Capitolo 27

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Ginevra.

Provo a dormire ma i pensieri non mi mollano un minuto. Non riesco a chiudere gli occhi per mezzo secondo che ho ancora nitida, nella mia mente, l'immagine di Michael con quella bambina. Assurdo come possa farmi ancora così male. Assurdo che una persona così cattiva come lui sia riuscito a farsi una sua famiglia. Chissà se la sua compagna saprà che belva si nasconde dietro a tutto ciò che fa vedere.
Mi giro nel letto con la speranza di prender sonno ma ogni tentativo svanisce. Provo ad alzarmi dal letto ed anche se la testa continua a girarmi, inizio a mettere le mie cose in un borsone. Ho bisogno di andare via, lontano da tutti e da tutti.

"Stai scappando di nuovo?" Una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare.
"Lascia stare."
"No, non lascio stare! Sai, io sono come te. Io mi tengo le cose dentro, faccio fatica a fidarmi delle persone, ho un casino dentro a questa testa che neanche immagini. Ho provato tante volte a scappare lontano ma non ho mai risolto nulla. Se non ritrovi prima te stessa, starai sempre male. Ovunque andrai, il tuo passato ti troverà."
"Jon.." mi siedo sul letto e lui accanto a me.
"Io lo so come ti senti, te l'ho detto siamo uguali. Ma conosco quel testone lì fuori e credimi che ha detto la verità. Non puoi neanche immaginare quanto lo abbia insultato per ciò che ha fatto ma è mio fratello e lo perdonerò sempre."
"Per me non è nulla."
"E allora perché scappi da lui? Non è nulla no?" Mi sorride compiaciuto. "Doveva venire Fergal a parlarti ma ho preferito farlo io. Non sono un tipo che parla molto, sono taciturno ma mi sono preso la briga di dirti una cosa."
"Cioè?"
"Il dottore che ti ha in cura, ci ha detto che dovresti riprendere le sedute dallo psicologo e dovresti farlo qui, in Italia."
"Io non voglio andarci, sto bene!"
"Lo sai anche tu che non è così."
"Sto bene, davvero, mi serve solo un po' di tempo." Guardo un punto a caso in basso.
"Non vuoi andarci? Anche a me fanno paura i psicologi." Mi strappa un sorriso. "Abbiamo pensato ad una cosa.."
"Non torno a Davenport!" Lo fulmino con lo sguardo.
"Da Fergal ci torneresti? Stavi bene lì con lui."
"Come sta?"
"È molto preoccupato per te, lo siamo tutti. Colby compreso. Torna con noi, ti daremo tutto il tempo di cui hai bisogno. Fergal si è già reso disponibile ad aiutarti e lo faremo anche noi se solo ce lo permetterai."
"Io non lo so.." sospiro.
"Prenditi tutto il tempo che vuoi, non aver fretta." Si alza dal letto avvicinandosi alla porta per uscire "Cioè in realtà hai due giorni di tempo.. Ah questa te la manda il cretino qui fuori." Mi lancia una felpa Colby.
L'annuso, profuma di lui. Continuo ad annusarla come se fosse una droga.
Non so cosa fare, non so se ascoltare il consiglio di Jon o continuare a vivere così. Vorrei aprire la mia testa per riuscire a capire cosa c'è che non va, vorrei aggiustare tutti quei meccanismi difettosi, vorrei aprire il mio cuore ed aggiustare anche lui. Vorrei solo fare un reset della mia vita e ricominciare tutto da capo.

"Spero che la felpa ti faccia sentire meno sola. Mi sei mancata e non sai quanto.
C."

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