Noriko arrivò che aveva terminato il suo lavoro da un bel pezzo. Il sudore scuriva alcune ciocche della frangetta e alcuni granelli di sabbia si nascondevano tra le fibre della kandys.
- Si direbbe che anche Sayuri ci sia andata pesante. - osservò Nemeria.
- Quando si avvicina la stagione, tutti i Syad diventano più severi. È giusto così. - si rifece in fretta la coda e la esortò ad alzarsi, - Sbrighiamoci, abbiamo anche altre cose da fare. -
Come al solito, la biblioteca era sorvegliata da due guardie, due uomini anziani troppo vecchi per fare la ronda ma ancora abbastanza giovani per quel tipo di lavoro. Elargirono loro un cenno del capo e si spostarono per farle entrare.
Nemeria inalò a pieni polmoni l’intenso odore di pergamena, papiro e pelle. Se mai qualcuno avesse capito come imbottigliare quel profumo, lei sarebbe stata la sua prima cliente.
- Per risparmiare tempo, tu occupati dei libri a sinistra, io di quelli a destra. - disse Noriko.
Senza farselo ripetere, Nemeria si infilò tra gli scaffali. Individuò qualche titolo interessante e altri, molti altri, che avrebbe volentieri riletto. Ne sfiorò la costa in punta delle dita mentre camminava.
Si fermò davanti alla sezione dove erano conservati i volumi e le pergamene più antiche. Ne prese alcune e le scorse velocemente. Nelle leggende, le Jinian non erano altro che le figlie di una dea malvagia e troppo egoista per condividere il suo amore con i figli di suo fratello. Le bastò leggere le prime righe per capire che tutti condannavano all’unanimità “il troppo amore” della Madre. Per quanto conoscesse il pensiero dei mortali sulla sua tribù, quando si riunì a Noriko avrebbe voluto dar fuoco a tutto.
- Non ho trovato niente che non sapessi già. -
- Nemmeno io. Cercheremo altrove. -
- L’unica biblioteca più o meno vicina che conosco si trova a Ugarit, e per vicino intendo duecentoventitré miglia. Non proprio dietro l’angolo. -
- La stagione comincia tra un mese. Forse, volendo… - storse le labbra in una smorfia, - Tyrron dovrebbe avere una casa da quelle parti. Ci va spesso. -
Nemeria batté il pugno sul palmo dell’altra mano: - E, se non ricordo male, più d’una volta ha detto che un giorno ci avrebbe portate. Mi devo ricordare di chiedergli anche questo. -
- Anche? -
- Prima ho incontrato Ozgur. La visita del Consorzio di stamattina lo ha terrorizzato. Così, quando mi ha chiesto di prenderlo con me, non ho resistito e gli ho detto che ne avrei parlato con Tyrron. - sospirò e si mise le mani tra i capelli, - Non rimproverarmi ora, ti prego, non ho proprio la testa per ascoltarti. -
- Io proprio non capisco perché devi sempre complicare la situazione. - sbuffò, - Non ti è bastato il colloquio con Asal quattro anni fa? Nascondere un dominatore non censito è tradimento, te ne rendi conto? -
- Quattro anni fa ero una bambina! E alla fine ne sono uscita illesa. -
- Perché c’era Tyrron tra te e lei, sennò a quest’ora ti avrebbero già portata via. Se pensi che metterà a rischio i suoi affari per te, ti sbagli. Non sei l’unica gladiatrice dell’impero capace di usare la Forma. -
- Non sono stupida, so a che rischi vado incontro, ma non ho intenzione di ignorare la sua richiesta d’aiuto per nessuna ragione al mondo. Lui si è preso cura di Batuffolo, ha mantenuto il segreto, e finché siamo state qui non ha mai preteso niente in cambio. Non gli volterò le spalle. -
- Non vuoi farlo, è diverso. -
- Sì, è vero, non voglio farlo! Non tutti sono come te, Noriko. Non tutti riescono a voltare le spalle al prossimo quando ti chiedono aiuto. -
- Io uso la logica, a differenza tua. -
Nemeria si passò le mani sul viso. Avevano litigato di più in due giorni che in quattro anni. Per cosa, poi? Se ci pensava, le sembravano tutte cose risibili, senza senso.
- Non mi farai cambiare idea. -
Era sulla soglia quando Noriko le afferrò il polso e la tirò indietro. La rabbia le irrigidiva il viso e le scavava la pelle agli angoli della bocca.
- Sei una gladiatrice, non un eroe. Prima di salvare gli altri, dovresti salvare te stessa. -
- Non voglio essere un eroe, maledizione! Voglio solo sdebitarmi con Ozgur per quello che ha fatto per me. -
- Non puoi mettere la tua vita a repentaglio per uno schiavo. Può essersi preso cura della palla di pelo, ma se lo proteggi rischi di morire, o peggio. -
Nemeria sbuffò una risata. L’amarezza aveva sfumato la rabbia in un fumo acido che le bruciava la gola.
- Altea mi ha fatta entrare nella banda anche se Dariush la stuprava ogni notte. Pavona si è presa cura di me nonostante le ricordassi tutto quello che aveva perso. Tu hai sfidato un predone pur sapendo che ti avrebbe potuta ammazzare da un momento all’altro. Io sono viva solo e soltanto perché voi mi avete aiutata ad arrivare fin qui. Ed ero solo una bambina. - si divincolò dalla presa di Noriko e si allontanò, - Mi dispiace, ma non riesco a far finta che il resto del mondo non esista. -
Noriko serrò i pugni lungo i fianchi. Le parole di Nemeria sprofondarono in lei. Anche se sul suo viso non c’era traccia di turbamento, Nemeria sapeva di aver colpito nel segno.
- Ora, per favore, andiamo. Abbiamo perso già abbastanza tempo. -
Uscirono dalla Scuola, lei davanti e Noriko qualche passo indietro. Mantennero la distanza pure in strada. A unirle solo un filo di silenzio, appena percepibile nel marasma chiassoso di Kalaspirit.
Nemeria si sentiva sola. Anche se le loro ombre si sovrapponevano, non percepiva alcun conforto. Si calcò la maschera della leoncina di fuoco sul viso e sorrise. Scambiò quattro chiacchiere con il parrucchiere, curiosò per gli scaffali del negozio di Hua prima di chiederle le solite lenti nere e poi andò da Arsalan.
- Cosa ti ha fatto cambiare idea? Mi sembravi convinta la volta scorsa. -
- Ho pensato che un serpente non mi si addice molto. Fai avere il conto a Tyrron, comunque: il disegno l’hai pur sempre fatto. -
Lo salutò con la promessa che sarebbe tornata quando avesse deciso cosa tatuarsi.
Non aveva fatto in tempo a mettere piede in casa che udì il latrato di due cani. Giunta in giardino, vide che avevano il manto nero, lucidissimo, e la testa grossa, come se gliel’avessero conficcata a forza tra le spalle.
- Sono dei mastini illyrici di razza. Non credo che il caracal riuscirà mai ad avvicinarsi. - le disse Behrouz.
- Come sta Batuffolo? - chiese Nemeria.
- Si è nascosto da qualche parte. Vuole che glielo cerchi, aghà? -
- No, lascialo stare. Magari passo dopo. -
Diede ordine a una delle serve di prepararle la vasca e si abbandonò a mollo nell’acqua calda. Quando vennero a chiamarla per la cena, fece finta di non sentire. Non aveva appetito, essendo il suo stomaco già pieno di amarezza. Si sciacquò di tutto lo sporco che aveva addosso, sfregando con un po’ più di gentilezza sui graffi.
Quando entrò in camera, Noriko non c’era. Sul letto, però, si era appollaiato un piccolo corvo. A Nemeria bastò uno sguardo per capire che non era un animale normale.
Domani venite da me al campo dell’aria.
Nemeria annuì. Poi Sayuri aprì le ali e volò fuori dalla porta.
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Whispering Wind
FantastikSECONDO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" L'adolescenza è l'epoca in cui l'esperienza la si conquista a morsi. (Jack London) Sono passati quattro anni dalla fine del torneo e Nemeria ha una nuova vita. Lei e Noriko sono tra le più famose gladiatrici di Kala...