Cap.27

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-vado a parlargli, infondo ho combinato io questo disastro...- dice Kevin.
-no, non preoccuparti, ci penso io. Probabilmente lo tranquillizzo- dico sorridendogli e prendendomi la responsabilità di ciò che succederà.
Salgo le scale e mi dirigo un po' spaventata difronte alla sua camera
TOC TOC
-Ohhh!?- sento dall'altra parte della porta
-jack sono io, posso entrare?-
Non sento nulla così lo prendo come un si ed entro. Trovo jack disteso sul letto con le cuffie nelle orecchie e un... libro? Jack legge?? È una sorpresa a dir poco bellissima
-jack, disturbo?-
-probabilmente...-
Mi avvicino ancora un po' a lui
-ma riesci a sentirmi con le cuffie nelle...-
-..non c'è la canzone, è un modo per non sentire i miei pensieri.- dice interrompendomi e non distaccando gli occhi dal libro
Faccio un altro passo verso di lui
-mi dici cosa ti prende??- mi guarda, appoggia il libro sul letto, si alza a sedere e si alza le maniche...
Mi metto le mani alla bocca e mi viene da piangere
-J-j-jack, h-hai d-dei...-
-...si, tagli. Tagli profondi su tutto il braccio.- dice non guardandomi. Dopo 5 secondi si alza dal letto e viene verso di me. Sono traumatizzata dalla scoperta e rimango imbambolata con gli occhi lucidi a guardare fisso quella sagoma che in questo momento si trova esattamente a tre centimetri da me. Prendo il braccio tra le mani e lo esamino con le dita; ogni taglio è diverso, lunghezza diversa, direzione diversa, profondità diversa... traccio con il dito il segno di ogni problema che affligge questo ragazzo è delle lacrime cadono a bagnare la cicatrice di una di queste. Mi guarda ed è come se si preoccupasse. D'istinto mi abbraccia forte e io appoggio l'orecchio al suo petto: riesco a sentire il battito del suo cuore, quel cuore che a quanto pare ha visto molte botte. Dopodiché mi prende dal mento e mi fa alzare la testa così da costringermi a guardarlo negli occhi
-j-jack... l-lo sanno...?-
-no. Non deve saperlo nessuno.-
-m-ma p-perche...?- sospira. Non parla per ora.. ma i suoi occhi diventano lucidi al ricordo di ciò che l'ha ferito.
-non so bene come, ma è come se non mi ricordassi niente. Non so bene come, ma è come se prima di quest'ultimo anno non abbia mai vissuto. Come se sono nato all'età di 17 anni, in ospedale, con dei genitori che a quanto pare non sanno dirmi cosa o chi ero prima di quest'anno. Mi sento... mi sento...-
-...un angelo.- dico guardando a terra sommersa dai ricordi. Mi guarda, come se scoprisse che io so tutto di lui ma si sta zitto e prosegue.
-..quindi mi sono sentito come un essere inutile, anche perché la mia ragazza mi aveva lasciato e per un po' di tempo sono caduto in depressione.- sospira di nuovo e prosegue ancora -il punto è che vorrei proteggerti, proprio come un angelo.-
-jack, sono grande abbastanza da cavarmela, infondo non tutti sono persone cattive no?-
-beh si ma, se ti facesse soffrire? Io non voglio vedere una futura te nelle mie condizioni...- dice mostrandomi ancora le braccia.
-jack, non mi vedrai mai così, non c'è problema che io non si possa risolvere.-  detto questo mi guarda, come se si fosse sbagliato per tutto questo tempo dopo di che mi bacia.
La sua lingua è calda ma la parte migliore sono le sue muscolose braccia che mi stringono in vita come se dicesse "ti proteggerò io cuoricetto"
-MA CHE..?-
Oh cazzo.
-Kevin, posso spiegare...-
-io... vabbè...- dice chiudendo la porta e andandosene. Non ci eravamo accorti che stesse sul ciglio della porta. Da quanto stava lì? E li ha visto i tagli di Jack? Gli corro dietro cercando di spiegargli il tutto e mentre correvo dietro di lui per le lunghe scale mi sono improvvisamente accovacciata a terra dolorante
-AHHHHHH!-
-ESME!- Kevin sente il richiamo, ma quando si gira vicino a me c'è Jack, e rimane immobile
-BASTARDO VIENI QUA! NON VEDI CHE LA TUA MIGLIORE AMICA STA SOFFRENDO? CAZZO TI GUARDI!- interviene Jack preoccupato perché non sa che fare in questo momento
E mentre entrambe le persone a cui tengo di più sono a un passo da me, mi sento come se il dolore stia svanendo, e sussurro un semplice
-mi spiace...- Kevin non ha la faccia disgustata ma preoccupata e non penso sia solo per il ciclo.
-non importa più, sai, oggi volevo chiederti... insomma... quella domanda, ma forse vedervi, sarebbe stato meglio per non creare imbarazzo tra me e te.-
-grazie d-davvero.- dico sorridendo al mio migliore amico  che ora come ora è l'unico che  ho.
-ora però devo andare... si è fatto tardi.-

Infinitamente BelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora