Capitolo 22

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Colby.

È passato un mese e mezzo da quando ho fatto la cazzata più grande della mia vita. È passato un mese e mezzo da quando non so più nulla di lei, è sparita, non so dove sia. Non ho avuto modo di dirle che era tutta una stronzata, non ho fatto nessuna scommessa, mi sono solo dato delle arie per fare il figo con gli altri. So che non avrei dovuto fare neanche quello ma era l'unico modo che avevo per difendere me stesso, ho una reputazione da mantenere. Ho provato a spiegare tutto a Fergal, Aurora e Joshua ma all'inizio non mi hanno creduto, ovviamente, ho ferito la loro amica ma anche loro sono preoccupati per lei. Nessuno di noi ha sue notizie, neanche Jon o le ragazze della Riott Squad, nessuno sa niente ed io sto impazzendo.
È sparita anche dai social, la sua ultima foto è con Fergal e più la vedo e più capisco quanto il mio amico le facesse bene mentre io l'ho distrutta.
Tutti i santi giorni chiedo se qualcuno l'abbia sentito ma nessuno sa veramente che fine abbia fatto ed io vorrei solo andare a Roma a cercarla, ad implorarla di perdonarmi anche se ho fatto lo stronzo con lei. Non merita ciò che le hanno fatto e ciò che le ho fatto io, si stava fidando di me ed io l'ho tradita. E come un codardo non l'ho neanche fermata quando se n'è andata. Lo so, sono un coglione.

"No! Non ho nessuna sua notizia." Mi precede Aurora mentre la guardo disperato.
"Cazzo!" Do un pugno al sacco da boxe ma l'attenzione di Aurora si concentra sul suo iPhone. "È LEI???"
"Che cazzo ti urli!! No, è mio fratello. Ieri ha visto Ginevra." Ci raggiungono Fergal e Jon.
"Come l'ha vista? Dove? Come sta? Cosa gli ha detto?" La tartasso di domande mentre Jon mi mette una mano sulla spalla cercando di tranquillarmi.
"Non si sono parlati, l'ha vista in un locale."
"Con chi????" La interrompo e Fergal mi fulmina con lo sguardo.
"Con chi era non è importante, è che non l'ha vista per niente bene."
"In che senso?" Chiede l'irlandese.
"Ha detto che è dimagrita tantissimo, continuava a bere come se non ci fosse un domani, continuava anche a fumare e non si riduceva così da..."
"Da quando ha perso il bambino." Fergal finisce la frase di Aurora che lo fulmina con lo sguardo ed io resto immobile, a fissarla.
"Io.."
"Non sapevi nulla, immagino. Non lo dice a nessuno o a quasi nessuno." Mi sorride cercando di smorzare la situazione.
"Quindi è tornata con il suo ex?" Chiedo.
"Michael lo vorrebbe vedere solo in una bara. Sicuramente era con Alessandro." Sgrano gli occhi guardandola.
"È un tipo con cui aveva iniziato a frequentarsi prima di venire qui." Spiega occhi celesti.
"Oddio più che frequentarsi, erano amici con dei benefici." La guardo malissimo. "Che vuoi da me? Si vedevano solo per scopare." Continua lei ed io, in questo momento, pagherei oro per essere al posto di questo ragazzo.
"Però se può consolarti, ti somiglia."
"Ah grazie, davvero."
"Io devo andare da Stephanie, devo chiederle qualche giorno di ferie. Devo andare da Ginevra, ha bisogno di me." Parla a raffica Aurora e dal tono della sua voce si percepisce che è davvero preoccupata per la sua amica e lo sono anch'io.
"Troveremo un modo." L'abbraccia Fergal ed io mi sento un idiota. Non riesco neanche a consolare la sua amica, figuriamoci lei.

"Ragazzi!" La voce di Stephanie ci distrae. "Tra una settimana partirà il tour europeo."
"Andiamo anche in Italia??" La interrompo e tutti mi guardano.
"Sì certo. Andrete a Genova."
"Come a Genova?" Interviene Jon.
"Sì Good, Genova."
"Anche A Roma!" Sbuca dal nulla Triple H e noi ci guardiamo soddisfatti.
I due della authority se ne vanno lasciandoci da soli.
"Beh? Che si fa?" Chiede Jon.
"Non so voi ma io parto adesso." Mi guardano.
"Forse non è il caso, sei l'ultima persona che vorrebbe vedere."
"Probabilmente non vorrà vedere nessuno. È così, quando sta male si chiude." Aggiunge Aurora.
"Le gambe però le apre benissimo." Do una sberla a Jon.
"Fate schifo, fate tutti schifo!" Aurora si allontana come una furia e questa volta decido di inseguirla.
"Aspetta." Le urlo raggiungendola. "Ma quanto cazzo corri?!"
"Io.. io devo fare qualcosa." Inizia a colpirmi sul petto.
"È colpa mia lo so." Continua a colpirmi e la lascio fare.
"Le potrebbe succedere qualsiasi cosa." Scoppia a piangere ed io l'abbraccio forte. Non posso fare nulla ed è tutta colpa mia. Sono il solito coglione ma se le dovesse succedere qualcosa non me lo perdonerei mai.
"Troveremo un modo, giuro." Le accarezzo i capelli.
"Le piacevi veramente." Sussurra.
"Piaceva veramente anche a me ma sono stato un coglione."
"Perché l'hai fatto?" Si distacca da me.
"Perché sono un coglione, te l'ho detto. Non pensavo fosse cosi fragile." Mi guarda senza dire niente, vorrei che almeno lei mi insultasse ma resta in silenzio.

Sono solo un pallone gonfiato, come diceva Ginevra.

Salvami. Save me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora