I - Capitolo 1: Onde (Radio)

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Vedete ecco, il fatto è questo: la vita non è una narrativa coesa. È formata dai pezzi di un puzzle. È a strati.

Cancellate tutte le prove documentate su, ad esempio, Hitler, eccetto una lettera scritta a lui da Eva Braun, nella quale lei ricorda quella passeggiatina che erano andati a fare una domenica soleggiata dell'estate precedente, introdotta da mein Liebling. E se quella lettera fosse tutto ciò che è rimasto di Herr Hitler, allora tra duecento o duemila anni un qualche storico probabilmente potrebbe concludere soltanto che Hitler sia stato un affascinante uomo amabile che andava a fare passeggiate con la sua amica nel ventesimo secolo.

E finirebbe lì.

Tutte le cose brutte, tutta la merda e i rimorsi e tutti quegli omicidi.

Cancellati.

Perché una sola prova non ti conduce logicamente alla prossima. Devi sempre fermarti e analizzare il quadro nel suo insieme. Chiederti cosa ti è sfuggito.

Chi ti è sfuggito.

Perché gli eventi succedono e basta, inaspettati e fuori controllo. Le persone succedono e basta.

E puoi strizzare e rigirare e rivoltare la storia, senza mai capire come hai fatto ad arrivare dove ti trovi adesso.

In che punto c'è stata quella svolta significativa.

E ti sei voltato da solo o qualcuno ti ha spinto?

***

La pioggia fuori è torrenziale, accompagnata da un assordante vento, che abusa degli alberi, proveniente dall'Atlantico. È il genere di tempesta a sorpresa a cui siamo abituati qui e la spiaggia sarà bianca per la neve domattina, prima che si sciolga.

La linea telefonica è pessima e continua a crepitare. "Che?" ripeto, e "Che? Non riesco a -"

La voce di Vicky è smorzata, e un neonato piange in sottofondo, e lei dice qualcosa del tipo "lui vuole" e "domande".

"No, niente interviste," dico, in piedi nel mio soggiorno, mentre fisso fuori dalla finestra verso la spiaggia desolata. Lei sa che io non faccio interviste. Non capisco perché lo stia anche solo suggerendo.

Le finestre hanno i vetri doppi grazie al raro lampo di genio del proprietario precedente, ma il freddo si infiltra e arriva dritto sulla mia pelle nuda. Tengo il ricevitore all'orecchio e stringo l'altro mio braccio attorno alla vita, con il rammarico che stia iniziando a fare troppo freddo adesso perché io vada in giro solo con i pantaloni del pigiama.

Ha sempre fatto troppo freddo, ma adesso sta avendo la meglio su di me.

"Ryan," dice Vicky, suonando frustrata.

"Ascolta, c'è una tempesta in arrivo dall'oceano. Il segnale è una merda. Scrivimelo per posta, d'accordo? Ma io non faccio interviste. Io non faccio niente. Ricordatelo."

Aspetto per un secondo nel caso riceva una risposta, ma non la ricevo. Metto giù la cornetta, e poi avvolgo entrambe le braccia attorno alla vita. Affondo di nuovo nel silenzio e nella sua tranquillità, con lo sguardo fisso fuori.

Le onde che arrivano sono grandi, mentre si riversano sulla riva con bianche punte salate. È fine novembre, e la natura sta diventando brutale.

Ottimo.

Ritorno in cucina dove mi trovavo prima che il telefono squillasse. Le assi del pavimento cigolano in un modo familiare, e io passo sopra la terza dai fornelli perché è leggermente allentata. Dovrei ripararla, ma non lo faccio. Alcune cose sono semplicemente migliori, se sbagliate.

THROAM, Vol. 3: A Kingdom by the Sea | Ryden (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora