cap.40

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Rimaniamo entrambi a guardare quest'acqua cosi limpida e pulita finché Leandro non si alza e va a raggiungere il bagagliaio della Sua auto. Seguo con lo sguardo la sua figura incuriosita, ed esce un costume blu da maschio.
-cosa vorresti...-
-mi butto.-
-cosa?-
-dovresti farlo anche tu. È davvero liberatorio.- così dicendo lo vedo che si leva per la seconda volta la maglietta difronte a me e anche i pantaloni -so che sono abbastanza bello ma dovrei mettermi il costume. Puoi voltarti? O se preferisci guarda pure.- dice con un sorriso da farmi sciogliere le ossa.
Cosi mi giro di scatto e mi maledico per essere così ipotizzata da questo ragazzo con questo fisico immacolato.
-fatto tesoro. Ora puoi ammirarmi quanto vuoi- dice facendomi l"occhiolino
-ma va, ho sonno; e in questo momento è molto facile per me incantarmi sulle cose che vedo.- mento. Anzi no. In realtà un po ho ragione.
-allora incantati sul mio "coso" quanto ti pare- dice superandomi e andando verso il Lago.
-pervertito.- dico a voce bassa ma a quanto pare non tanto bassa da non farmi sentire da lui e subito dopo emette una risata eccessiva.
[...]
-sei proprio sicura che vuoi rimanere sulla riva? È davvero bella l'acqua- dice facendo un giro su se stesso con l'acqua cristallina a circondarlo
-è da mezz'ora che continui a chiedermelo. Si. Rimango qui. E poi non ho il costume.-
-ma se vuoi puoi anche farne a meno eh. Insomma, indossi delle mutande e un reggiseno presumo. Ma se non li indossi avvisami che esco subito da qui.- dice con ancora il suo occhiolino
-tranquillo rimani li rimani.- mi ha sempre dato fastidio la perversione di qualunque tipo. Anche se in modo scherzoso se dice un altra parola prendo e vado in macchina.
Come se mi avesse letto nel pensiero, si ammutolisce e continua con la sua nuotata. Non credevo fosse così bravo a nuotare. Cioè... ovviamente poche persone non sanno nuotare ma anche poche persone sanno nuotare come dei professionisti senza essere dei professionisti. Ora si spiega quel corpo scolpito come il marmo.
Dopo queste mie folli riflessioni, decido di rilassarmi anche io appoggiandomi su questo morbidissimo Prato. È bello guardare le nuvole e sentire quel lieve venticello sulla pelle e sul viso che in una giornata calda come questa è l'ideale.
[...]
Quando capisco di star dormendo mi accorgo di una mano che mi accarezza il viso dolcemente e mi immagino il tocco di Jack che mi toccava la pelle come solo lui sapeva fare, e ogni suo tocco era fuoco sulla mia pelle. Ogni suo respiro mi colmava l'animo.
OK BASTA. INSOMMA NON È COSÌ PERFETTO
Per quanto mi possa sgridare da sola sto soltanto mentendo a me stessa. Ragazzi se è perfetto...
-sei bellissima quando dormi.- dice Leandro continuando a massaggiarmi le mie morbide guance senza staccare gli occhi da me.
-da quanto tempo siamo qui?- dico. Alzandomi ed emettendo uno sbadiglio. Sembra di aver dormito anni.
-beh... stai dormendo più o meno da un ora e mezza quindi due e mezza all'incirca
-dobbiamo ritornare all'orfano.- dico è davvero importante non ritardare o ci metteremmo in seri guai.
-come vuoi.-dice alzandosi e andando in direzione della macchina. Wow non mi ha contraddetta. Forse mi ha davvero letto nel pensiero prima.
In macchina rimaniamo in silenzio fino a che
-posso chiederti cosa ti ha fatto Anderson?- mi chiede
-Jacob?- chiedo
-e chi altro se no?-
-beh... diciamo che mi ha tradito con una certa Silvia.- a quest'ultimo nome si rabbuia e non dice nulla. Annuisce soltanto.
Il viaggio prosegue con noi che fissiamo il vuoto dei nostri pensieri finché
-siamo arrivati.- dice scendendo dalla macchina.
Scendo anche io ma ho una strana sensazione. Come se qualcosa stesse per andare storto. Infatti.

CHIAMATA DA JACK💕

devo ricordarmi di cambiare il suo nome in "coglione"
Non rispondo semplicemente e già che ci sono gli cambiò il nome della rubrica con "Jacob Anderson". Più malvagio di questo
-chi era al telefono?-
-jacob-
-ah...- dice abbassando lo sguardo. Forse prova della compassione per me. Spero di no.
Appena entriamo nell'orfano mi si blocca il cuore. Vedo jacob nella segreteria delle adozioni a pochi metri da noi. Cosi prendo Leandro per la maglietta e lo trascino di nuovo fuori
-cosa succede piccola?- ah.. quella parola. Prima mi faceva senso se non era Jack a dirla ora mi fa senso perché era Jack a dirla. Ok che loop mentale
-entriamo da una porta secondaria vieni.- così facendo lo trascino nella finestra della camera mia.. emh.. sua.. ce.. nostra.
-scavalca-
-okk-
-attenzione che arrivo- dico io dopo che lui è al sicuro
-va bene ti prendo-
-ce la faccio da sola.-
-uff. Ok.- dice in modo abbastanza scocciato che ho paura che se la sia presa per davvero.
Siamo al sicuro. Sono al sicuro. Nella mia Camera. Dove niente e nessuno poteva impedirmi di essere felice. Dove nessuno mi ha frantumato il cuore come se fosse un frullatore. In questa Camera ho passato dei bellissimi momenti con una persona che non si ricorda nulla di tutto ciò. Senza accorgermene una lacrima riga il mio viso costringendomi a non guardare per un po Leandro. Ma la cosa peggiora perché la lacrima diventa in poco tempo un piccolo fiume che non vuole smettere. Solo pochi secondi dopo Leandro si accorge del mio stato, così mi raggiunge in fretta e senza dire nulla mi abbraccia. Uno di quegli abbracci sinceri e leali. Quegli abbracci che ti sussurrano "sarai la stellina che proteggerò sempre" anche senza dire una parola. Dopodiché decido di lasciarmi andare alla malinconia e più lui mi stringe al suo corpo più io mi faccio piccola. Proprio come faceva Jack. Sto seriamente pensando che possa essere Leandro, ora, il mio jack.

Infinitamente BelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora