Cap.20

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-ecco a lei signorina- dice il cameriere giovane porgendomi il bicchiere con la medicina. Non lo ringrazio neanche, sono troppo presa dalla tentazione di quella disgustosa bevanda ma dopo un lungo sorso gli accenno un 'grazie' per essere gentile.
Il cameriere ricambia sorridendo intanto noto con la coda nell'occhio jack che vorrebbe strozzarlo male.
-si okok ora levati microbo!-
-esigo un po' di rispetto.-
Oh no... quella frase non va detta assolutamente a uno come jack, soprattutto non a jack.
-ripetilo...-fa in tono minaccioso
andando verso di lui
-non ho paura di te, devi portarmi rispetto. Sto salvando la tua bella principessa in difficoltà. E cosa fa il cavaliere dall'armatura scintillante? Non la soccorre nemmeno. Ecco cosa fa!-
Stringe i pugni e anche i muscoli facciali, sembra che stia per esplodere come un vulcano. In faccia è rosso di rabbia e mi vorrei tappare le orecchie prima di sentire cose vietate ai minori.
-NON È LA MIA PRINCIPESSA CAZZO! E IO NON SONO IL SUO PRINCIPE!-
Era meglio se mi fossi tappata le orecchie...
Rimaniamo entrambi impassibili difronte a quel vulcano che sta... piangendo? Ma perché piange...
Non capisco... prima mi dice di non poter stare lontano da me e poi mi fa questo? Un fiume di lacrime circondano il mio viso. Vorrei scappare ma non ho la forza né fisica né mentale. Sono distrutta letteralmente a questo punto. Un mio gemito di dolore rompe il silenzio e lo sforzo che faccio per cercare di muovere qualche muscolo è tremendo tanto che entrambi si girano... ma solo il cameriere viene a soccorrermi. Forse ha ragione lui. Forse io non sono la sua principessa. Forse sono solo un giocattolo che può usare e gettare come se nulla fosse.
-signorina, si sente bene?- lo guardo dritto negli occhi poi guardo jack che è a dir poco scioccato e confuso più di me.
Non ho le forze di far nulla. Il mio cuore è andato. Ma il mio cervello no.
-vattene immediatamente.- mi rivolgo verso jack lentamente e scandisco bene le parole nel tentativo di produrgli un dolore simile a quello che sto provando in questo momento.
-Esme ti pre...-
-VATTENE CAZZO! AHHH!- uso le ultime energie che mi rimangono per levarmi dalle palle quel bellissimo stronzo infame. Strizza gli occhi di rabbia ma non dice nulla e ritorna al ristorante. Dopodiché scoppio come una fontana. Ecco perché sono nata stronza, perché fidarsi delle persona ti porta a questo. A un cuore infranto...anzi, ad avercelo un cuore. E fa male per una che non l'ha mai avuto.
-posso aiutarti in qualche modo?- mi guarda dritto negli occhi preoccupato.
-puoi andare dalla donna seduta al mio tavolo e dirle che Esmeralda vuole un passaggio per tornare a casa per favore?-
-certo signorina, come desidera.- quando sta per alzarsi, io voglio fare lo stesso, ma i reni doloranti non me lo permettono
-non si preoccupi signorina, la aiuto io...- mi circonda con il braccio e mi aiuta ad alzarmi.
-posso chiederti quanti anni hai?-
-16, fra 15 giorni 17.- dice facendomi alzare
-ah...-
-sorpresa?-
-in realtà si, ti avrei dato 18 anni.-
-non è la prima volta che mi capita.- dice mostrandomi il suo smagliante sorriso
TIN TIN
La suoneria del mio telefono rompe il silenzio tra noi. La notifica indica che sono le 11 e vorrei tanto, troppo tornare a casa e dormire.
-ora vado a chiamare sua madre signorina.- fa inchinandosi scherzosamente
-mi ha letto nel pensiero signore.- faccio la galante per quel poco tempo che il ciclo mi da tregua. Dopo esattamente 15 secondi, arriva jade in fretta e furia
-tesoro, vuoi tornare a casa?-
-si mamma, ti prego.-
La parola 'mamma' gli fa ancora effetto dato che mi guarda e sorride poi mi accompagna piano alla macchina e aziona il condizionatore. Menomale che c'è lei in questa famiglia, altrimenti me ne sarei scappata, altro che casa.

Infinitamente BelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora