Il vento del cambiamento [1/5]

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Il vero cambiamento, la vera rivoluzione avviene abbandonando il noto per l'ignoto... ; sostituire al noto qualcos'altro che conosciamo non è un cambiamento.
Krishnamurti

- Ne sei sicura? -

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- Ne sei sicura? -

Nemeria annuì e la seguì qualche passo indietro. Non che le servisse davvero, ormai ricordava la strada a memoria per quante volte c'era andata, ma le piaceva che fosse Noriko a guidarla.

Attraversarono il Quartiere della Pietra all'ombra delle case fatiscenti, fino al vicolo che conduceva alla bottega. L'insegna "Arsalan, tatuaggi e decorazioni per il corpo" cigolava smossa da un vento che, oltre ad alzare il fetore di urina ed escrementi, non rinfrescava affatto. Per quanto Nemeria fosse abituata, quel lezzo era così forte da farle lacrimare gli occhi.

- Certo che potrebbero dare una pulita. Attirerebbero più clienti. -

Con la mano davanti alla bocca, la voce le uscì in un buffo suono nasale.

- I clienti li hanno comunque. E quelli più ricchi non entrano certo da qui. -

- E perché noi sì? Siamo famose adesso! -

- Quando avremo più soldi di Tyrron ne riparleremo. -

Prima che Nemeria potesse ribattere, Noriko suonò il campanello. L'uccello meccanico emise un lungo verso gracchiante, agitando le ali e la testa in modo convulso finché la porta non si aprì sbattendo. Il contraccolpo contro il muro la fece vibrare tutta.

- Se Arsalan non cambia quel maledetto aggeggio, giuro che lo strozzo. - ringhiò Asuka e il suo sguardo carico di risentimento indugiò sul campanello prima di appuntarsi su di loro, - Oh, finalmente siete arrivate. Credevo che il prezzo vi avesse spaventate. -

- L'unica cosa che mi spaventa è l'odore che c'è qui fuori. - rispose Nemeria.

- Io non sento niente. Entrate pure. -

La luce all'interno era soffusa e l'aria permeata dal profumo degli incensi. Le candele bruciavano dentro lanterne di carta, rischiarando la penombra fumosa.

Nemeria si tolse i sandali, inspirando a pieni polmoni la fragranza di zenzero, limone e muschio, e si sedette, imitata da Noriko.

- Dopo quattro anni che vieni qui, hai imparato la giusta postura. - Asuka le batté una pacca sulla spalla, - Se venissi nell'Ukiyo-e ora, potresti quasi passare per una di noi. -

- Quasi? -

- Ti mancano i vestiti e il portamento. Sembri un uomo quando cammini. -

Nemeria scrollò le spalle e alzò il mento, facendo finta che quel commento non la toccasse più di tanto.

- Dubito che potrebbero scambiarla per un uomo, Asuka. -

Noriko afferrò la treccia di Nemeria e la spostò sul davanti, facendola ricadere delicatamente sul petto. I capelli, di un nero lucente e uniforme, le scivolavano lungo tutto il seno fin quasi a sfiorare la coscia.

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