Capitolo 14

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Durante il percorso, guardai spesso Takara, la vedevo molto turbata, probabilmente era preoccupata per suo fratello. Arrivammo nel punto che Kishi mi aveva indicato; Era una stradella morta, con qualche negozio qua e là. Cercai un cartello con riportata la via del biglietto, e vidi una viuzza stretta e buia, con un' insegna riportante la via.
Cambiammo percorso prendendo quella strada oscura, c'era solo qualche lampione di rado, ma che illuminavano con una luce soffocata.
Arrivamo di fronte ad un palazzo, il numero civico era lo stesso riportato sul biglietto, cercammo il cognome del fratello di Takara fra il citofono, si trovava all'ultimo piano.
Suonammo con la speranza che qualcuno rispondesse, ma ovviamente nessuno ci aprì. Provai ad aprire la porta, ma era chiusa; Pensai a un modo per entrare, così decisi di rompere i vetri dell'uscio , ma non sapevo come, mi guardai intorno per vedere se ci fossero oggetti che mi sarebbero potuti tornare utili, ma non trovai nulla. Intanto Takara si mise a suonare a tutti gli altri citofoni, provando a farsi aprire da qualcuno, ma ovviamente nessuno si fidava.
Quando provò a suonare ad un citofono senza nessuna scritta, la porta si sbloccò, mi sembrò strano,
Avevo un brutta sensazione.
Entrammo nel condominio, provammo a chiamare l'ascensore, ma non funzionava, così prendemmo le scale.
Ci facemmo sei rampe di scale, e quando arrivammo di fronte alla porta dell'appartamento del fratello, Takara era tentennante: -Sei sicura?- le chiesi: -Non lo so... ho paura di quello che potrebbe succedere...-, la guardai e le diedi una carezza sulla testa: -Stai tranquilla, andrà tutto bene-, mi avvicinai al citofono e suonai, aspettammo per svariati minuti, quando sentimmo la porta sbloccarsi dalle varie serrature, fino a che non si sentì più nulla, avevo paura ad aprire la porta, così aspettai.
Ad un certo punto si aprì l'uscio, e ci trovammo di fronte un ragazzo con indosso vestiti usurati, che mi stava squadrando da cima a fondo, e quando finì con me, iniziò con Takara.
Quando la vide, i suoi occhi si illuminarono e le sue pupille di dilatarono a dismisura, le corse contro piangendo e la abbracciò sollevandola al cielo, Takara di conseguenza fece lo stesso; In quel momento mi sentivo come il terzo incomodo, ma quella scena mi fece commuovere.
Quando finirono di cingersi, Kaiyō posò Takara a terra, e ci invitò ad entrare. Una volta dentro, non potei fare a meno di notare il disordine che c'era in quella casa, sembrava di essere arrivati in un campo di battaglia. Ci fece sedere su un divano, mentre lui andò a preparare del tè in cucina. Takara mi guardò con uno sguardo di gratitudine e mi abbracciò.
Quando Kaiyō arrivò con il tè, si sedette su una poltrona di fronte a noi, poggiando il vassoio con la bevanda su un tavolino che ci separava.
Iniziò a parlare dopo aver fatto un sorso di tè: -Io sono Kaiyō, il fratello di Takara- -Io sono Tenshi, un suo amico- gli risposi io, dopodiché cambiò subito discorso: -Penso che siate venuti qua perché Takara cercava risposte...- io lo guardai e annuì: -Beh, è una storia che odio ricordare, ma ve la racconterò comunque- ci disse alzandosi dalla poltrona: -Ma prima devo andare a prendere una cosa-.
Andò in una stanza chiusa a chiave, e dopo qualche istante uscì con una fotografia in mano, la teneva girata, perciò si vedeva solo il retro di essa.
Si risedette sulla poltrona, guardò per un momento in aria, dopo si girò verso di Takara e cominciò a parlare: -Perché me ne sono andato? È questa la domanda che ti ronza in testa, vero?-

Hakyoku - 破局Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora