Sentii un urlo, mi era sembrato di una donna, appariva sofferente, e mentre cercai di capire da dove provenisse quello strillo, mi ritrovai di fronte a una porta di legno d'abete socchiusa, e riuscii a sbirciarci dentro.
Vidi una ragazza, che sembrava avere più o meno la mia età, che veniva picchiata da un uomo ormai avanti con gli anni; In quel momento ero confuso, non sapevo cosa fare, se fossi entrato probabilmente non sarei riuscito a fare molto, allora decisi di andare a chiedere aiuto a Kami, e lui, sentendo le mie parole, decise di aiutarmi, anche se non appariva molto convinto della sua decisione.
Andammo insieme davanti a quella stanza, la ragazza era ormai svenuta, probabilmente dal troppo dolore sopportato, entrammo nella stanza, e Kami chiese in modo cortese all'uomo di lasciare andare la ragazza, ma lui in tono incattivito, disse che aveva pagato per usufruirne l'intera notte;
A quel punto, vedendo tutti i lividi che la ragazza riportava sul corpo, Kami estrasse la pistola e gliela puntò contro, l'uomo impaurito alzò le mani e uscì dalla stanza borbottando qualche insulto.
Presi la poveretta sulle spalle e la portai sulla jeep, dopodiché, ripartimmo.
Durante il viaggio la ragazza si svegliò di tanto in tanto, ma senza avere coscienza, le stavo accanto, avevo paura che non ce la facesse, aveva delle brutte ferite e dei lividi profondi.
Facemmo un'altra tappa, ci fermammo solo per rifornire la jeep e andare in bagno, mentre Kami andò a comprare qualche medicina e delle fasciature.
Quando tornai sull'auto la ragazza si svegliò, e impaurita, indietreggiò sbattendo contro un vetro, io la tranquillizai, ma non si fidò, quindi mi sedetti e non dissi nulla per un pò, aspettando che si calmasse.
Tornò Kami e salì in macchina, non so se avesse notato che la ragazza si fosse svegliata, fatto sta, che non disse nulla, mi porse le medicine e le bende, e dopodiché ripartimmo.
Nel silenzio più totale, con l'unico rumore della macchina, guardai con minuziosità la ragazza che mi era seduta accanto; Non era molto alta, sarà stata circa un metro e cinquanta, l'ho notato mentre sbirciavo, aveva cercato di scappare ma non ci era riuscita; Aveva i capelli neri scuri, lunghi più o meno all'altezza dell'ombelico, occhi neri che brillavano alla luce lunare, aveva le labbra sottili, i vestiti erano tutti strappati, probabilmente per colpa di quell'uomo.
La vidi che tremava, così mi tolsi la felpa rossa che avevo indosso, e gliela misi sulla schiena, lei mi guardò con uno sguardo di gratitudine, ma non accennò parola.
Ad un certo punto, si girò verso di me e mi disse con voce soffocata e stanca: -Io mi chiamo Takara-, le sorrisi e le risposi: -Io sono Tenshi, piacere di conoscerti-, lei mi guardò con un sorriso che appariva sforzato.
Si poggiò sulla mia spalla con la testa, pensai che fosse per riposarsi un pò, ma non chiuse gli occhi, guardava un punto indefinito attraverso il vetro della macchina; -Grazie-, mi sussurrò all'orecchio, chiuse gli occhi e si addormentò sulla mia spalla.
Dopo un paio d'ore in autostrada imboccammo una via deserta, e dopo un pò arrivammo in mezzo a un bosco con una grande porta di pietra, da fuori non si vedeva nulla, e Kami ci fece cenno si seguirlo; Stavo portando Takara sulle spalle perché stava ancora dormendo e non volevo svegliarla.Quella porta mi sembrava di un bunker da fuori, non mi faceva sentire molto tranquillo, ma Kami mi fece segno di tranquillizzarmi, così smisi di pensare negativo e continuai senza esitare.
Mentre entravo, sentivo il calore che Takara mi trasmetteva attraverso il suo corpo, stava bruciando, pensai avesse la febbre, non so se lei si rendesse conto del fatto di stare male.
Quando mi accertai che Takara aveva la febbre, accelerai per arrivare prima a quel bunker, non volevo farla soffrire per troppo tempo.
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Hakyoku - 破局
FantasyTenshi, un ragazzo di 16 anni, vive a Tokyo nel ventisettesimo secolo. Questo periodo è dilaniato da morti e assassinii sempre più frequenti non connessi tra loro. Tenshi si ritroverà nel mezzo di una guerra a cui non avrebbe mai voluto prendere par...