Ero abbastanza brava a disegnare le rose rosse. Ne disegnavo sempre ovunque, diciamo che era un po' una fissazione. Mia madre mi raccontava spesso che da piccola passavo le ore a guardare il roseto di alcuni amici e che le raccontavo storie strane su piccoli esseri che le popolavano. Così anche a scuola sulla copertina del diario, sullo zaino in tela, sui quaderni disegnavo rose rosse. La mia firma sulla lettera per Cesare. Senza volerlo, senza rendermene conto. E lui. Lui aveva capito che quella scema capace di scrivere una lettera d'amore non firmata, ma con il marchio che la distingueva in mezzo alle studentesse che pensavano più a trovarsi il ragazzo più bello della scuola piuttosto che alle rose rosse, ero io.
Certo è che l'avvocatura è proprio il lavoro giusto per lui. L'intuito non gli è mancato, solo che ha ceduto, come spesso facciamo tutti, al pregiudizio. Abbiamo anni da recuperare, una vita che ci è volata via davanti ma lui ha detto che esistono le seconde possibilità. Ci credo anche io adesso. Ce ne sono tante nella vita di ognuno di noi, ma ho sempre pensato che per me si fossero ridotte alle pareti della mia caffetteria. Invece Cesare è la dimostrazione che non è così.
- Non sei stata abbastanza furba...- ride e con le dita segue il disegno delle rose rosse sul bordo della lettera.
- Affatto....- rido anche io. Ha il viso riempito da una bellissima espressione serena.
- Immagina come mi sono sentito stupido dopo averti spedito le rose e aver assistito al bacio con Lella!- ridiamo ancora e lui ripiega la lettera e la rimette nel portafogli.
-Perché non l'hai buttata via?- gli chiedo guardandolo negli occhi.
-Questa lettera è stata il mio portafortuna...dal momento in cui l'ho trovata per caso fra le cianfrusaglie di mio padre. Durante il mio viaggio in Europa, con il lavoro. Le rose rosse non mi hanno fatto avere più dubbi...sono ritornato coi miei per vendere la loro ultima campagna e ho preso tutte le rose del roseto di mia madre e te le ho regalate...- ride ancora e io lo guardo mentre il sole illumina i suoi occhi sinceri.
Secondo me sto sognando, quei famosi sogni sono diventati realtà e pur avendo dei risvolti meravigliosi, lo so che prima o poi accadrà qualcosa che cambierà tutto o sta già succedendo. Mi giro dall'altra parte guardando fuori. Ho il battito accelerato e non so cosa dirgli, cosa chiedergli, eppure avrei tante domande.
- Anna...- mi dice e mi sfiora la mano con la sua. Istintivamente afferro la sua con vigore e lo attiro a me nascondendo il mio viso sul suo petto.
-Lascia che io adesso possa amarti alla luce del sole. Che io possa fare con te tutto quello che non ho fatto per dieci anni...- mi dice guardandomi con quella meravigliosa luce negli occhi scuri che lo distinguono dal resto del mondo per me.
- E cosa avresti voluto fare?- gli chiedo sollevando il viso dal suo petto. Lui ride e mi bacia con passione.
- Prendi la tua borsa...ti porto via...- Lo guardo sbalordita e emozionata. Sciogliamo il nostro abbraccio e raccolgo le foto che ho lasciato sul tavolo, le metto in borsa e lui mi prende per mano senza aggiungere altro. Raggiungiamo la sua macchina e con un sol leone ci rimettiamo in viaggio. Non so dove mi stia portando e non riesco a decifrare i suoi pensieri. Accende la radio e la musica sembra solo prendersi gioco di me. Ci sono gli U2... Cesare mi guarda e serio.
- Quella notte avrei voluto prendere a pugni Lella...così come si fa con un ragazzo rivale...- mi confessa.
-Ma ovviamente sarebbe stato fuori luogo e sbagliato.- ride e mi mette una mano sulla mia.
-Ovviamente...ma la lettera? Era la mia confessione...-
- Alberto mi disse che Sandra ti aveva convinta a scriverla per nascondere i tuoi "problemi" .-
STAI LEGGENDO
Il caffè dell'amore
ChickLitQuando Anna si ritrova davanti il suo primo amore, Cesare, suo ex compagno di scuola, non si aspetta di certo che lui sia l'avvocato che curerà la ricchissima eredità lasciatole da suo padre, mai conosciuto. Ma non è questo a meravigliarla, quanto i...