Capitolo 22

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CARLA'S POV.

La professoressa ci illustrò il programma della settimana, onestamente apprezzai molto la cosa! Certo, avrei preferito stare in coppia con Brad, ma almeno ero riuscita ad avere un mestiere che mi piaceva molto. Le lingue sono sempre state il mio debole, conoscendole avevo l'impressione di conoscere i vari popoli, mi sentivo cittadina di tutto il mondo. Lo spagnolo era una tra le mie preferite, nonchè una in cui avevo i migliori voti. Avrei dovuto insegnare ai ragazzi del primo anno. Gli argomenti erano piuttosto semplici, non avrei incontrato molte difficoltà.

Camminai a lungo, l'aula di spagnolo si trovava al terzo piano dell'edificio. I corridoi erano poco popolato e piuttosto silenziosi. Guardavo il registro che tenevo tra le mani, mi sentivo una vera e propria professoressa. Mi ritrovai di fronte all'aula, appoggiando la mano sulla maniglia dorata. Presi un respiro  ed entrai. La classe era in un caos totale. I ragazzi erano in piedi, alcuni si lanciavano uno zaino tra di loro come se fosse una palla, chi usava il cellulare, chi prendeva in giro il proprio compagno, ula, risate e cartacce sul pavimento e in aria.

"Ehm..Buongiorno." Nessuno mi sentì.

"Buongiorno." Ancora niente. Decisi di avvicinarmi alla cattedra, lasciando cadere sopra i pesanti libri di testo che provocarono tanto rumore da attirare la loro attenzione.

"Buongiorno, classe. Sarò la vostra professoressa di spagnolo per la prossima settimana, quindi vi conviene riprender posto in questo stesso istante." Un ragazzo moro rise in tutta risposta, guardandomi da testa a piedi.

"Che cazzo è sta storia? Non mi faccio comandare da una stronza simile."

"Oh beh, sappi che questa stronza qua può anche escluderti per una settimana." Il ragazzo smise di ridere, fissandomi con odio.

"Tu prova a farlo e giuro che non dimenticherai mai la lezione che ti darò." Aprii la bocca per rispondere, ma  un ragazzo mi precedette. Era alto, moro e con gli occhi molto scuri. La pelle baciata dal sole, il tipico aspetto Mediterraneo per intenderci.

"Will, lascia stare questa bella Señorita. La cosa potrebbe essere interessante."  Notai un particolare accento. Quel ragazzo non era assolutamente inglese. 

La calma iniziò a presentarsi in aula, ne fui sollevata.

"Allora, io sono Carla del terzo anno. Sarò la vostra insegnante di spagnolo per tutta la durata di questa settimana. Qualche domanda?" Un tipo alzò la mano. Decidi di dargli parola con un cenno della testa.

"Se non hai un seno perchè porti il reggiseno?"

"Probabilmente per lo stesso motivo per  cui tu porti le mutande anche se il contenuto ha dimensioni tascabili." Il ragazzo si infastidì, ma non disse nulla. Le risate riechieggiarono nell'aula.

"Bene, iniziamo. Dove siete arrivati con il programma?"

"L'ultimo argomento riguardava i verbi essere e avere." Annuii, assimilando l'informazione.

"Bene, ripetiamo tutti insieme il tempo presente del verbo avere." In coro la classe iniziò a coniugare il verbo richiesto, guidati da me. Iniziai a chiedere ad ognuno di loro di comporre un frase in cui fosse presente quel verbo. L'esercizio continuò, fin quando non arrivai al ragazzo moro di prima. Avevo scoperto che aveva origini spagnole ed era stato bocciato più volte, infatti aveva diciotto anni.

"Moritz, tocca a te." Il ragazzo  pensò un attimo, io rimasi a fissarlo. Improvvisamente, una voce. Era Brad, stava cantando dalla sua stazione da speaker.

"She got legs like Beyonce

Give me the eye like Rihanna

And I wanna put her on camera

Hi Stranger, I'm a disaster. Can you love me?Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt