Capitolo 10

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Evelyn si era addormentata mentre leggevo, la coprii dolcemente: << Buonanotte amica mia >> le sussurrai all'orecchio, presi il libro e uscii dall'infermeria, mentre stavo andando in camera per andare a dormire, andai a sbattere contro qualcuno: << Sempre con la testa fra le nuvole Cassie? Non pensavo che fossi ancora sveglia?! >> davanti a me c'era Quattro: << Sono rimasta con Evelyn tutto questo tempo, voleva che le leggessi questo libro >> e glielo mostrai: << Capisco... ma ora vai a dormire, ti vedo molto stanca e tra poco iniziamo la seconda fase di addestramento, voglio vederti riposata quando succederà >> gli sorrisi e lo salutai; quando entrai in camera i miei amici e gli altri trasfazione erano già nel mondo dei sogni, mi spogliai rimanendo in intimo, dato che la maggior parte delle notti ora le dormo mezza nuda, mi stiracchiai e mi sdraiai, non avevo nemmeno sonno perché le parole di Evelyn mi bombardavano la mente: "<< È la storia di Heathcliff, del suo amore per Catherine, e di come questa passione alla fine li distrugga entrambi >>
<< Interessante... sai una cosa? Sembra la trama della tua storia d'amore con Eric, entrambe avete una passione l'uno per l'altro, solo che non volete ammetterlo e pian piano vi sta distruggendo >>" ma qualcosa attirò la mia attenzione, dei passi si erano fermati davanti alla nostra porta, così chiusi gli occhi e feci finta di dormire, lo sconosciuto entrò e si fermarono vicino al mio letto, mi coprì e dopo mi accarezzò dolcemente la guancia

 sai una cosa? Sembra la trama della tua storia d'amore con Eric, entrambe avete una passione l'uno per l'altro, solo che non volete ammetterlo e pian piano vi sta distruggendo >>" ma qualcosa attirò la mia attenzione, dei passi si erano fermati d...

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<< Perdonami >> a quelle parole mossi il viso, aprii gli occhi e davanti a me c'era Eric di spalle che stava uscendo dalla stanza, mi alzai coprendomi il petto e mi toccai la guancia che mi aveva appena sfiorato sorridendo.
<< Stamattina continueremo con i combattimenti, chi ha vinto, va a fare palestra sollevando pesi >> io, Jackson e Peter ci guardammo e ci avviammo in fondo alla palestra: << Non ho ancora finito, il pomeriggio ve lo lasciamo libero, così come domani dato che avete il giorno delle visite da parte dei vostri parenti, il giorno dopo inizieremo la seconda prova >> concluse Eric.
<< Cassie i tuoi genitori verranno? >> mi domani Jackson mentre si sistemava il peso d'alzare: << Lo spero, mi piacerebbe molto vederli... i vostri genitori vengono? >>
<< Quelli di Peter sì, i miei non credo, non abbiamo un gran rapporto >> mi confidò Jackson: << A proposito... da quand'è che non dormi come si deve Cassie? E soprattutto da quant'è che non mangi? >>
<< Siete peggio dei miei genitori voi due... non mangio perché non ho fame e dormo poco per i mille pensieri che ho in testa >> mi sdraiai e tirai su i pesi, ma ogni volta che li portavo in alto facevo sempre più fatica, come se mi mancassero le forze: << Ti stai sforzando troppo >> Eric prese i pesi e li appoggiò: << Basta >> mi disse serio e preoccupato, così mi alzai, ero tutta sudata e la testa mi girava

 non mangio perché non ho fame e dormo poco per i mille pensieri che ho in testa >> mi sdraiai e tirai su i pesi, ma ogni volta che li portavo in alto facevo sempre più fatica, come se mi mancassero le forze: << Ti stai sforzando troppo >> Eric pr...

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<< Seguimi Pacifica >> lo seguii e con mia grande sorpresa mi portò in mensa: << Vai a sederti, arrivo subito >> mi andai a sedere al solito tavolo, la mesa faceva un strano effetto, non c'era nessuno solo io e Eric e naturalmente i cuochi: << Mangia >> mi posò il vassoio davanti a me e si sedette di fianco: << Grazie... ma Eric non ho fa... >>
<< Mangia e non ci alzeremo da qua finché non hai pulito il piatto >> l'ascoltai e iniziai a mangiare pian piano: << Ieri sera, senza volere ho origliato la conversazione tra te e la Candida >> ingoiai il boccone, mi feci ancora più piccola di quello che ero: << E sono rimasto lì ad ascoltarti mentre leggevi >> stavolta il boccone mi andò di traverso, picchiettai sul petto e bevvi tanta acqua: << Mi piacerebbe se qualche volta leggessi anche a me dei libri >> mi voltai verso Eric, il suo sguardo era basso: << Eric non credo che sia una buona idea >>
<< Perché? >> aveva pure il coraggio di chiedere il perché? << Vuoi sapere il perché? Ti accontento subito... sono stanca dei tuoi sbalzi d'umore, l'altro ieri ci siamo baciati, ieri mi hai ignorato come se avessi la peste e oggi, mi parli e mi chiedi di leggerti dei libri... c'è qualcosa che non va in te Eric >> mi alzai e mi avviavi verso l'uscita, ma mi fermò per un polso: << È vero, c'è qualcosa che non va in me, prima che tu arrivassi, ero l'Eric che tutti temevano e mi giravano al largo, ma poi sei arrivata, sentivo qualcosa dentro me cambiare, ma succedeva solo quando c'eri tu, non riuscivo a capire e non riesco ancora a capire >> mi teneva ancora per il polso: << Eric lasciami... ti prego >> ma niente non voleva ascoltarmi, così per liberarmi gli tirai un pugno, Eric reagì e mi buttò addosso ai tavoli e alle sedie, mi rialzai e gli corsi incontro, buttandolo per terra, mi misi a cavalcioni su di lui e strinsi la sua maglietta e l'alzai: << Chiedimi scusa >> dissi arrabbiata, ma le posizioni s'invertirono, ora era lui sopra di me: << Mai >> si avvicinò al mio viso e mi baciò, lo staccai con molta fatica: << Mi hai appena baciata? >> lo guardai dritto negli occhi e stavolta presi io la palla al balzo e lo baciai, chiusi gli occhi, lasciai che sia lui a guidarmi, sentivo il mio corpo andare a fuoco, i nostri baci divennero sempre più passionali, sentivo la sua lingua giocare con la mia, portai le braccia dietro al suo collo e lo strinsi di più a me, si staccò dalle mie labbra e m'iniziò a baciare il collo, ansimai ad ogni suo bacio, erano come una droga per me, sentivo le sue mani tirarmi su la maglietta, dovevo fermarlo, anzi dovevamo fermarci, presi una sua mano: << E-Eric è meglio che ci fermiamo >>
<< Forse è meglio >> si alzò e mi aiutò, quello che vidi mi lasciò a bocca aperta, i tavoli della mensa insieme alle sedie, erano la maggior parte in disordine: << Siamo stati noi? >> domandai ancora incredula del casino che avevamo combinato: << Sì ed è meglio che mettiamo apposto, prima che qualcuno scopra ciò che abbiamo fatto >> disse serio l'intrepido dai molti sentimenti.

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