QUINDICI

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Quando apro la porta della sala da té per mostrare lo scempio a Franco, muoio per la vergogna. Se non mi fosse arrivata la manna dal cielo non ce l'avrei fatta a tenere questa attività in vita e in più gli affittuari non sanno nulla, altrimenti sarebbero guai seri. Settimane fa credevo di dover chiudere tutto quanto e con esso la vergogna per non avercela fatta e tener in piedi quello che i miei nonni hanno costruito in tanto anni di duri sacrifici.

-Santo Dio!- commenta Franco guardando le pareti ricoperte da muffa nera.

-Già..- rispondo incerta su quello che dovrei dire.

-Ma qualcuno ti ha fatto dei lavori?-

-Sì, un anno fa, ho pagato per farmi ridurre il locale in questo stato...l'intento era quello di fare un nuovo impianto di riscaldamento.-

-Sì, ma ci sono perdite...si capisce subito...- tocca le pareti con la sua mano esperta. Almeno spero che lo sia.

- Certo che si capisce, ma non avevo più soldi per richiamare qualcun altro in grado di sistemare le cose. Quell'idiota che ha fatto l'impianto si è rifiutato di aggiustare il danno.-

-Fai causa.-

-Sì, ora potrei, ma a che serve? Passerebbe troppo tempo e io voglio che tutto ritorni come una volta. O forse anche meglio, prima che i miei affittuari si insospettiscano e vengano di persona come sta la loro proprietà.- sorrido e lui mi guarda furbo.

-Ecco perché sei stata così comprensiva con me, tu sei nei guai sul serio...-

-Non fare lo spiritoso. Piuttosto quanto tempo ci vorrà?-

-Bè almeno tre mesi, quattro.- risponde grattandosi la testa.

- Tre mesi? Non è per niente la risposta che voglio da te! Sei in debito e siccome ti ho salvato dall'avvocato, pensa bene che questo lavoro non deve durare di più di un mese.-

- Ma non è possibile! Bisogna anche chiudere la caffetteria, non possiamo lavorare con i clienti qui dentro.-

-Non chiudo, neanche per un giorno.- gli faccio segno di seguirmi nella sala principale. Ci serve un caffè. Lui pensa che io stia giocando, ma si sbaglia. Deve rifare tutto in poco tempo.

-Caffè?- gli chiedo.

-Sì, sì, ma corretto.-

-Corretto?- gli chiedo dubbiosa.

-Magari con un liquore.- continua.

-Il caffè non si corregge.- affermo severa.

- Ma se lo fanno così in tutti i bar!-

-Questo non è un bar come tutti, e io non sono tutti.-

-Mia moglie me l'ha detto... ha preso informazioni quando sono tornato a casa stamattina.- assurdo, sua moglie che prende informazioni su di me!

-E che cosa ti ha detto esattamente?-

-Che sei la più brava, a fare il caffè...- ride e io lo osservo crogiolarsi nella sua stupida insinuazione. Secondo lui poteva avere un tono pressoché equivoco.

-E da chi ha preso informazioni? Da tutto il paese?-

-Ma che ne so, so soltanto che quella quando si mette in testa di sapere qualcosa su qualcuno smuove anche i santi!-

-Lasciamo stare i santi, ecco il caffè.-

-E' anche stavolta dell'onestà?-

-No stavolta è quello della buona volontà...mi serve che i lavori vengano fatti in un mese solo e che la caffetteria non chiuda.-

Il caffè dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora