UNDICI

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- Sai cosa mi da più fastidio? Non aver saputo nulla per tanto tempo...e ora che so che mio padre è stato vivo e vegeto per tutta la mia infanzia e la mia adolescenza, mi fa stare molto peggio. - confesso a Maria Rosa mentre le servo la torta al cioccolato.
- E anche se tua madre ti avesse detto tutta la verità, non è  tu abbia brillato per coraggio e spirito indomito...non ci saresti mica andata a parlare...- dice sincera. Ha ragione. Il coraggio non è stato mai il mio forte, ma chissà, forse la mia vigliaccheria dipendeva anche dal fatto di non aver avuto un padre al mio fianco. Chi può dirlo con certezza?
- Se non fosse che ora posso risolvere tutti i miei problemi non avrei mai accettato la sua fortuna.-
- Perché non mi hai mai detto nulla? Lo sai che ti avrei aiutata.-
- Appunto. Non volevo che ti caricassi i miei guai. E la cosa che voglio fare per prima è convincere i miei affittuari a vendere il locale, così posso ristrutturare tutto, anche i mattoni del pavimento. -
- Per me potrebbe anche restare così...- risponde gustando un pezzo di torta.
- Dovresti guardare meglio, c'è chi, con una sola occhiata si è accorto che sta cadendo a pezzi.-
- E chi? Il bell'avvocato?-
- Chi sennò! È stato l'unico sincero che non ha avuto peli sulla lingua ed è così strano che sia l'unico a cui io posso fare domande su mio padre, l'unico che può darmi una mano con tutta la burocrazia che c'è dietro una simile situazione... Insomma, la vita sembra che voglia darmi...- mi interrompono. Cesare è appena entrato. Sono le 8:00. C'è l'ha fatta davvero! Gli piace così tanto questa torta?
È bello in giacca e cravatta, gli donano tantissimo. Ma stamattina con la maglia Tommy Hilfiger, è come un raggio di sole prepotente che ti abbaglia non appena sei sveglio e apri le tende. Non ricordo che abbia mai praticato qualche sport in particolare, ha un fisico stupendo e il cuore mi rimbalza in testa e poi nel petto. Proprio come è sempre successo fin dalle elementari. Accidenti.
- Buongiorno!- dice allegro, non sembra che abbia dormito poco.
- Buongiorno raggio di sole!- risponde Maria Rosa che può permettersi con lui questa confidenza. Non sembra strano detto da lei. Mi viene da ridere e mi volto per nascondermi. Sono contenta che lui sia venuto. Contentissima direi.
- Come sta signora?-
- Puoi chiamarmi Maria Rosa e darmi del tu, è vero che posso essere tua madre, ma non farmelo pesare tesoro!-
- Allora posso offrirti anche un caffè senza che tu pensi che voglia sedurti..- risponde lui reggendo il tono spiritoso della conversazione. È così naturale quando parla che non riesco e non sono mai riuscita a capirlo. Sembra che sia sincero, forse così tanto che non ha nulla che non vada nel suo modo di fare.
Sono più io quella strana e che pensa troppo su quello ce deve fare o dire.
- Mio caro Cesare, offrendomi un buon caffè sei ormai in trappola...- dice Maria Rosa facendomi l'occhiolino. Io le servo il caffè ristretto come piace a lei.
- Non sai in che guaio ti sei cacciato..- intervengo io. Lui si siede mi guarda con aria preoccupata.
- Se in questo posto, un uomo offre un caffè mio ad una donna, chiunque essa sia, diventa il suo amante ..subito. Il caffè ristretto che beve Maria Rosa è quello della passione...- dico seria guardandolo negli occhi a pochi centimetri dal suo viso. Ma quando mi sono avvicinata a lui? Stiamo così per alcuni minuti. Mi è sembrato che fosse un attimo eterno, in cui ho rivisto noi due ancora ragazzini andare a scuola insieme. Sento il viso diventare caldo e i suoi occhi si riempiono di quella luce strana e indefinita che li anima da quando ci siamo rivisti. Sorride e scoppiamo tutti e tre a ridere.
- Ci avevi creduto, dì la verità!- scherzo mettendogli una mano sulla sua, poggiata sul bancone. Maria Rosa è così divertita che temo si senta male.
- La tua espressione era memorabile!- dice lei. Le porgo un sorso d'acqua.
- Siete tremende!- dice lui ancora ridendo.
- Non mi dire che non ti sarebbe piaciuta una notte d'amore con me?- scherza ancora Maria Rosa.
- Senza offesa Maria Rosa, ma non sei il mio tipo.- risponde lui e mi guarda. Io sto preparando il suo tè freddo e la torta da portare via.
- Se è per questo neanche tu sei il mio tipo figliolo! Io gli uomini, li preferisco più in carne e robusti... Tu invece mi sembri sciupato.- lo osserva proprio come una mamma preoccupata.
- Sto mangiando male e poco..sono i nuovi ritmi a cui mi devo ancora abituare. Ecco perché voglio la torta di Anna, almeno per oggi il mio palato sarà salvo...- dice e mi guarda ancora.
- Non puoi mangiare solo la torta. Ti ho preparato anche altro. Tieni!- metto sul banco una buste con delle teglie di alluminio con il pranzo per oggi.
- Che profumo...- commentano entrambi.
- So già cosa sono! Parmigiana e polpette?- mi chiede e io annuisco.
- Certo, questo è un pranzo, non solo la torta. Come vuoi lavorare senza fare una pausa decente?- gli dico e sorrido.
- Grazie Anna...- risponde abbassando gli occhi. Sta per prendere qualcosa dalla tasca. Oddio! Vuole pagarmi!
- Cesare! Stai fermo, non voglio niente, come devo dirtelo che non mi pesa? Piuttosto, torna presto così possiamo fare un altro giro turistico! -
- Certo, sarò qui nel primo pomeriggio. Ma non è che la tua parcella sarà il pranzo no?- mi dice scherzando.
- Se non ti dai da fare tornerà ad essere solo tè freddo!- ridiamo e lui prende le sue cose per andare via.
- Scappo o non riuscirò ad arrivare puntuale. A dopo. - dice e bacia sulla guancia Maria Rosa e a me regala solo un sorriso smagliante. La mia amica lo guarda con trasporto e sospira.
- Avessi venti anni di meno...- commenta mentre lui è uscito.
- Solo venti? Almeno trenta in meno, e poi non l'hai sentito? Non sei il suo tipo...- ridiamo ancora. Iniziare così la giornata non è male.
- Hai visto la sua faccia? Ci ha creduto al caffè magico...-
- Sì, sembra che ci creda ma non ha voglia di ammetterlo. Lo sai che ha effetto solo su chi crede davvero e su chi ama il caffè. E comunque il tuo non era quello della passione...ho mentito. Ti ho preparato quello DEC, quello più adatto ad una pettegola come te! - sorrido e lei mi fa una smorfia.
- Avevi paura che funzionasse?- mi chiede.
- Non si sa mai... Col mio caffè tanti si sono innamorati e fatto l'amore...non potevo correre il rischio.-
- Qui c'è qualcuno geloso? Ti piace il bell'avvocato.- afferma. Io resto zitta, sarà meglio dirle tutto su di lui? Ma sì, è lei la mia vera migliore amica.
- Lui è quel ragazzo che mi ha mandato fuori di testa al liceo, quello per cui ho pianto tanto che non so come ho fatto a non morire per disidratazione.-
- È lui? È lui quel cretino che si mise con Sandra?- annuisco.
- La cretina sono stata io... non sapeva che avevo una cotta per lui e non sono stata capace né di provare a conquistarlo, né di fargli sapere quanto mi  piacesse...alla fine lui cambiava ragazza ogni mese, la cosa brutta fu vederlo con quella scema di Sandra.-
- Donnaccia!- commenta e ridiamo.
- Coraggiosa...direi io. Sapeva quello che voleva...-
- Non la giustificare Anna! Piuttosto, quando tirerai fuori pure tu le unghie? -
- Che vuoi dire?-
- Che ti piace ancora questo ragazzo...ho l'occhio lungo io e la mia esperienza mi insegna tante cose. So vedere quando c'è energia fra due persone, energia erotica...- afferma.
- Ma di che parli? - rido come non mai. Certe volte. Anzi sempre, averla ancora come amica dopo tanti anni, mi fa sentire piccola e ingenua come quando ero ancora in compagnia di mia madre. Maria Rosa è stata davvero una manna dal cielo per me.

Il caffè dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora