Jughead Jones, ragazzo strano, solo, a cui sono successe troppe brutte cose.
Jennifer Williams, la "ragazza nuova", solare, estroversa, sempre in cerca di un buon motivo per sorridere.
Perchè due persone così incredibilmente diverse dovrebbero esser...
Non mi sento per niente bene, sono appena uscita dallo spogliatoio, ho lasciato Betty assieme a Cheryl, ho una voglia matta di colpire Jug.
Lo vedo, è in una classe, solo, fissa il vuoto.
Apro la porta, sono furiosa, mi guarda incredulo, non capisce cosa stia succedendo.
-Come hai potuto Jug? Cosa sei diventato? Non sei più il Jughead che conoscevo, il Jughead di cui mi...-
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Mi sono innamorata...
Quello che avrei voluto dirgli è chiaro nella mia testa, ma quelle parole si sgretolano nell'aria.
-Cosa? Di cui cosa?- Mi dice lui alzandosi, con le lacrime agli occhi, indietreggio, scuotendo la testa, non posso finire ancora nel baratro, l'ultima volta che mi sono mostrata vulnerabile a lui tutto è andato a puttane.
-Jen ti prego...- Si avvicina ancora di più, lo spingo lontano da me, lui alza le mani spaventato.
-Non posso Jug... Non voglio soffrire di nuovo, tu sai solo mentire, sta lontano da me, da Betty...-
I suoi occhi si riempiono di lacrime, prende una fiaschetta argentea e beve fino all'ultimo sorso.
L'odore di alcool si sente da lontano, comincia a ridere come un disperato. Mi guarda con odio, ha uno sguardo vuoto, inespressivo, non prova nulla.
-Vattene da qui... Tu sei un mostro, sai solo usare le persone, io TI ODIO.- Mi urla lui, si avvicina a me con fare minaccioso, indietreggio sempre di più, finisco con lo sbattere contro il muro, mi blocca tutte le uscite, sposto la testa verso destra, ho paura di lui, sento il suo respiro sulla mia guancia sinistra.
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-Tu sei mia Jen... Nessuno ti porterà via me.- Mi prende le mani e le porta in alto. Non riesco a muovermi, devo reagire.
Con tutta la forza che ho gli tiro una ginocchiata sulle parti basse, si piega in due, prendo il suo braccio, lo porto con forza dietro la sua schiena, la sbatto contro il banco, ora la sua faccia e pressata contro di esso, e io lo spingo sempre più in basso, con in suo braccio ben stretto tra le mie mani, dietro la sua schiena.
