Ritrovarsi [3/3]

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Anche se non aveva freddo, si strinse tra le braccia e avanzò fino all’interno della casa. Sulla soglia, si sentì sbalzare all’indietro. Incespicò sui suoi passi e si voltò. Dietro di lei, Behrouz teneva Batuffolo per la collottola, mentre il caracal si dimenava, graffiando il vuoto alla ricerca delle sue mani. Tra loro, la luna disegnava un sottile filo d’argento che li congiungeva per il petto. 

Nemeria sbatté le palpebre e appoggiò la mano lì, dove la punta si era aperta in una pozza di luce. Il cuore fremette in un’aritmia che le smorzò il respiro. Batuffolo emise un miagolio stridulo e diede una zampata davanti a sé. Il filo tremolò e franò come sabbia. Nemeria guardò Behrouz, mentre teneva Batuffolo con la stessa impassibile espressione di quando avevano parlato, e abbassò lo sguardo. A terra non c’era alcun granello di sabbia.

- Aghà, dovete dirmi altro? -

La voce di Behrouz le rimbombò nelle orecchie, come fosse dietro di lei. Nemeria non gli rispose e filò dritta verso la camera da letto.

Noriko sedeva sulle coperte leggendo un libro. Non appena la vide entrare, lo chiuse all’istante. 

- Sei tu, vero? -

- Certo che sono io. - sbatté la porta e ci si appoggiò contro. 

- Domani vedo se riesco a farti avere un altro colloquio con Sayuri… -

Nemeria non le fece finire la frase. - Perché devi sempre comportarti così? -

- Così come? -

- Come se non ti importasse nulla. -

Noriko capì subito a cosa si stava riferendo. Rilassò le spalle e, con calma, poggiò il libro sul comodino.

- Non mi importa di loro. -

- Non ci credo. -

- Puoi credermi o no, la realtà non cambierà. E dovresti prendere le distanze anche tu. -

Nemeria sgranò gli occhi. Non poteva averlo detto davvero. Eppure, le tranquillità di Noriko comunicava l’esatto opposto.

- Non ho intenzione di andarmene, ora che li ho ritrovati. -

- Non stai ragionando. -

- No, sei tu che stai dicendo stronzate. - intrecciò le dita dietro la nuca e le fece scivolare davanti agli occhi assieme ai capelli, - Tu… tu non mi impedirai di vederli. -

La fronte di Noriko si increspò e la sua bocca fremette. Un tremito impercettibile, quasi quanto l’ombra che le incupì lo sguardo. Quando si alzò, c’era di nuovo indifferenza.

- Non voglio ascoltarti, lasciami stare. - le disse Nemeria.

- Io voglio solo il tuo bene, perché non lo capisci? -

- Se tu volessi davvero il mio bene, non mi avresti mai chiesto di non vederli più. - 

Le schiaffò via la mano e indietreggiò. Il braccio rimase sospeso nel vuoto alcuni istanti, prima che Noriko lo abbandonasse lungo il fianco.

- Noi facciamo parte di un passato che stanno cercando di dimenticare. Continuare a imporre la tua presenza renderà solo tutto più doloroso. -

Nemeria si tappò le orecchie e scosse la testa, come se così avesse potuto scrollarsi di dosso le sue parole. Erano sale su una ferita mai guarita.

- Prima o poi la tua fama di gladiatrice cancellerà il ricordo che hanno di te. E quando smetterai d’essere un’amica, ti scacceranno perché avranno paura di te. -

- Basta! -

L'afferrò per la tunica e la inchiodò al muro. Il desiderio distruttivo di Agni si fece strada dentro di lei a zampate, dilaniando carne e ragione. L’odore della stoffa bruciata intossicò l’aria, divenne così intenso da scacciare tutti gli altri odori. Noriko, però, non si scompose.

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