Andai da Kami per vedere se lui conoscesse l'indirizzo, ma la sua risposta non fu quella che speravo di sentire. Provai a chiedere a Kishi, quando vide l'indirizzo, per la prima volta sorrise dicendomi: -E poco distante dalla casa di mia madre, se devi andarci ti ci posso portare giovedì prossimo, quando andrò a farle visita. - io lo ringraziai e gli chiesi se avesse potuto portare anche Takara, lui annuì senza dire nulla, dopodiché se ne andò.
Mancava ancora una settimana circa, andai subito a dirlo a Takara, in quel momento stava guardando la tv seduta sul divano, sentendo le mie parole si lanciò contro di me abbracciandomi.
Dopo qualche istante in cui era rimasta sospesa in aria attaccata a me, si staccò e si rimise sul divano, dicendo con voce allegra: -Grazie Tenshi, non so come avrei fatto senza di te.- Io le sorrisi, e corsi subito da Kishi per l'addestramento.
Arrivò mercoledì, Takara era ormai impaziente di partire, ma mi confessò anche che da una parte era preoccupata: -E se non mi riconoscesse? E se questa volta sarà lui a non aprirmi la porta?- Io la tranqullizzai: -Sono sicuro che anche lui è impaziente quanto te di vederti-
E lei, per fortuna, riuscì a tranquillizzarsi sentendo le mie parole.
Arrivò finalmente il giorno della partenza, Kishi ci portò ad un aeroporto, in cui vi era un elicottero che ci stava aspettando. Poco prima di salire Takara mi sussurrò: -Io soffro di vertigini però...- -Tranquilla, basta non guardare in basso, e poi ci sono io vicino a te- le riposi per calmarla.
Nonostante le mie parole, non la vedevo molto tranquilla, ma penso fosse normale.
Salimmo sull'elicottero, il pilota fece i controlli di routine, dopodiché partimmo. Kishi mi disse che saremmo andati a Takasaki, nella prefettura di Gunma, la città era Kusatsu, nel distretto di Agatsuma.
Mi chiese di dargli il biglietto, riguardò l'indirizzo e mi disse: -Quando arriveremo da mia madre, dovrete incamminarvi 2km verso destra rispetto alla casa, vi troverete di fronte ad un bar chiamato Kana, da lì andate per un altro chilometro verso destra, e sarete arrivati; Ringraziai di cuore Keshi per il suo aiuto. Mentre io e lui parlavamo, Takara era immobilizzata dalla paura, mi avvicinai a lei e la abbracciai per calmarla, lei però penso fosse troppo impaurita per accorgersi di quello che stava succedendo.
Arrivammo dopo due ore di viaggio, atterammo in un aeroporto e scendemmo dall'elicottero, Takara stava ancora tremando dalla paura, pensavo che fosse una paura semplice, invece era una cosa seria; Non riusciva nemmeno a scendere dall'elicottero, così andai a prenderla e la portai sulle spalle fino alla macchina di Kishi. La feci sdraiare sul sedile posteriore, era bloccata dalla paura, e speravo che stando un pò sdraiata si sarebbe tranquillizzata.
Dieci minuti dopo essere partiti, Takara si riprese e si tranquillizzò dalla paura, anche se era ancora un pò scossa.
Arrivammo mezz'ora dopo essere partiti dall'aeroporto, ci fermammo di fronte ad una grande casa di pietra a due piani. Kishi ci disse che era la casa dove viveva sua madre, quando entrammo ci accolse una signora molto gentile: -Buon pomeriggio ragazzi, io mi chiamo Rita, sono la mamma di Kishi.- fece un gran sorriso, e ci fece cenno di entrare in casa. Ci portò nella sala da tè e ci fece accomodare su un divano ottocentesco, non molto comodo, ma sicuramente bello da vedere.
Ci portò del tè e lo poggiò su un tavolino di legno: -È legno di platano, viene dall'italia.- mi disse sorridente.
-Grazie mille per il tè signora, ora però, io e Takara dobbiamo proprio andare-, le dissi dopo aver finito il tè.
Lei ci accompagnò alla porta insieme a Kishi, li salutammo con un inchino, e ci avviamo verso l'indirizzo del biglietto.
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Hakyoku - 破局
FantasyTenshi, un ragazzo di 16 anni, vive a Tokyo nel ventisettesimo secolo. Questo periodo è dilaniato da morti e assassinii sempre più frequenti non connessi tra loro. Tenshi si ritroverà nel mezzo di una guerra a cui non avrebbe mai voluto prendere par...