VENTITRE

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Ci sono 40 gradi all'ombra e Lella è agitatissima.
-Dovresti suonare al citofono...- le dico mentre, stringendo i pugni con la fronte imperlata di sudore, mi guarda preoccupata.
- Ho paura...-
- Se tu hai paura...allora è la fine del mondo. - le dico sorridendo.
- Non dire scemenze Anna...non sono così coraggiosa come credi.-
- Ne sei sicura? Forse non te lo ricordi ma sei tu quella che mi ha baciata davanti a una folla impazzita di ragazzi mettendoli tutti a disagio.-
-Ma dai...perché la tiri fuori adesso questa storia? Pensavo che fosse acqua passata...-
-Infatti. Non ti porto rancore...però ora in nome di quella mia umiliazione ufficiale che mi ha fatto passare per la tua ragazza per anni dovresti premere quel pulsante. Per lo meno saremo al fresco...non sopporto questo caldo.-
-Fallo tu dai...-
-Ho le mani occupate...- le mostro tutte le buste con il necessario per preparare il caffè delle anime gemelle a casa sua per i suoi genitori.
-Vigliacche!-una voce improvvisa alle nostre spalle ci fa trasalire per lo spavento.
-Sonia! Ma che ci fai qui...?- chiede Lella sorpresa.
-Il mio caffè non può avere effetto sui tuoi senza che ci siate entrambe - rispondo allegra che finalmente sia arrivata anche Sonia.
-Vedervi insieme permetterà al mio caffè di compiere la sua magia...- dico e Sonia citofona.
I genitori di Lella ci accolgono con il sorriso di chi è pronto ad affrontare il suo peggior nemico.
-Anna...l'altra sera neanche ti sei fatta vedere in campagna...-
-Ho avuto un impegno improvviso...ma come vede sono qui Signora Carla.- rispondo alla madre di Lella mentre mi bacia sulle guance.
-Un impegno a cui non potevi proprio rinunciare per noi?- insiste sapendo quanto bene mi vogliono e io a loro.
-Era qualcosa di veramente importante...ma ci rifacciamo oggi...posso usare la sua cucina? Ho portato tutto per prepararvi qualcosa di davvero unico...uno dei miei caffè speciali.- dico e lei perplessa annuisce e mi porta in cucina.
Ho notato che non hanno accolto Sonia allo stesso modo. Mi dispiace per lei. Prima inizio a fare il mio caffè prima le cose cambieranno. Aspetto che mi lascino da sola e inizio il mio rituale. Sento le loro voci che ridono, discutono e commentano una partita in tv forse. Quando tutto è pronto sul vassoio, lo porto in salotto dove tutti mi aspettano. Lella è in ansia. Il suo viso è troppo pallido. La scelta che ha compiuto è stata così difficile. Per lei ovviamente ho preparato il caffè dei vigliacchi e lo beve subito senza neanche pensarci. Per Sonia il cappuccino della fiducia e per i suoi futuri suoceri il caffè delle anime gemelle. Questo caffè nato nella masseria di mio padre ha un potere in più. Credo che possa aiutarli ad accettare che l'amore puro e sincero possa esistere senza ostacolarlo. Nella mia testa prego che funzioni. Per la prima volta in vita mia ho paura che non faccia effetto. Lella è la mia preziosissima migliore amica nonostante i casini che ha combinato tanto tempo fa. Ho capito che essere se stessa non è semplice e quindi starle vicino è il minimo che io possa fare.
-Allora? Che ne dite? Non avevate mai avuto occasione di bere il caffè di Anna!- esordisce Lella guardando i suoi.
-È buono, è buono...- dice il padre e la madre annuisce di conseguenza.
-Bene...- Lella tergiversa e trema. Il caffè dei vigliacchi non l'ha sciolta come si deve...accidenti.
-Che c'è Lella? Ti senti male?- le chiede la madre mettendole una mano in fronte.
-No, no mamma sto benissimo. Mai stata meglio. - si alza in piedi scansando la mano di Carla.
-Devo...cioè io e Sonia dobbiamo dirvi una cosa...- continua camminando per la stanza.
-Cosa?-
-Beh.... sapete che io e lei ci vogliamo bene...che...- fa un gesto per far capire goffamente che sono fidanzate.
-Sì..lo sappiamo.- dice suo padre alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a lei.

- Che ci vuoi dire? Che finalmente hai messo la testa a posto?- dice  lui asciugandosi la fronte con un fazzolettino in cotone.

-Papà non ho da mettere la testa a posto, pensavo che si fosse capito che non si tratta di questo, ma che non ci posso fare niente, io sono così che ti piaccia o no.-

- Figlia mia allora dicci che devi dire, non ci tenere così sulle spine, tuo padre non è un uomo paziente.- dice Carla.

-Non vi terrò sulle spine...mamma...papà...io e Sonia abbiamo deciso di sposarci.- dice secca e seria. Scende un silenzio glaciale nella stanza. L'espressione sul viso dei poveri genitori è indescrivibile. Li guardo e mi auguro che non ci sia una sfuriata.
-Dite qualcosa...- li invita a parlare.
-Che ti dobbiamo dire figlia mia! Che ti dobbiamo dire...- la madre ha le lacrime agli occhi e si avvicina al tavolino per prendere una tazza e bere ancora caffè. Deglutisce piano ad occhi chiusi. Sospira e si avvicina al marito rimasto immobile di fronte a Lella.
-Lella...ma qua da noi queste cose non si fanno...- Carla è preoccupata.
-Lo so mamma...ma vogliamo farlo. Andremo in America...vogliamo avere quello che hanno tutte le persone che si amano...una vita insieme...una famiglia insieme.- dice con la voce rotta dalle lacrime. Ma non piange, trattiene tutto. Lei è troppo forte. Sonia che è rimasta in disparte si alza e la raggiunge.
- Sappiamo che è una cosa difficile da accettare...-
-No...mia cara Sonia non lo sai quant'è difficile per noi...e per la città? Non ci avete pensato che prima o poi si verrà a sapere? Che cosa diranno? Vi disprezzeranno...vi mortificheranno alla prima occasione...e che famiglia volete o potete avere? Lo sapete come si fanno i figli o ve lo devo spiegare io?- Cosimo finisce di fare il suo discorso. Non ha tutti i torti. Lella e Sonia vogliono vivere il loro amore in un posto in cui l'uomo porta ancora la clava e le donne sparlano delle altre donne fingendo solidarietà.
- Le cose possono cambiare...- dico senza rendermene conto. Tutti mi guardano sbalorditi e curiosi di sapere che cosa voglio io. Cosa c'entro io?
-Lo sa che cosa rovina il mondo? Il pregiudizio...l'ipocrisia...la falsità. Lella e Sonia sono la dimostrazione che l'amore vince su tutto, anche sui cervelli gretti delle nostre città. Se i miei genitori avessero avuto la metà del coraggio che hanno loro adesso io non avrei nessun rimpianto e mio padre avrebbe potuto farmi anche lui le sue belle prediche. Prendermi a schiaffi se sbagliavo o stringermi forte quando ne ho avuto tanto bisogno...io non penso che si debba avere paura di amare...e sono la prima che lo ha fatto...- dico con le lacrime agli occhi. Lella mi sorride. Ha capito a cosa mi riferisco. Cosimo e Carla mi guardano rammaricati e felici. Ho sciolto i loro cuori?
- Anna...- dice Lella stringendomi a lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 23, 2019 ⏰

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