Capitolo 8

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MIRIANA'A POV

Uscii dopo vari minuti dalla doccia con un asciugamano intorno al corpo, sapevo di dover incontrare Tristan per aiutarlo nello studio e la cosa mi eccitava parecchio, ma allo stesso tempo sentivo ancora le parole di Tiffany nelle mie orecchie. E se  magari avesse ragione lei? se fosse solo un sogno irraggiungibile? in effetti fin ora nessuno mi ha mai sopportato o addirittura amato, quindi perchè proprio lui?

Quelle parole mi facevano riflettere molto, le credevo vere e che quindi si faceva strada in me il pensiero che  sarebbe stato inutile coltivare quel piccolo sentimento che si faceva strada in ogni parte del mio corpo, eppure sentivo di non poter abbandonare tutto, sentivo di averne bisogno. Per la prima volta avevo bisogno di amare. Sorrisi scrollando la testa per cercare di dimenticare quel dannato ragionamento che mi faceva perdere ogni frammento di lucidità e andai in camera per vedere cosa avrei portuto indossare. Un impresa ardua devo dire, avrei potuto saltare dentro l'armadio ed indossare dei vestiti a caso, ma pensai che forse era il caso di scegliere con cura quello che avrei dovuto indossare. Indossai un collant scuro con dei pantaloncini di jeans, una canotta nera e una felpa grigia abinata alle scarpe dello stesso colore.Tornai in bagno e presi il phon iniziando ad asciugare i capelli, poi passai al viso. Sulla giancia era comparso un livido molto evidente, lo coprii con del correttore, tracciai  una sottile linea di eyeliner sulla palpebra e un velo di lucida labbra. Finalmente ero pronta! Tornai in camera mia per la milionesima volta, presi lo zaino in cui avevo messo i libri, poi mi ricordai della giacca che dovevo portare in tintoria. Presi tutto e uscii  di casa chiudendo la porta a chiave avviandomi poi verso il centro. Trovai facilmente la tintoria e una volta sistemata la questione della giacca aspettai un taxi che non tardò ad arrivare. Il tragitto fu abbastanza lungo, e dopo qualche minuto mi ritrovavo sotto casa di Tristan. Okay, la mia sicurezza era andata a farsi fottere insieme al coraggio che era andato a puttane. E ora che faccio? Busso? Cazzo, voglio tornare a casa..

Giuro di esser stata sul tentativo di voltarmi e tornare indietro, ma  la porta si apre e qualcuno mi rivolge la  parola

"Uh, sei stata puntuale." Lui mi sorride ed io sento le mie gambe diventare un budino.

"Eh già, ho dovuto impegnarmi molto per non arrivare in ritardo." Sorrisi cercando di nascondere il più possibile l'imbarazzo. Lui si spostò dalla porta per permettermi di passare.

"Dai entra,prima iniziamo e prima finisce questa tortura." Cercai di trovare qualche residuo di sicurezza dentro di me per poi farmi strada ed entrare dentro casa. Non era molto grande ma era arrendata con gusto, o almeno per quello che ci si può  aspettare da un ragazzo come lui.

"Andiamo in camera, vieni" Iniziò a salire le scale ed io lo seguivo scrutando ogni punto della casa, attenta a non dimenticare il minimo particolare. Finalmente arrivammo in camera sua, aveva le pareti rosse e vari poster appesi alle pareti, ovviamente non mancava il letto dotato di lenzuola leopardate, una scrivania con alcuni libri, un pc portatile su di essa,un televisore decisamente enorme sulla parete e un armadio. C'erano anche una finestra e una batteria in un angolo della stanza, quell'ultimo oggetto catturò particolarmente la mia attenzione.

"Suoni la batteria?" Gli domandai, cercando di guardarlo in faccia. Mica facile per una alta 1,50.  Restò quasi stupito dalla mia domanda.

"Sì, sono il batterista di una band abbastanza apprezzata!" Pronunciò quelle parole con un tono un pò perplesso, magari pensava che conoscessi questa band? Quindi questo significa che ho fatto una delle mie solite figure di merda?

"Ohw.. non lo sapevo." Volevo essere sincera, mentire sarebbe stato decisamente peggio.

"Mi stai dicendo che non hai mai sentito parlare dei The Vamps?"

Hi Stranger, I'm a disaster. Can you love me?Donde viven las historias. Descúbrelo ahora