Mi sveglio cullata da un abbraccio tenero e dolce. Quando riesco a mettere a fuoco la vista e i pensieri, mi ricordo che ieri sera io e Cesare ci siamo intrattenuti a guardare cosa contenesse la scatola nera con gli effetti personali di mio padre. Poi ci siamo addormentati. Evidentemente eravamo troppo stanchi. Fuori sembra che sia da poco spuntata l'alba. Siamo poggiati con la schiena al divano ancora seduti per terra. Una posizione, direi, piuttosto scomoda per dormire. E l'abbraccio? E' quello di Cesare. Mi tiene un braccio intorno alle spalle. Mi sposto un po' per guardarlo. Siamo così vicini che potrei...approfittare? Mi viene da ridere. Non sono tanto disperata. Però lo guardo e mi incanto a osservare ogni piccolo movimento del suo viso addormentato. Senza rendermene conto seguo con le dita la linea del mento con la barba che si vede appena, per arrivare a sfiorare i capelli. Che sensazione. Sto sognando ancora? Il calore trasmesso dalla sua pelle però tradisce l'illusione e un suo movimento appena accennato mi fa capire che questo è un attimo di vita reale che coi sogni ha poco a che vedere. Si sposta anche Cesare, forse sta per svegliarsi. Il suo braccio mi tira verso di lui e ci ritroviamo a pochi millimetri di distanza. Il mio viso è quasi sul suo. Apre gli occhi di botto e mi guarda, non molla la presa però.
-Anna...?- mi dice con tono interrogativo.
-Cesare dovresti lasciarmi...- cerco di divincolarmi, ma non è facile. Lui ride e io mi innervosisco.
-Scusa...- mi sussurra e mi lascia andare.
-Stavo facendo un bel sogno...- commenta mentre io cerco di rimettermi in riga coi pensieri e col cuore troppo accelerato. Ma mentre mi tiro via di qualche centimetro sento un rumore sordo provenire dall'ingresso principale. Salto su me stessa e lui mi guarda con aria preoccupata. Il rumore si ripete. Ci alziamo in piedi in silenzio. Cesare mi fa cenno con il dito di non parlare.
-E' la porta...- dice a bassa voce. Ci avviciniamo all'entrata e ci rendiamo conto che c'è qualcuno che bussa forte con impeto.
-C'è nessuno?- grida una voce roca e fastidiosa.
-Stai indietro Anna, vediamo chi è il nostro visitatore.- si mette su con la schiena tirando un bel respiro e va ad aprire. Davanti a noi c'è un uomo tarchiato, coi capelli brizzolati, la pelle scurita dal sole e gli occhiali spessi.
-Buongiorno...- dice Cesare.
-Buongiorno...è lei avvocato! Ho visto la macchina fuori il cancello ma non sapevo fosse la sua...-
-Sì. Franco, ci siamo fermati per la notte. Ti presento Anna, la nuova proprietaria della villa e di tutto ciò che apparteneva al tuo vecchio datore di lavoro.- afferma Cesare facendomi segno di venire avanti. Quindi questo è il famoso custode che sbevazza in luoghi che non gli appartengono.
- Piacere...- mi dice porgendomi la mano.
-Piacere mio.- ricambio la stretta della mano sudaticcia e priva di personalità. Non vedo l'ora di andarla a lavare.
-Allora Franco...visto che la presentazione ufficiale è stata fatta, mi sembra giusto discutere sulla tua posizione di custode...- esordisce Cesare.
-Aspetta, prendiamo prima un caffè.- Aggiungo io.
-Niente di meglio che un caffè o no?- commenta Franco. Cesare lo guarda con aria truce. Andiamo in cucina e mi metto subito a fare il caffè mentre loro due si siedono al tavolo ancora apparecchiato con il resto della cena di ieri sera.
-Mi dispiace, ho interrotto qualcosa?- commenta ironico Franco.
-Sì, un ottimo sonno ristoratore.- Cesare sembra proprio arrabbiato.
-Abbiamo gradito la dispensa piena.- dico a Franco che diventa viola per la vergogna.
-Mi...mi fa piacere..- risponde imbarazzato.
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Il caffè dell'amore
Romanzi rosa / ChickLitQuando Anna si ritrova davanti il suo primo amore, Cesare, suo ex compagno di scuola, non si aspetta di certo che lui sia l'avvocato che curerà la ricchissima eredità lasciatole da suo padre, mai conosciuto. Ma non è questo a meravigliarla, quanto i...