Capitolo 21

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La signora ci portò in un punto completamente deserto, dopodiché ci mostrò un'entrata che conduceva in un sotterraneo. Scendemmo sotto di esso, e ci ritrovammo in una stanza completamente vuota, con l'eccezione di una vasca rotonda al centro.
-Adesso signorina, dovrai toglierti i vestiti ed entrare nella vasca, immergendoti completamente, lasciando fuori solo la testa.- Dopo che udii quelle parole, uscì dalla stanza, aspettando che Takara entrò nella vasca, dopodiché tornai, anche se la signora mi fece stare ad una notevole distanza. Dopo qualche istante iniziò a pronunciare delle strane parole: -Iwọ, iṣan ti o ti ṣẹgun nipa egún Satani, wa pada gẹgẹ bi o ti jẹ tẹlẹ, jẹ ki ẹjẹ naa kọja nipasẹ rẹ lẹẹkansi, ki o si dawọ dẹkun ọmọbirin alaini-.
Quando finì di pronunciare quelle frasi, Takara sprofondò nell'acqua per circa venti secondi, per poi tornare su con gli occhi chiusi; All'apparenza sembrava stesse dormendo, ma poi aprì gli occhi, per poi richiuderli dopo pochi secondi. La signora si avvicinò a me dicendomi che era andato tutto a buon fine, ma che Takara sarebbe rimasta due giorni addormentata, mentre il suo corpo curava la ferita.
-Ti pregherei solo di uscire ed aspettare fuori mentre asciugo la tua amica e la vesto.- mi disse.
Andai fuori e aspettai impaziente che la signora mi venne a chiamare, ero molto preoccupato per Takara, mi sembrava molto strana una cosa del genere, pensai che non si potesse curare una ferita del genere pronunciando delle semplici parole, e tantomeno credevo in qualche acqua miracolosa. Dopo circa dieci minuti arrivò la signora che mi invitò a tornare sotto.
-La tua amica in questo momento ha un peso minore rispetto al normale, ma è solo temporaneo, quando si sveglierà tornerà tutto come prima.
Quando sarete a casa, sdraiala sul letto, non le servirà né acqua né cibo, però quando si sveglierà sarà molto affamata e disidratata-.
Quando finì di parlarmi mi salutò con un inchino, io la ringraziai, presi Takara in braccio, e mi avviai verso la strada.
Per tutto il viaggio verso l'auto che ci avrebbe portati a casa, portai Takara sulle spalle, e come aveva detto la signora, era particolarmente leggera.
Arrivammo alla macchina, misi Takara su di essa, e mi sedetti di fianco a lei.
L'autista ci portò a casa nostra, dopodiché se ne andò via.
Portai Takara dentro casa e la stesi sul letto; Ammetto che dentro di me speravo che si svegliasse prima del dovuto, ma sapevo che non sarebbe successo. Dopo un giorno dalla "Cura" attuata dalla signora, ero ormai impaziente di capire se Takara fosse realmente guarita. Lo stesso giorno in cui riflettevo su queste cose, sentii fuori da casa nostra dei versi che mi ricordavano quelli di un cane, così decisi di capire da chi provenisse quel suono.
Quando uscì di casa, mi ritrovai di fronte a due cuccioli di cane, senza collare ed apparentemente randagi da molto tempo; Corsi subito dentro e presi la prima ciotola che vidi, poi presi degli avanzi di carne del giorno prima e tornai fuori. Misi dentro il contenitore la carne per i due cuccioli, che la divorarono ad una velocità impressionante. Quando finirono di mangiare, piombarono dentro casa e si misero a correre come matti; A quel punto decisi che li avrei tenuti, e pensai che anche a Takara avrebbe fatto piacere. Approfittai dell'ultimo giorno di solitudine per costruire due cuccie improvvisate, che nonostante non essendo un artigiano, vennero discretamente bene, a mio parere.
Quando la sera finì di costruirle, andai dentro casa per vedere cosa stessero combinando quelle due piccole pesti, e le ritrovai sdraiate sul divano, uno sopra l'altro, mentre dormivano. Li presi sottobraccio e li portai nelle loro rispettive cucce. Quando tornai in casa, optai per andare a letto, mi ero stancato molto, e avevo solo voglia di dormire. Prima di addormentarmi, pensai che non avevo ancora dato un nome ai due cuccioli, così decisi che li avremmo scelti insieme io e Takara domani mattina.

Hakyoku - 破局Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora