NOVE

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Percepisco il profumo del caffè in questa casa. Chiudo gli occhi per un attimo e respiro l'aroma migliore del mondo. Poi gli riapro, Cesare ha acceso la luce dell'entrata e mi guarda con aria divertita. Mi ha lasciato la mano, che peccato.

-Ma dove siamo?- chiedo entusiasta.

-Questa è una delle tue prime case Anna...quelle che ti ha lasciato tuo padre.- sorride ancora e io non riesco a trattenere il mio entusiasmo e ricambio con le lacrime agli occhi.

-Davvero?- chiedo e mi guardo ancora attorno. L'arredo sembra eccentrico e costoso, scelto con cura. Mi piace. Cesare accende le altre luci e mi conduce nel salotto piccolo e così pieno che è difficile muoversi senza aver paura di rompere qualcosa. Ci sono librerie piene di libri, datati per lo più ed enciclopedie. Libri in lingua tedesca e inglese, francese. Ora sono curiosa di sapere che lavoro facesse. A prima vista sembra che sia appartenuta ad una persona molto colta e che sia stato ricco non c'è dubbio.

-Ma che lavoro faceva?- chiedo a Cesare che mi sta osservando.

-Era un professore universitario, letteratura straniera, tutta questa fortuna apparteneva alla sua famiglia da sempre. Ma lui era figlio unico e tu sei la sola erede in vita.-

-Un professore? Chissà come si sono conosciuti lui e la mamma.-

-Tua madre frequentava l'università a Bari?-

-Non che io sappia...- dico distrattamente guardando ogni oggetto strano che si trova sulle mensole di legno massiccio.

-Magari sarà successo nella caffetteria...chissà.- commenta Cesare anche lui intento ad osservare tutto con grande interesse.
-Ti piace questa casa non è vero? - mi chiede.
- È bella, accogliente... Non so però se ci abiterei...- Mi avvicino alla porta finestra che si affaccia su un giardino esterno. Sembra tenuto bene, nonostante il buio, si intravede la cura delle siepi appena vicine alla finestra.
- Ma c'è qualcuno che se ne occupa però...della casa intendo.-
- C'è un custode ben pagato per tutte le proprietà...-
- Ho ereditato anche lui?- ridiamo.
- Se hai bisogno del suo aiuto puoi anche pensare di assumerlo tu.-
- Per lui posso scegliere. Perché invece tu sei nel pacchetto eredità?- chiedo, lui sorride e si guarda intorno.
- Perché è stato tuo padre a decidere...ti sembra strano?-
- No, per niente... Anzi...credo che sia la più piacevole delle coincidenze.- mi sbilancio e arrossisco.
- Intendo dire che è meglio che ad aiutarmi ci sia qualcuno che conosco...siamo in un certo senso vecchi amici...anche se non abbiamo mai approfondito...- oddio, non so cosa dire.
- Ho capito quello che vuoi dire, Anna.-
- Meno male, ogni tanto dico cose senza senso..- mi volto per evitare il suo sguardo. Lui si allontana e continua a guardarsi intorno.
-Guarda...vieni Anna.- mi chiede di avvicinarmi a lui. Tiene in mano una cornice di legno profilata in argento.

-Cosa c'è?-

-Questo era tuo padre...- dice dolcemente.

-Fammi vedere...- prendo la cornice dalle sue mani e resto zitta osservando un uomo bello e che somiglia tantissimo a me. Ma la cosa sorprendente è vedere che accanto a lui c'è una persona che io conosco perfettamente. Mia madre. Così giovane e bella, felice. Sorridono entrambi e io? Dov'ero? Non ero nei loro progetti. Avrò rovinato la loro felicità?

-Tua madre era bellissima.- commenta.

-Cesare! Sembra che tu avessi una cotta per mia madre!- dico e rido per non piangere. Alla vista di quella foto sono abbastanza scossa.

-Ma che dici? Non si può avere un'opinione obiettiva? Lo era e non puoi negare che fosse così...tu le somigli tanto.- mi dice e per un attimo ho come la sensazione ancora una volta che voglia dire qualcosa di più.

Il caffè dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora