II - Capitolo 7: Post-Romantici (Pt. 1)

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Svegliarsi in una città nuova è sempre disorientante. Resto sdraiato entro i confini bui della mia cuccetta, cercando di ricordare dove ci troviamo. Mi chiedo che ore siano, se abbiamo cambiato fuso orario - anche se è improbabile che io sia in ritardo per niente. In veste del membro per il tour che si rifiuta di fare interviste e che è troppo famoso per le mansioni da roadie, io posso dormire fino a tardi.

Nel sonno sento i ragazzi che si alzano, camminano, cercano di far piano ma perlopiù falliscono, ma poi alla fine c'è di nuovo silenzio, e so che hanno lasciato il bus. Resto sotto alle coperte per un altro po' prima che mi dica di alzarmi e di affrontare la musica.

Perché ce ne sarà. Su quello non ci sono dubbi.

Le cuccette sono tutte vuote - quasi. Le tende sono state tirate di lato, rivelando disordini di coperte e calzini vecchi. La cuccetta di Jon sotto alla mia è vuota, e lo stesso vale per quella di Leo sotto alla sua. Osservo che solo una tenda è ancora chiusa: quella di Brendon. È la cuccetta centrale alla mia destra mentre mi avvicino al soggiorno. Mi fermo al di fuori. Trattengo il fiato. Fisso il tessuto nero che funge da muro con l'esterno. E - Lì.

Respiri regolari. Dentro... e fuori... Non troppo deboli, non troppo profondi. Cerco di stimare la sua temperatura soltanto dalla sua respirazione ma so che è un'operazione futile.

Supero silenziosamente la sua cuccetta, facendo scorrere lentamente la porta per aprirla. Il bus non è completamente vuoto: Jürgen è sul divano, a leggere un libro. Solleva la mano per salutare e poi porta un dito alle labbra. "Brendon schläft."

"Oh, sì, lo so," dico, annuendo quando lui inclina la testa e porta una mano alla guancia per mimare l'atto di dormire.

"Er ist noch krank."

"Sì, io... non ho idea di cosa tu stia dicendo adesso."

Lui sorride divertito.

Siamo parcheggiati vicino all'auditorium, quindi posso entrare di nascosto per usare un bagno e lavarmi il poco che permettono i servizi. Ho il borsone appeso in spalla mentre vago per il backstage, dopo essermi cambiato indossando vestiti meno sporchi, con il pass laminato appeso al collo. Trovo Mike e ricevo un aggiornamento su tutto: siamo qui in tempo, il soundcheck inizia alle cinque, Jon e Bob stanno facendo un'intervista speciale che prevede che assaggino cibi locali e facciano commenti a riguardo per cui loro si trovano da qualche parte in un ristorante a mangiare wurstel con un giornalista. Dick e Dallon sono andati ad esplorare la città, e il resto si trova chissà dove. Mike fa spallucce - oggi è considerevolmente meno stressato di ieri. Penso che lo siamo tutti: Brendon sta migliorando. La band non è in pericolo immediato.

"Potrei avere del tè da portare sul bus? Per quando Brendon si sveglia," spiego. "Mettilo in un thermos."

"Sarà fatto. E assicurati che lui resti lì e si riposi." Mike mi guarda come se io e lui fossimo giunti a una sorta d'accordo. Non saprei in cosa consista, ma pare che comporti che io mi prenda cura di Brendon. Per me non c'è problema. Lo faccio volentieri.

Mike fa schioccare le dita, e il promotore di concerti del posto si precipita per dare una mano.

Io ritorno sul bus e vedo che adesso Jürgen è sparito. Mi sistemo in soggiorno, godendomi il momento raro di pace e tranquillità. Non è che sto aspettando che Brendon si svegli, non proprio. Ho solo bisogno di controllare come sta una volta che si sveglia.

Afferro un libro che si trova nei paraggi. Ho visto Leo che lo leggeva - Il Mare, Il Mare. Okay, a me piacciono i mari. Inizio a leggere e presto concludo che il protagonista è incasinato e deve smettere di darsi tante arie. Nella sua crisi si isola dal mondo e si trasferisce in una casa in riva al mare - chi fa una cosa del genere? Sul serio.

THROAM, Vol. 3: A Kingdom by the Sea | Ryden (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora