Capitolo 10

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Colby.

Torno a casa con Jon, stanotte dormirà da me perché domani dobbiamo andare in federazione. Non ho voglia di stare qui dentro, non ho voglia di dormire accanto a Sarah, voglio solo capire perché la mia mente è ancora ferma a quel abbraccio tra Ginevra e Joshua. A me non dovrebbe interessare nulla di lei ma vederla abbracciata a lui, mi ha smosso qualcosa. Dovevo essere io a tenerla così stretta a me e non lui. Cerco di dormire ma non riesco, continuo a pensare che forse Sarah non è più la donna che faccia per me, non è mai presente come io non sono mai presente io per lei. Entrambi abbiamo un lavoro che ci porta via tanto tempo e non so più cosa sia giusto o no e non so neanche perché non faccio altro che pensare a lei. Cosa le sarebbe successo se io e Jon non fossimo arrivati in tempo? Non oso neanche immaginare.

La sveglia suona e non ho chiuso occhio, sono nervoso e non vedo l'ora di chiudermi in palestra per sfogarmi.
Io e Jon ci prepariamo in estremo silenzio, entrambi non siamo tipi loquaci quando abbiamo altri pensieri per la testa. Sarah ancora dorme e forse è la cosa migliore, non ho voglia di darle spiegazioni sul mio umore anche perché non ne ho.
Ci dirigiamo in aeroporto, abbiamo un volo per Stamford ma da lontano vedo Joshua con due ragazze, so che una è Ginevra riconoscerei il suo modo di toccarsi i capelli anche ad occhi chiusi.

"Oh c'è Joshua." Mi da una spallata Jon che fulmino con lo sguardo "Recepito." Io continuo a camminare mentre lui si ferma a salutare il samoano. Vorrei fermarmi anch'io, soprattutto per salutare lei ma sono incazzato, troppo incazzato, la guardo solo per un secondo.
Entro in aeroporto ed aspetto Jon, non voglio avere niente a che fare con loro di prima mattina. Metto le mie cuffie, alzo il volume della musica al massimo ed ordino il caffè con la speranza che non me lo butti addosso di nuovo. Sorrido a questo ricordo ma mi spavento quando sento qualcuno sfiorare la mia spalla. Mi giro e me la ritrovo di fronte, ha indosso uno skinny jeans nero, una felpa nera ed un paio di sneakers bianche, è semplice ma dannatamente sexy. Ho sempre avuto un debole per le ragazze more e tatuate e lei è il connubio perfetto e poi ha quegli occhi color nocciola che mi ci perdo soltanto a guardarli. La fisso ancora per un po', mi piace guardarla soprattutto perché lei si imbarazza. Mi tolgo le cuffie solo per educazione perché sono ancora arrabbiato.

"Ciao eh, prima sei scappato." Mi guarda dritto negli occhi ed io vorrei soltanto prenderla e baciarla ma non posso, ho una ragazza e non dovrei fare questi pensieri del cavolo.
"Non è giornata, devi dirmi qualcosa?" Continuo a guardarla.
"Volevo solo ringraziarti di nuovo per ieri sera."
"Tutto qui?" Annuisce ed abbassa lo sguardo ed io rimetto le cuffie dandole le spalle. Sento ancora la sua presenza al mio fianco, so che ho sbagliato a trattarla così ma è stato più forte di me. Perché ha chiamato Joshua per farsi consolare? C'ero io lì per lei.
Mi giro per vedere se fosse ancora dietro di me ma la vedo da lontano, i suoi occhi sono cambiati, il suo sguardo non era più come quello di 5 minuti fa. Si è tirata su il cappuccio della felpa, come se dovesse proteggersi da qualcosa o da qualcuno, Joshua e la sua amica le parlano ma lei sembra assente; sembra abbia un'aria cupa. Continuo a guardarla ma non faccio niente, è giusto che io stia al mio posto.

"Che figa stamattina la tua amica." Jon mi riporta alla realtà ma non rispondo, non ne ho voglia. "Quanto non ti sopporto quando sei così, mamma mia."
"Senti chi parla, il lunatico per eccellenza!" Mi alzo di scatto allontanandomi da lui, non ho voglia di litigare con il mio migliore amico.
"Dai man, sto scherzando lo sai." Mi raggiunge "Se questa ragazza ti provoca tutte queste cose un motivo ci sarà, non puoi stare così. Cerca di capire cosa ti succede e fa la tua decisione." Lo guardo e mi tranquillizzo un po'. "Verranno anche loro a Stamford."
"In che senso?" Lo guardo per cercare di capire meglio.
"Joshua le porta con sé ma non mi ha detto il motivo."
"Con la fortuna che ho, dovrò affrontare di nuovo il viaggio insieme a lei." Jon ride e vorrei sapere cosa ci sia da ridire. Entriamo in aereo, Jon ha il posto dietro di me, al mio fianco c'è solo un posto libero e spero con tutto me stesso che non venga a sedersi ne lei ne tanto meno Joshua.
Chiudo gli occhi anche se non siamo ancora partiti, mi lascio trasportare ancora per un po' dalla musica di Michael Jackson e sento qualcuno sfiorare di nuovo il mio braccio. Mi giro ed è di nuovo lei, indica il posto accanto al mio e si siede senza dire una parola.
Guarda fuori dal finestrino ed ha ancora quello sguardo cupo, vorrei dirle qualcosa ma non riesco, so che prima o poi mi dovrà passare ma ora non riesco.
Mi accorgo che si asciuga una lacrima ed in questo momento mi sento una merda, non vorrei stesse piangendo per colpa mia.

"Tutto bene?" Le domando sfiorandole il braccio e lei annuisce senza dire niente, senza neanche rivolgermi lo sguardo ed io resto a guardarla con la speranza che voglia un mio abbraccio per star meglio.

Salvami. Save me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora