Il rumore del martello e delle voci nella sala da tè non sono il massimo alle 6.30 del mattino. La voce di Franco si distingue perfettamente in mezzo a quella di altre persone. Saranno i suoi aiutanti? Gli altri nani! Penso, e mi viene da ridere. Sposto il telo trasparente che serve da protezione fra la sala da tè e la sala principale. Un ragazzo giovane dagli occhi scuri e la carnagione olivastra con diversi piercing qua e là mi guarda stupito, e si alza in piedi facendo segno a Franco di voltarsi verso di me.
- Anna! Ecco, hai visto? Ho mantenuto la parola!-
- Non credo che avessi altra scelta no?- sorrido e tutti gli occhi degli altri operai sono puntati su di me.
- Ragazzi, questa è Anna Manfredi, la signorina che ci paga e che accontenteremo ad ogni richiesta.- il ragazzo di prima fa una smorfia strana e si tira su i jeans che sembra gli siano caduti. O è stato solo un gesto per attirare la mia attenzione?
- Samuele, vieni qua!- Franco chiama proprio lui.
- Questo è uno dei miei figli, il minore, lui studia...che studi?- oddio, non sa neanche cosa studia il figlio.
- Ingegneria...- risponde con fare da saputello che ha voglia di mettersi in mostra.
- Che bravo...- commento.
- Grazie...- risponde e mi lancia uno sguardo strano e mi sorride.
- Bene, hai bisogno di qualcosa Anna?-
- Vi ho portato la colazione. Vi va di fare una pausa?- chiedo e non ho il tempo neanche di finire la frase che sono già tutti in piedi a ripulirsi le mani per mangiare. Caspita sono davvero sette! Mi seguono nella sala principale e servo cornetti al cioccolato appena sfornati, rustici ripieni, e tolgo via la torta al cioccolato. Quella per Cesare meglio metterla da parte, non sia mai che la mangi qualcuno che non deve.-E quella?- mi chiede Samuele.
-Questa è per i clienti della caffetteria, ma ce n'è un'altra anche per voi. Eccola qua. E' la specialità della casa.- dico fiera di me stessa. Lui mi fissa e mi sorride ancora. Se non fosse così giovane potrei pensare che ci stia provando con me. Ma io non è che sia così avanti con gli anni, in fondo manca poco al mio ventinovesimo compleanno. E lui? Quanti ne avrà? 20? Ma che pensieri sto facendo? Scrollo le spalle per distrarmi e preparo i caffè per i miei cari operai.
-Anna!- mi chiama Franco.
-Dimmi...- gli servo il suo caffè della buona volontà.
-Ecco...- mi porge una busta bianca. La apro e dentro ci sono dei soldi in contanti.
-I soldi della festa...perfetto.- affermo e prendo la busta per metterla via. Lui mi guarda con aria interdetta.
-Eravamo d'accordo che ti avrei pagato io. Non guardarmi come se fossi io la ladra.- Mi appoggio al banco e gli sorrido.
-Eh, lo so, ma c'è la retta di Samuele che è scaduta da un po'...dovrei rimettermi al passo.- mi confessa a bassa voce diventando rosso.
-Non preoccuparti. Voglio solo capire se pagarti in contanti o con assegno. Ne devo parlare prima con l'Avvocato Colaci, poi ti darò quello che ti spetta, ma non mettermi pressioni o finirò per cambiare idea.-
-Certamente...non sia mai. Sei proprio uguale a tuo padre. Lui onesto e preciso su tutto...- non finisce la frase. Forse lui stesso percepisce l'imbarazzo dovuto alle sue parole. Mio padre tanto onesto si è meritato un lavoratore altrettanto disonesto.
-Va bene, meglio ritornare al lavoro.- mi dice e io annuisco.
-A dopo.- rispondo mentre Samuele si avvicina a me per riportarmi la tazza del caffè.
-Era ottimo, mio padre dice che è miracoloso.-
-Bè miracoloso mi sembra eccessivo. Comunque grazie per il complimento.-
-E' stato lui a farlo non io. Per me è solo caffè.- si allontana e si tira su di nuovo i pantaloni. Ma non può mettere una cinta? Si volta per verificare se io lo stia guardando e mi coglie in flagrante. Accidenti. Abbasso lo sguardo ma mi accorgo che sta sogghignando. La cosa mi mette a disagio e mi fa pensare a quanto le cose siano cambiate rispetto a dieci anni fa. Sicuramente non avrei notato un ragazzo come lui, e sicuramente non lo avrei guardato sistemarsi i pantaloni passando per una maniaca. Si cresce e si cambia, le parole sagge di mia mamma risuonano nella mia testa sempre, come quel martello che ha ripreso il ritmo fastidioso. Cambiata o no, stare in questo posto è l'unica cosa che mi importa e per cui darei tutto. anche l'intera eredità se fosse necessario. Una figura piccola e magra entra improvvisamente rimettendomi in riga coi pensieri.
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Il caffè dell'amore
ChickLitQuando Anna si ritrova davanti il suo primo amore, Cesare, suo ex compagno di scuola, non si aspetta di certo che lui sia l'avvocato che curerà la ricchissima eredità lasciatole da suo padre, mai conosciuto. Ma non è questo a meravigliarla, quanto i...