Capitolo 4

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Quando entrammo, ci ritrovammo di fronte ad un'elegante casa di svariati piani, alcuni dei quali si erigevano nella pietra; Quindi la porta all'esterno era solo una copertura per questa casa.
All'interno della casa mi aspettavo di vedere qualcosa di assurdo, mobili o altri arredamenti costosi o antichi, invece era arredata come una casa di quell'epoca, senza niente di troppo appariscente.
Kami mi fece vedere le nostre rispettive camere, la mia era accanto a quella di Takara.
La portai nella sua stanza e la feci distendere sul letto, poi uscì per andare da Kami che mi aveva chiamato poco prima.
Arrivai nel suo ufficio, mi fece segno di sedermi, intanto che lui stava facendo qualcosa al computer mi guardai intorno, la stanza era pitturata completamente di bianco, anche le sedie e la libreria erano bianchi, scrivania e altro arredamento invece erano tutti neri; Dall'ufficio, attraverso le finestre, si vedeva il retro di quel tipo di bunker che, stranamente, sembrava molto vivace come posto, nonostante da davanti appariva molto inquietante.
Appena finì quello che stava facendo, Kami mi guardò e mi iniziò a spiegare i suoi piani per me: -Ho molte aspettative su di te, Tenshi. Mi aspetto che tu dia il massimo in addestramento; Ti allenerai con Kishi, uno dei miei migliori guerrieri, ti spiegherà come difenderti e come attaccare, cerca di stare attento quando ti parla e non farlo arrabbiare, non ha molta pazienza-.
Iniziammo l'addestramento un'ora dopo l'incontro con Kami nel suo ufficio, quando vidi Kishi, avevo la sensazione che non mi avrebbe fatto passare delle giornate così tranquille; Era un uomo molto alto, forse un metro e novanta se non di più, aveva dei muscoli da far paura e un tatuaggio sul braccio sinistro che raffigurava un teschio con un coltello piantato nel cranio, capelli quasi completamente rasati e occhi gialli come il sole.
La prima volta che mi sono addestrato con lui e stato abbastanza tollerante, forse sapeva che ero solo un ragazzo senza niente di speciale, ma dalla volta dopo iniziò ad essere sempre più severo; Non mi dava fastidio il suo comportamento, lo capivo e mi faceva piacere sapere che ci teneva che io diventassi un bravo soldato. Avevo libero un solo giorno alla settimana, il giovedì, perché Kishi quel giorno andava dalla madre a trovarla, quindi io potevo stare tranquillo. Un giovedì decisi di andare a delle cascate che erano situate li vicino, quando ne parlai a Kami, lui mi disse: -Perché non porti con te Takara?-, A quella domanda non sapevo cosa rispondere, ma annuì con la testa; In realtà ero molto felice, sarebbe stata un'ottima occasione per conoscerci meglio.
Andai davanti alla sua stanza, bussai, e lei mi fece entrare, la salutai e subito dopo le proposi di venire alle cascate con me, visto che quello era il mio giorno libero, lei mi sorrise e mi rispose di si, mi disse che si sarebbe cambiata, e di aspettarla di fronte alla porta posteriore della casa.
Andai a cambiarmi anch'io, mi misi una felpa nera e dei pantaloni corti anch'essi neri che Kami mi aveva regalato. Dopo essermi cambiato, scesi ad aspettare Takara alla porta posteriore, e mi sedetti su una panca li vicino.
Passarano all'incirca due o tre minuti, poi sentì la porta aprirsi, mi alzai e vidi Takara vestita con dei pantaloncini corti di jeans e una cannottiera che andava tra il rosa e il viola, si avvicinò a me, e mise il suo braccio intorno al mio appogianadosi sulla mia spalla, e mi fece cenno di partire verso le cascate.
Arrivammo circa una decina di minuti dopo, ci sedemmo di fronte a un laghetto, e rimanemmo seduti per un pò. 

Ad un certo punto Takara si alzò dicendo che doveva sgranchirsi le gambe, però la usò unicamente come scusa per buttarmi nel lago; Dopo che io fui volato dentro, lei si buttò dopo di me, rimanemmo un pò nel lago a schizzarci e a ridere come bambin...

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Ad un certo punto Takara si alzò dicendo che doveva sgranchirsi le gambe, però la usò unicamente come scusa per buttarmi nel lago; Dopo che io fui volato dentro, lei si buttò dopo di me, rimanemmo un pò nel lago a schizzarci e a ridere come bambini, in quel momento sembrava di rivere i giorni dell'infanzia. Rimanemmo dentro finché lei non iniziò ad avere freddo, così uscimmo entrambi.
Ci risedemmo nello stesso punto di prima e lei, mentre guardava il vuoto, mi disse: -Tenshi, tu non mi abbandonerai mai, vero?-, dopo quella domanda io la guardai e lei si girò in lacrime, in quel momento mi venne una fitta al cuore, la abbracciai più forte che potevo e le sussurai: -Mai, te le prometto, Takara-.

Hakyoku - 破局Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora