi nel corridoio, in una mano tiene la sua vecchia valigia quadrata, nell'altra la sua tracolla di pelle. Pensavo che lui sarebbe stato l'ultimo a svegliarsi, a lamentarsi per la mancanza di sonno e le partenze nel cuore della notte a orari assurdi, ma sembra sorprendentemente pronto a lasciarsi Londra alle spalle.

"Entra." Ritorno dentro. "Io ho ancora delle cose da sistemare..."

Sento la porta chiudersi dietro di me, un tonfo sommesso mentre lui mette giù i suoi bagagli. La mia valigia è ancora sul letto, i miei vestiti lì dentro in disordine.

"Dov'eri ieri notte?" chiede lui.

Schiaccio le giacche dei completi dentro la valigia, sperando che così facendo occuperanno miracolosamente meno spazio. "Hmm?"

"Ieri notte. Ieri. Tutta la giornata, a dire il vero. Non c'eri. Ho provato a cercarti."

"A casa di Spencer." Il mio taccuino è in cima alla pila. Non ci ho scritto niente, anche se l'ho portato da Spencer, e l'ho tirato fuori nel taxi al ritorno, pensando che forse le parole si sarebbero riversate. Ma non è successo niente. Come se il pozzo si fosse prosciugato. E così invece sono solo stato seduto sui sedili posteriori, a guardare la forte pioggia che lavava le strade di Londra.

"A casa di Spencer," ripete lui, con un tono un po' smorto.

Contro il mio buonsenso, chiedo, "Perché?"

Cerco di suonare clinicamente disinteressato. Sento Sisky sospirare e lo vedo spostarsi sulla poltrona che rientra appena nella mia visuale periferica. È successo qualcosa, questo riesco a capirlo al volo, ma non so se voglio davvero che me lo dica. Ieri mi sono tolto dai piedi di proposito, e ho fatto un lavoro così ottimo non pensando al giorno libero della band e a cos'hanno fatto tutti. Sono persino riuscito a dormire per due ore prima della sveglia delle quattro.

"Avresti dovuto essere qui ieri notte," dice lui dopo un po'.

"Sì? Voi vi siete divertiti?"

"No, voglio dire..." Le sue ginocchia hanno cominciato a fare su e giù. "Ascolta, Ryan... Non so come dirtelo, quindi. Quindi te lo dirò e basta." Si contorce la mani. Una notizia spiacevole, evidentemente. "Brendon e... Dallon. Loro non c'erano neanche ieri notte, e Bob ha detto che erano usciti. Il che, insomma, va bene. Ma, ehm. Io li ho visti quando sono ritornati. O beh, li ho visti fuori dalla stanza di Brendon."

Tornati dal loro appuntamento.

Poi so a cos'ha assistito Sisky, cosa sta per dire: un bacio della buonanotte. Un tocco di pelle su pelle. Suppongo che sia ufficiale, allora. Suppongo che sia stato un appuntamento riuscito, suppongo che Dallon sia stato tutto ciò che Brendon desiderasse e anche di più. Suppongo che siano fatti l'uno per l'altro. Bene. Bene, bene, bene. Le mie viscere bruciano, ma sapevo che sarebbe successo. Io l'ho accettato. Quasi.

Per niente, in realtà.

"Non voglio che sia io a raccontartelo," Sisky dice, sospirando. "Ma tu devi saperlo."

"Lo so già."

"No, questo non lo sai. Fidati."

"Sisky -"

THROAM, Vol. 3: A Kingdom by the Sea | Ryden (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora