Capitolo 16

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Una volta tornati a casa, io mi andai subito a stendere sul futon, anche se avevo dormito in aereo, era stato molto scomodo. Takara invece aveva ancora forze, e si mise a realizzare una cosa che non le avevo mai visto fare, stava disegnando su un quaderno all'apparenza ancora nuovo.
Incuriosito dal suo gesto, mi alzai in piedi e le andai vicino: -Cosa disegni?- le chiesi, lei si girò verso di me dicendo: -Vorrei disegnare un panorama, qualcosa che c'è nella mia testa, ma non riesco a schiarirmi bene la mente. Avresti voglia di accendere la radio, forse mi verrà qualche idea ascoltando un pò di musica.- Così andai ad accendere la radio, la misi su una frequenza di musica classica, perché sapevo che a Takara piaceva molto. Quando partì la melodia, Takara iniziò a disegnare, sembrava come guidata dalla sua mano, stava muovendo la matita con gli occhi chiusi, forse per vedere più chiaramente dentro la sua mente.
Mi sedetti sul divano cercando di fare meno rumore possibile per non distrarla dal disegno.
Dopo circa venti minuti, mi chiese di spegnere la radio, e posò la matita su uno scaffale. -Vieni a vedere cosa ho disegnato, Tenshi!- esclamò felice.
Quando guardai sul suo quaderno, rimasi stupito; Aveva disegnato un castello su una collina, alla sua sinistra vi era un lago, ed era circondato da alberi perlopiù spogli, ma la cosa che mi aveva lasciato di stucco era la precisione e l'ottima grafica con cui aveva realizzato il proprio disegno.
Dopo aver analizzato fino in fondo, Takara prese un pennarello nero, e in basso a sinistra del disegno firmò; Per la prima volta vidi il suo cognome, Mirai... voleva dire futuro.
-Che bel cognome che hai- le dissi, -L'ho ereditato da mia madre, perché visto che mio padre non c'era più, hanno deciso di darmi il cognome di mia madre.- mi disse, dopo quelle parole, pensai che si sarebbe rattristita ricordando il suo passato, invece si girò verso di me dicendomi sorridente: -Io vado a prepararmi per andare a dormire, sono molto stanca, e dovresti farlo anche tu- dopodiché si alzò e corse in bagno.
Mentre aspettavo il mio turno per andare a prepararmi, presi il suo quaderno e guardai più da vicino io disegno che aveva realizzato. Lo guardai per svariati minuti, finché non notai una frase scritta in calligrafia minuta in alto a sinistra del disegno, mi sembrava fosse scritta in una lingua che avevo già visto prima, ma non ricordavo dove. La scritta era "Σ 'αγαπώ", ma ovviamente non sapevo cosa volesse significare, così decisi di chiederlo a Takara quando sarebbe uscita dal bagno. Mentre la aspettavo mi stesi sul mio futon, e chiusi gli occhi, ma ovviamente mi addormentai. Quella notte feci un sogno strano, sognavo di essere al fianco di Kami attraverso un corridoio, ad un certo punto sia io che lui ci copriamo dal fuoco nemico, lui si alza per sparare, io cerco di farlo abbassare, ma nel momento in cui appoggio la mia mano sulla sua spalla, egli viene colpito in pieno volto e cade a terra inerme. In quel momento il pavimento intorno a me si riduce in pezzi e io cado dentro una specie di limbo, completamente nero. Mentre sto sognando sento il mio corpo sudare, vorrei svegliarmi ma non ci riesco, e come se il sogno mi bloccasse dentro di esso e mi impedisse di uscire. Ad un certo punto scorsi attraverso gli occhi del mio corpo Takara che mi asciuga il sudore e cerca di svegliarmi, probabilmente preoccupata e forse perché pensa che io abbia la febbre. Poi gli occhi si scuriscono e torno nel limbo, in cui vedo cose che fanno rabbrividire il mio corpo onirico...

Hakyoku - 破局Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora