Capitolo 25

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Ryuuji aveva continuato a camminare tra il sottobosco, portando Viola in groppa. La ragazza si era fortunatamente addormentata lungo il percorso ed aveva dunque smesso di distrarre Ryuuji dal seguire il percorso tra la foresta. Fortunatamente, ben presto si ritrovò sul passaggio che avevano seguito per la prova di coraggio. Da questo punto in avanti sarebbe stato facile ritornare dagli altri. Infatti non ci mise molto a ritrovare gli altri che li stavano ancora cercando.
Ryuuji continuò a portare Viola in groppa fino ad arrivare alla sua stanza. La ragazza stava ancora dormendo. Facendosi aiutare dagli altri per aprire la porta della stanza, lentamente la posò sul suo letto, e coprendola con il lenzuolo la lasciarono riposare in pace.

La mattina dopo, Viola si svegliò più tardi del solito sentendo qualcuno bussare alla sua porta. All'inizio si sentì un po' disorientata, non ricordandosi come vi era arrivata in camera. Però sentendo bussare ancora una volta si decise a rispondere.

"Avanti." Disse cercando di liberarsi del sonno che non voleva ancora lasciarle gli occhi.

La porta si aprì rivelando Dario che guardava dentro la stanza cautamente.

"Posso entrare?" Le chiese con un sorriso.

"Ah, sì." Disse lei, tirandosi le coperte su fino a ricorprisi la bocca.

Non si era certo aspettata di trovarsi Dario dietro alla porta così all'improvviso. Non sapeva nemmeno come vi fosse arrivata in camera...ripensando a quello che le era successo ieri, si sentì arrossire. Chissà quanti problemi aveva causato a Dario come capitano del club essendosi persa nella foresta ieri sera! Intanto Dario era entrato, lasciando socchiusa la porta.

"Come ti senti?" Le chiese Dario sendendosi accantole al letto.

"Sto bene." Rispose lei, non sapendo come esprimere le sue scuse.

"Ero preoccupato quando non ti abbiamo trovato in groppa al vice-capitano del club di kendo. Per un attimo ho pensato che eri svenuta e..."

"Ah no! Mi dispiace d'aver causato così tanti problemi."

"No, non importa! L'importante e che tu stia bene. Avresti dovuto dirlo se ti spaventava restare da sola nella foresta."

"Ecco io..."

"Comunque l'importante e che ti abbiamo ritrovata e che non ti sei fatta niente...o quasi niente." Disse adocchiandole la gamba che Viola s'accorgeva solo ora che le era stata bendata.

Viola arrossì e mormorò nuovamente le sue scuse però Dario la fermò, non volendo sapere delle sue scuse, insitendo che non aveva di che scusarsi. Il silenzio imbarazzante che seguì fu interrotto dall'arrivo della cameriera che aveva portato da mangiare in camera a Viola visto che non poteva ancora camminare sulla gamba bendata. Dario si scusò per lasciarla mangiare in pace. Viola si sentì un po' giù di morale vedendolo andar via, però non vedeva l'ora di essere lasciata da sola perché aveva improvvisamente bisogno di andare in bagno.

Non appena la porta si socchiuse dietro a Dario, lasciando Viola da sola, la ragazza aspettò qualche secondo per assicurarsi che fosse veramente da sola e si tolse di dosso le coperte per scendere dal letto. Non sapendo quanto o meno le si fosse già guarita la gamba ma sentendola sicuramente un po' indolenzita, decise di non metterle peso addosso. Quindi la tenne alzata da terra e si dirisse verso il bagno un saltello alla volta, usando solo la gamba buona. Stava per raggiungere la porta del bagno quando la porta della stanza si aprì all'improvviso, spaventandola e facendole perdere l'equilibrio. Fu comunque sostenuta dal cadere a terra da un paio di braccia che la presero appena in tempo. Le parole che seguirono lasciarono ben poco spazio ad indovinare chi fosse appena arrivato.

"Che diavolo stavi cercando di fare?" Disse rimettendola in piedi.

Viola era pronta a rispondere con un feroce "E tu che ci fai qui?!" come le era solito non appena sentisse quella voce. Ma guardandolo negli occhi e vedendovi la domanda sincera non ebbe il coraggio di dire nulla se non per altro, per il fatto che non sapeva come esprimere il suo fioco senso di gratitudine perlomeno per averla aiutata. Invece, risolse di rispondere onestamente alla domanda visto che non aveva l'energia per dar vita ad un'altro battibecco.

"Stavo cercando di andare in bagno." Disse raggiungendo finalmente la porta ed aprendola. "Ora se vuoi scusarmi..." e se la richiuse dietro.

Viola ci mise più tempo di quanto avesse bisogno, sperando che Ryuuji s'annoiasse d'aspettarla e se ne andasse. Non sapeva proprio come guardargli in faccia. Un parte di lei si rifiutava di sentirsi grata per l'aiuto che le aveva dato, dall'altra si sentiva il bisogno di al meno ringraziarlo. Però non sapeva come sarebbe riuscita a dirgli quella semplice parola quando le sarebbe stato davanti. Probabilmente non avrebbe avuto ne la voglia ne il coraggio di guardarlo in faccia visto la figuraccia che aveva fatto il giorno precendente.

Comunque non poteva passare tutta la giornata rinchiusa nel bagno. Quindi risolse di non guardarlo in faccia per evitare il più possibile di sentirsi nuovamente in imbarazzo e finalmente aprì la porta. La fioca speranza che se ne fosse andato le morì in petto all'istante perché la stava ancora aspettando vicino alla porta d'ingresso. Lei fece finta d'ignorarlo e si voltò per ritornare a letto, però lui la fermò in un sol gesto, prendendola per il braccio.

"Dove credi di andare così a saltello?"

"Torno a letto visto che non posso ancora camminare."

"Non c'è ne è bisogno." Disse lui prendendola alla sprovvista con le sue parole. "Puoi usare questi."

Viola non poté che guardare con sopresa per vedere che le aveva procurato una gruccia e gliela stava porgendo come se niente fosse. Non riuscì a mascherare la sorpresa che le era palese in viso. D'altronde, non si sarebbe mai aspettata un gesto simile da lui.

"Se non la vuoi la riporto indietro." Disse con il suo solito tono prepotente.

"La voglio." Disse Viola prendendola, ancora sorpresa.

"Dov'è il tuo apprezzamento?" Chiese lui scherzosamente.

Purtroppo queste parole fecero riemergere ricordi dell'ultima volta che le avesse detto qualcosa di simile, e la sua reazione non fu per niente esagerata, perché prese in mano la gruccia che le aveva appena dato e la afferrò con due mani come un bastone, preparata a difendersi se avesse tentato di baciarla una seconda volta.

"Così va meglio." Disse lui tirando fuori il suo solito sorriso. "Però faresti meglio a non usare quell'aggeggio contro di me. Non ti servirebbe a tanto usare un'arma contro qualcuno che la sa usare meglio di te...forse contro quel vostro capitano funzionerebbe bene."

"Come ti può passare per la testa che io vorrei mai colpire qualcuno gentile e premuroso come il capitano?! Non è mica scortese come te! Se vi paragonassi non risultereste nemmeno della stessa specie."

"Su questo non hai tutti i torti. Non puoi certo paragonare uno come me a uno come lui." 

Viola non voleva sapere cosa volesse insinuare con quelle parole, perché sicuramente sarebbe scoppiata per la rabbia. D'altronde, Ryuuji non sapeva far altro che irritrala a morte. Tutta la voglia di ringraziarlo le era evaporata nell'istante in cui aveva cominciato a parlar male di Dario. Però Ryuuji le tolse il problema, perché si voltò per ritornare da dove era venuto.

"A più tardi!" Le disse scomparendo dietro alla porta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 01, 2016 ⏰

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