Capitolo 12

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Arrivammo a casa molto tardi, erano ormai le due di notte, durante il ritorno ci fermammo spesso in città per guardare qualche negozio, o soltanto per farci un giro.
Entrammo in casa, e ormai tutti dormivano, cercammo di fare meno rumore possibile mentre andavamo verso la nostra stanza.
una volta dentro, io andai nel bagno a cambiarmi, mentre Takara si cambiò nella stanza.
Decidemmo di guardare un film, visto che ne io ne lei avevamo sonno, il film lo decise Takara, aveva scelto un film romantico, parlava di una ragazza che viveva su un'isola ed era innamorata di un ragazzo che viveva in una città molto lontana da lei, l'aveva visto solo una volta quando tutti e due erano piccoli, perché lui era in vacanza su quell'isola, e in quell'occasione si erano scambiati un bacio, ma da quel giorno non si erano più visti.
Non so come finì il film, spensi la TV circa a metà del film, Takara si era addormentata, e non volevo svegliarla, non l'avevo ancora vista dormire, di solito ero sempre io ad addormentarmi per primo.
Quando riposava appariva molto serena, però quella notte, fece un sogno che la portò a parlare nel sonno, chiamava con voce roca i suoi genitori, e poi disse un nome, Kaiyō, non aveva mai pronunciato questo nome, pensai fosse il nome di suo padre, ma non ne ero certo.
Decisi che glielo avrei chiesto la mattina dopo, e andai a dormire.
Quando mi svegliai il giorno seguente, Takara era già in piedi, stava sistemando la stanza, aveva un'aria tranquilla, forse non si ricordava più dell'incubo fatto quella notte.
Andai in bagno a prepararmi, e dopo aiutai Takara a mettere a posto la stanza, e quando finimmo, trovai il coraggio per farle quella domanda: -Takara... Ieri notte mentre dormivi hai detto un nome, Kaiyō... - Sentendo quel nome Takara si bloccò: -È il nome di tuo padre per caso?- lei dopo un attimo di esitazione mi rispose: -No, e il nome di mio fratello... So di averti detto di essere figlia unica, ma non volevo parlare di lui, non ce la facevo... - Takara scoppiò in lacrime e iniziò a colpirmi al petto come frustrata, non mi faceva male, penso dovesse solo scaricare la rabbia, io le misi la mano dietro la testa e cercai di calmarla, e dopo un pò, smise di colpirmi: -Scusa, non volevo reagire così, però solo a sentire quel nome, mi risorgono alla mente ricordi molto brutti... - Si asciugò le lacrime dal viso: -Lui è il mio fratello maggiore, è stato adottato quando io avevo sei anni, è stato lui a crescermi, visto che i miei genitori non erano mai a casa, era sempre lui a prendersi cura di me. Dopo l'incidente con mia madre, lui sparì, come ha fatto anche mio padre, però lui non disse nulla.
Il giorno del mio quattordicesimo compleanno, che ovviamente non festeggiai perché ero da sola, lui si presentò alla porta della "casa" in cui mi trovavo, quando lo vidi, mi assalí una rabbia che non avevo mai provato, gli chiusi la porta in faccia, ma lui restò seduto per un giorno intero, e ogni ora mi chiedeva perdono per essere sparito all'improvviso. Dopo un intero giorno, aveva capito che non gli avrei aperto, così lasciò un bigliettino con un indirizzo scritto sopra. - Takara mi porse il biglietto, ma leggendo l'indirizzo non capì subito dove si trovasse il posto.
Takara si strinse a me, e continuando a piangere mi disse: -Io lo voglio vedere, Tenshi, e il più grande desiderio che ho in questo momento-.
A quel punto decisi che avrei fatto di tutto per far rincontrare Takara col fratello, dovevo farlo per lei.

Hakyoku - 破局Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora