Capitolo 11

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Scusate per la lunga attesa! Stavo lavorando ad altri racconti e cercando di ricatture l'ispirazione che mi era sfuggita di mano :P a presto!

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La mattina seguente, Viola si svegliò con un lungo lamento mentre si rigirò nel letto.

"Chi diavolo ha aperto le tende così presto?!" Mormorò immergendo il viso nel cuscino per evitare la luce che le dava così fastidio.

Respirando, annusò la federa e si fermò a metà." Che strano odore! Ma avevano cambiato il detersivo?" L'annusò di nuovo. Ma l'odore non era quello di detersivo...ma che cos'era? Alzando la testa, fu colpita dal gran mal di testa che aveva, facendola gemire più intensamente.

"O mio dio! Ma cosa è successo?" Disse tenendosi la testa fra le mani.

"Menomale che ti sei svegliata finalmente. Cominciavo a preoccuparmi un po'. Come ti senti?" Chiese Marco entrando il più silenziosamente possibile.

"Marco?!" Chiese la ragazza non riuscendo a trovare la forza di alzare la testa dal cuscino. "Che ci fai...?" Ma non riuscì a finire la domanda che appena aperse gli occhi si accorse di non essere in camera sua.

Viola saltò su all'improvviso però dovette richiudere gli occhi per il dolore intenso alla testa.

"O mio dio! Che diavolo è successo? Dove sono?"

"Viola calmati! È tutto a posto, sei nella mia capanna..."

"Cosa ci faccio nella tua capanna?" Disse tenendosi ancora stretta la testa.

"Beh eri ubriaca e poi non volevi assolutamente che io chiamassi Stuart...allora ti ho lasciata dormire qui visto che non eri in condizioni di ritornare da sola alla villa."

"Allora è per quello che ho questo mal di testa assordante..."

"Tieni." Le disse dandole due pillole. "Prendile che ti sentirai meglio."

Viola le mandò giù senza pensarci due volte e si sdraiò nuovamente ad aspettare che facessero effetto. Una mezza risata domata le attirò l'attenzione. Dirigendo lo sguardo verso la porta vide che c'era anche Ryuuji.

"Non ha nemmeno chiesto cosa fossero." Disse sopprimendo una risata che gli distorgeva l'espressione.

"Cosa stai insinuando?" Disse, con la fronte cipigliata.

"Niente, niente." Rispose sorridendo apertamente quando non riuscì più a trattenersi. "Vedo con piacere che sembri riconoscermi stamattina."

"Cosa?!" Disse sentendosi mancare l'aria, quasi come le stesse per fermarsi il cuore all'improvviso.

"Niente, non farci caso." Disse mentre cresceva il sorriso sul suo volto. "È meglio così."

Non le diede nemmeno il tempo di reagire che se ne andò. Viola sentì la porta principale che si chiudeva dietro di lui. Non ebbe la forza o il coraggio ad inseguirlo. Rimase lì a pensare che cosa aveva potuto voler dire finché non si accorse del rosso scioccante della maglietta che indossava. Marco si era alzato.

"Ti lascio riposare. Se hai bisogno di qualcosa chiamami." Le disse lasciando pure lui la stanza.

Viola si ritrovò da sola nella stanza indossando una maglietta che non era sua e con un mal di testa scoppiante. Si sdraiò nuovamente sul letto cercando di ricordare qualcosa del giorno prima ma il mal di testa non la lasciava concentrarsi. "È poi da dove è spuntata questa maglietta...? Mannaggia perché non riesco a ricordarmi niente?" Richiuse gli occhi per un attimo, poi si sforzò di alzarsi a chiudere le tende. Raggiunse a malapena la finestra perché inciampò in qualcosa. Guardandosi i piedi, riconobbe il top che aveva indossato per la festa. Era tutto ammucchiato ed era ancora umido. "Ma che diavolo è successo ieri notte?" Pensò Viola esaminando nuovamente la maglietta rossa che aveva addosso. La taglia era troppo grande...e il colore troppo sgargiante per i suoi gusti. Se la tolse e si rimise addosso il top che aveva scartato senza saperlo. Uscì dalla stanza reggendosi ai muri per accertarsi di non perdere l'equilibrio.

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