Punto di rottura[3/3]

331 41 40
                                    

Quando tutti si furono accomodati, afferrarono le lunghe aste e se le poggiarono sulle spalle. Nemeria si mise a sedere e si reclinò su un lato. Camminare era bello, ma attraversare Kalaspirit così la faceva pensare al mare, al dondolio delle onde che si infilavano sotto la chiglia di una nave, alzandola e abbassandola, anche se non ci aveva mai messo piede. Lo stomaco gorgogliò di nuovo.

- Sei affamata. - commentò Noriko.

Nemeria sussultò, colta di sorpresa.

- Sì. Ehsan mi ha detto che ci sarà un banchetto. Sono ore che ci penso. -

- Capisco. Speriamo che le portate siano di tuo gradimento, allora. -

Appoggiò il mento sul palmo e girò la testa dall’altra parte senza aggiungere altro. Nemeria fece lo stesso. L’aria vespertina cristallizzò le lacrime in un velo semitrasparente.

Quando entrarono nel Quartiere dell’Ambra, i negozi avevano già chiuso, ma le lanterne erano ancora accese e illuminavano la via degli Usignoli a giorno. C’era ampio spazio tra una casa e l’altra e tutte le strade che Nemeria riusciva a vedere erano abbastanza larghe da ospitare un piccolo mercato. La prima volta che ci era stata era una bambina che doveva combattere anche per la buccia d’una pesca. Mai avrebbe pensato di tornarci come la gladiatrice più famosa di Kalaspirit.

Si fermarono davanti a una delle ultime ville. La pietra bianca della facciata era lucida come marmo smaltato e brillava attraverso la rete di ortensie che la ricopriva.

- Benvenuti. -

Delle quattro ragazze che avevano varcato il cancello, solo una si era fatta avanti. Tutte avevano fermato i capelli in una treccia ben stretta, ma lei era l’unica a indossare tunica e calzoni azzurri, e non arancioni. Li accompagnarono oltre i cancelli, lungo il vialetto che attraversava il giardino fino all’entrata di casa.

- Seguitemi, i padroni stanno aspettando. -

Nemeria lasciò il mantello nelle mani di una delle serve e procedette spedita dietro Tyrron. Camminava tranquillo, per niente impressionato dalle statuette d’oro e dai pavimenti a mosaico che cambiavano di stanza in stanza, mentre lei non riusciva a smettere di roteare gli occhi. Sperava che la guardasse ancora. Il solo pensiero le causò uno sfarfallio al cuore.

Arrivarono in una stanza più larga che profonda. Un tappeto intessuto con motivi geometrici rossi e bianchi ricopriva l’intero pavimento. Era l’unico arredo presente.

La loro guida si staccò e chinò il capo, spostando di lato la tenda. Il giardino li accolse con un sospiro che profumava di glicini e gelsomini. Nemeria seguì Tyrron, cercando di contenere lo stupore, ma la curiosità la tradiva. Le sembrava impossibile che nello spazio di quelle quattro mura potessero esserci così tanti fiori. I canali di pietra in cui scorreva l’acqua si incrociavano nel centro, vicino al tavolo di cedro dove sedevano i padroni di casa.

Atash si alzò e li salutò con un cenno del capo: - Tyrron. Elegante come sempre. -

- Sei molto gentile, ma io mi vesto sempre nello stesso modo. Solo per stasera ho tirato fuori il turbante delle grandi occasioni. Il bianco mi fa sembrare più raffinato di quello che sono.  -

- Un grande saggio diceva che la semplicità è uno dei più grandi tesori della vita. Io non posso che convenire, anche se molte donne potrebbero non essere d’accordo. - indicò con un ampio movimento del braccio le sedie vuote, - Accomodatevi. Siete i benvenuti alla mia tavola. -

Nemeria prese posto dove le indicò, mentre una serva le versava un po’ di vino. Sentì gli occhi di Atash su di lei. Era uno sguardo aperto, che pesava sulle sue spalle come un mantello di lana ruvida. Scosse la testa per ravvivare i capelli, spalle e mento dritti, e sorseggiò il vino dal calice.

Whispering WindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora