L'impatto col suolo si ripercosse nelle ossa in un contraccolpo che le tolse il fiato. Nemeria rimase immobile a fissare il cielo plumbeo sopra di lei, con la neve che scendeva vorticando sul suo viso.
Respirava. Era viva.
Sbatté le palpebre e provò a tirarsi su. Un dolore sordo, all'altezza della schiena, la inchiodò a terra. Il terrore le artigliò le viscere. Serrò le dita a pugno e si puntellò su un fianco. Guardò le proprie gambe. Non le sembravano rotte. Le venne quasi da piangere quando riuscì a piegarle. Piegò anche il braccio per tastare la spina dorsale, rallentando in prossimità del punto in cui le faceva male. Prese un profondo respiro e strinse i denti. Un attimo dopo esalò un sospiro di sollievo. Era stata una semplice botta, per quanto brutta e dolorosa.
Una risata isterica eruppe dalla sua gola.
- Vedo che stai bene. -
Nemeria roteò gli occhi. Un falco la fissava appollaiato su una roccia. Avrebbe potuto anche credere che fosse un uccello qualunque, se non le avesse parlato con la voce di Sayuri.
- Hai mai visto questo posto? -
- Non mi pare. Non ricordo. - rispose Nemeria.
Davanti a lei uno sperone di roccia si protendeva nel vuoto. La neve continuava a cadere, formando un liscio manto bianco. Soltanto la sagoma del suo corpo ne rovinava la perfetta compattezza.
Nemeria.
Nemeria si voltò verso lo sperone. Avanzò a piccoli passi, stando bene attenta a dove metteva i piedi. Un frullio d'ali seguito da uno stridio l'avvertirono che Sayuri la stava seguendo in volo.
- Devo andare avanti. - si disse, ma la su voce riecheggiò nel silenzio.
Contò fino a dieci e poi proseguì. I suoi piedi sprofondavano nella neve fino al ginocchio. A volte aveva la sensazione di non toccarlo nemmeno, il terreno. Eppure, nonostante la fatica, non si fermò finché non arrivò sul ciglio del baratro. Il battito del suo cuore nelle orecchie sovrastava anche i pensieri.
Sentì che doveva sporgersi, nello stesso modo in cui sentiva il freddo sulla pelle, le lacrime agli occhi e il sapore del sangue sulle labbra spaccate.
Deglutì e lo fece.
Il vento spirava dal basso, ululando tra le scanalature della parete rocciosa, per poi innalzarsi con così tanta forza da farle perdere l'equilibrio.
- Chi sei? - urlò Nemeria, - Dimmi il tuo nome! -
L'aria vorticò davanti a lei, la neve si sciolse e il vapore si condensò in una figura sempre più umana. Quando anche il viso ebbe preso forma, dalla sommità della testa si allungarono due sottili corna di gazzella. Poi le palpebre si sollevarono e gli occhi di sua sorella si posarono su di lei. Erano bianchi, nebbiosi.
Credi di potermi dare ordini? Tu, che hai accolto le fiamme come se fossero il tuo unico dono? Tu, che chiedi di sapere il mio nome in presenza di orecchie estranee? Non sei degna nemmeno di stare al mio cospetto.
- Sarei morta, se non l'avessi fatto! Non avevo altra scelta. -
Avevi già accettato Agni come tua unica compagna già da molto tempo. Da me hai sempre preso, senza mai dare nulla.
I suoi capelli mulinarono nell'aria, arricciandosi come il fumo di una candela sottovento.
Avrai anche il sangue di Chandra, ma non possiedi la sua saggezza.
Nemeria rimase senza parole. Ancora quel nome. L'urlo del falco sopra di lei la spinse ad accantonare la sorpresa.
- Se ho sbagliato, dimmi come possono rimediare. -
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Whispering Wind
FantasySECONDO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" L'adolescenza è l'epoca in cui l'esperienza la si conquista a morsi. (Jack London) Sono passati quattro anni dalla fine del torneo e Nemeria ha una nuova vita. Lei e Noriko sono tra le più famose gladiatrici di Kala...