-Beh, non l'ho fatto perché non ti volevo più vedere, in realtà dovevo fermare tua madre.
Io sapevo il motivo per il quale ti aveva sparato, lei voleva ucciderti perché in cambio gli Kuchiku-Kan l'avrebbero pagata, ma tua madre, non avendo mai impugnato un'arma, ovviamente ha sparato male. So tutto quello che è successo in ospedale, me ne sono andato solo due giorni prima che ti svegliasti, perché avevo scoperto dove si trovava tua madre, e che era diventata membro del clan. Così decisi di lasciare una lettera all'infermiera che si prendeva cura di te, e le dissi di dartela quando ti saresti svegliata, ma immagino che non te l'abbia mai data, altrimenti non saresti qui-.
Dopo aver finito di parlare, Kaiyō prese dalla sua tasca una busta e la porse a Takara: -Dentro c'è una copia della lettera, avevo previsto che non ti avrebbero dato nulla.- disse Kaiyō.
-Perché non me l'hanno data all'ospedale?- chiese Takara mentre apriva la busta, Kaiyō la guardò e disse: -Come sai, il medico che avrebbe dovuto operarti si è rifiutato di farlo... beh, quel medico era tuo padre, che quando ti vide, provò un odio nei tuoi confronti, e decise di lasciarti al tuo fato.- Takara sentendo quelle parole si bloccò, e buttò lo sguardo per terra, penso stesse cercando di non piangere.
-E quando lesse quella lettera, decise di non fartela leggere, unicamente per diletto personale-. Penso che in quel momento Takara si sentisse cadere il mondo addosso, forse avrebbe preferito vivere nella menzogna, piuttosto che scoprire la verità.
Ci fu un istante di silenzio, dopodiché spezzai la quiete che riempiva la stanza: -Sei più riuscita a fermare la madre di Takara?- Chiesi riferendomi a Kaiyō; Lui mi guardò con sguardo freddo, dicendomi: -No, ma so dove trovarla, l'unico problema e che da solo non potrò fare molto...-.
Takara lo interruppe di colpo: -Ti aiuteremo noi!- Esclamò alzandosi in piedi. Kaiyō la guardò con sguardo di disapprovazione: -Capisco la tua voglia di vendicarti su tua mamma, però forse sarebbe meglio se tu non corrersi rischi...- Takara rifletté sulle parole del fratello, e dopo qualche istante, rispose con sicurezza: -No, io lo devo fare, lei ha corrotto la mia vita, e io devo fargliela pagare!-.
A quel punto, Kaiyō si alzò dalla poltrona e porse a Takara un pezzo di carta: -Vediamoci qui, tra due settimane, avremo bisogno di almeno due giorni di tempo per arrivare dove si trova tua madre, ma vi spiegherò meglio quando saremo in viaggio-.
Dopo che Kaiyō finì di parlare, ci chiese cortesemente di andarcene perché avrebbe dovuto ricevere una visita, così uscimmo di casa, Takara e suo fratello si scambiarono un abbraccio, dopodiché ce ne andammo.
Durante il viaggio di ritorno verso Kishi, parlammo di Kaiyō e del biglietto che aveva dato a Takara; Su di esso vi era scritto un indirizzo, il luogo dove ci saremmo dovuti incontrare, e sotto, prefettura e città di dove saremmo dovuti andare.
Arrivammo a casa della mamma di Kishi, aspettammo fuori, e poco dopo uscì dalla porta accompagnato da sua madre, si salutarono e la signora rientrò in casa.
Kishi chiamò l'autista che arrivò un minuto dopo, salimmo in macchina e partimmo per l'aeroporto; Una volta arrivati aspettamo un'ora prima del decollo. Il viaggio sia io che Takara lo passammo dormendo, io non avevo dormito molto, lei penso avesse provato troppe emozioni forti in un solo giorno.
Arrivammo dopo qualche ora, ci svegliò Kishi poco prima dell'atterraggio, scendemmo dall'aereo, e ci venne a prendere un altro autista. Durante il viaggio in macchina pensai al biglietto, il punto dove si sarebbe dovuta trovare la madre di Takara era a Gujō, nella prefettura di Gifu, la preoccupazione che in quel momento mi assaliva, era che in quella zona, c'era stata la più grande battaglia di Tokyo da quando è iniziata la guerra...
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Hakyoku - 破局
FantasyTenshi, un ragazzo di 16 anni, vive a Tokyo nel ventisettesimo secolo. Questo periodo è dilaniato da morti e assassinii sempre più frequenti non connessi tra loro. Tenshi si ritroverà nel mezzo di una guerra a cui non avrebbe mai voluto prendere par...