Capitolo 15

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Ginevra.

Rientro nella federazione insieme ad Aurora che mi guarda, sicuramente vorrà sapere qualcosa ma qui non posso parlare anche se non c'è molto da raccontare.
"Ginevra! Mi sono dimenticata di dirti una cosa." Stephanie mi ferma prima che rimetta piede in palestra e con la coda del occhio vedo passare Colby. "Dovrai partire per Ft. Myers, in Florida, con il roster raw."
"Ma quando?" La guardo in modo perplesso.
"Ti muovi? Stiamo aspettando te!" Riconoscerei quella voce ad occhi chiusi.
"Perdonalo! È quasi sempre così scorbutico." Prova a scusarsi Stephanie al posto suo.
"Nessun problema, prendo le mie cose e li raggiungo."
Così salgo su quel pullman insieme a tutti gli atleti. Mi sento un pesce fuor d'acqua, tutti parlano tra di loro ed io resto lì ad ascoltarli. So che dovrei iniziare a conoscerli meglio ma ho un carattere dannatamente chiuso, non posso farci niente, mi servirà solo del tempo. Arriviamo in aeroporto, ennesimo volo da prendere e a quanto pare dovrò abituarmi a questo. La cosa positiva sarà quella di poter visitare più città possibili, facendo il mio lavoro e non c'è cosa più gratificante. Saliamo in aereo e questa volta vorrei Colby vicino ma appena mi vede cambia completamente direzione. È da quando siamo saliti sul pullman che non mi degna di uno sguardo o di una parola, non so esattamente perché faccia così ma non importa, ora devo concentrarmi solo sul mio lavoro. Siamo partiti e spero che il volo duri poco, nessuno si è seduto vicino a me e forse è meglio così. Ognuno di loro sembra essere talmente concentrato per lo show di stasera che a mala pena si guardano tra di loro ed io sono elettrizzata per il mio primo vero e proprio servizio fotografico. Non so bene cosa aspettarmi ma voglio godermi ogni istante, qualsiasi cosa.
"Posso?" Finn si siede accanto a me e ad un tratto sento gli occhi di Colby puntati addosso ma faccio finta di niente, se ha deciso di ignorarmi verrà ripagato con la sua stessa moneta.
"Tutto bene? Ti ho vista un po' sconvolta dopo la scenata di Colby." Chiede l'irladese dagli occhi cielo.
"Non capisco bene che problemi abbia ma va bene così, sono abituata ad esser circondata da matti."
"Quando gli interessa una ragazza diventa così anche se non dovrebbe visto che a casa ha la sua compagna."
"Già, ma non voglio aver nessun tipo di problema. Sono qui solo per lavorare." Annuisce ed inizia a guardare fuori dal finestrino, non dice più nulla e questo silenzio un po' mi urta il sistema nervoso.
Scendiamo da questo benedetto aereo per risalire su un pullman che ci porterà in albergo, i ragazzi sono di nuovo silenziosi ed io continuo a sentirmi in imbarazzo. Entriamo in hotel ed ognuno si chiude nella propria stanza, quella mia e di Colby sono vicine ma lui continua ad ignorarmi.
"Alle 17 dobbiamo stare tutti nella hall." Mi avverte Finn prima di sparire nella sua di stanza.
Decido di farmi una doccia soprattutto per riuscire a scacciare via il pensiero di Colby, anche se è stato un bacio rubato sento ancora il suo sapore sulle mie labbra. Averlo a così pochi centimetri da me, mi ha destabilizzato anche se non dovrei provare nulla per uno del genere. Mi vesto al volo mettendo cose comode, dovrò scattare molte foto e stare dietro ai loro ritmi non è tanto facile.
Raggiungiamo il palazzetto, Jon e Colby si guardano male come se avessero litigato ma non capisco, si riscaldano ai lati opposti ed si lanciano sguardi che fanno venire i brividi ma lo show inizia ed io devo cominciare a fare il mio lavoro.

Le superstar si alternano e vederli in azione è qualcosa di unico ma per ora il match che più mi ha entusiasmato è quello di Finn. Sul ring ha un carisma allucinante, resti completamente ipnotizzata da lui e dalle sue mosse e forse anche dai suoi slip aderenti. Bevo un po' d'acqua per calmare i bollenti spiriti provocati da Finn quando una sirena assordante mi fa solbazzare. Entra Jon, o meglio Dean Ambrose con una maschera antigas, ha indosso una giacca di pelle marrone con tanto di pelliccia. Mi guarda mentre gli scatto delle foto ed ha lo sguardo cattivo, entra nel ring ed inizia a parlare. Inizia ad insultare Seth Rollins che non esita neanche un secondo e si scaglia contro il suo amico. Iniziano a darsele di santa ragione ed io mi sento scossa. Entrambi hanno lo sguardo cattivo e questa cosa non mi piace. So che è solo lavoro e devono farlo ma quegli occhi mi terrorizzano, è come se mi riportassero indietro nel passato. Mentre si picchiano, Seth mi lancia qualche occhiata ed io vorrei solo andar via.
Finalmente lo show è finito, raccolgo le mie cose ed aspetto che gli atleti finiscano di cambiarsi. Sono seduta su dei gradini mentre accendo una sigaretta, è da un po' che non fumo, ma tutto ciò mi ha turbato. Forse non è il lavoro per me.

"Tutto bene?" Jon mi raggiunge "Ti ho vista un po'.. come dire.."
"Turbata?" Annuisce "mi devo solo abituare. Posso chiederti una cosa?"
"Spara!" Si accende una sigaretta anche lui.
"Perché tu e Colby vi siete picchiati? Non siete amici?"
"Non siamo semplici amici, siamo fratelli. Noi qui abbiamo un copione da rispettare ed in questo momento noi due ci odiamo ma chi ci conosce veramente sa che non è così. Ho rischiato di morire per colpa di un infortunio al braccio e questa cosa ci ha uniti ancora di più, ora siamo una cosa sola. Ci siamo sempre stati l'uno per l'altro, sia per la vita privata che per la carriera, sia per le cose belle che per quelle brutte. Io, Colby e Joe siamo una cosa sola, una famiglia e facciamo invidia a molti nostri colleghi perché il nostro è uno dei pochi veri rapporti che si sono creati qui dentro."
"Chi è Joe?" Fa un lungo e profondo respiro.
"Il mio samoano. Da qualche mese ha scoperto di avere di nuovo la leucemia, io e Colby non sapevamo nulla e quando l'abbiamo visto abbandonare il ring, mi sono sentito morire. Joe è la nostra forza, Joe è l'anello che ci unisce, Joe è mio fratello, il mio migliore amico, la mia guida nei momenti brutti. Joe è l'esempio perfetto di uomo, padre, amico e marito. Spero che tu possa conoscerlo prima o poi." Guarda un punto indefinito a terra. "Mi hanno fatto dire delle cose davvero brutte su di lui, io non volevo dirle giuro ma sono stato costretto. Non farei mai del male alla mia famiglia." Si inizia a colpire sulla testa.
"Jon! Jon." Gli prendo le mani per tranquillizzarlo. "Non lo conosco ma so che è fiero di te e so che è consapevole che quelle cose non le pensavi veramente. È il tuo migliore amico, chi può conoscerti meglio di lui?" Provo a farlo sorridere ma invano "Vedrai che questo periodo passerà e lui tornerà più forte di prima. Sono convinta che uscirà da questa brutta malattia e tornerà ad allenarsi insieme a te, devi avere solo un po' di fiducia e vedrai che tutto andrà per il meglio."
"Grazie, a volte sento l'esigenza di parlarne ma non posso, non me lo permettono ed io mi tengo tutto dentro."
"Parlane con me se vuoi, sono qui per ascoltare tutto ciò che hai da dire." Sorride e continua a fissare un punto a caso, restiamo in silenzio.

"Andiamo!" Colby sbuca dal nulla e senza dirmi altro, sale sul pullman ed io resto a guardarlo.
"Con lui è così, dicono che io sia il lunatico tra i tre ma a volte Colby mi batte. Dagli tempo, è confuso." Jon si alza aiutandomi a rialzarmi. Saliamo sul pullman e Colby è seduto da solo, ha le cuffie e guarda fuori dal finestrino, ha lo sguardo malinconico ed io mi limito a guardarlo senza poter far nulla.
Arriviamo in albergo, i ragazzi sono tutti stanchi e Colby continua ad avere una faccia da funerale. Entriamo nella hall ed il mio cuore perde un battito, la sua ragazza è lì ed io non so che fare.

Sono riuscita ad aggiornare e spero che i nuovi capitoli siano di vostro piacimento

Aspetto i vostri commenti.

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