Capitolo 23.

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«Sì, mamma, sono appena uscita
Mi lascio alle spalle l'ambasciata italiana di Seoul e mi incammino verso quella che è l'entrata per la metropolitana.
Mia madre, dall'altro capo del telefono, è in uno stato d'animo di disperazione mista a rabbia.
«La prossima volta, invece di prendere una decisione come questa, ragiona con il cervello!»
Va avanti a sbraitare, rivolgendosi di tanto in tanto a mio padre, che a quanto pare è nella sua stessa stanza.
Già me lo immagino, seduto sulla sua poltrona con la sigaretta elettronica tra le mani. Gli occhi chiusi, con la speranza che anche le orecchie possano fare lo stesso per non ascoltare più le mille preoccupazioni di mia madre.

«Mi sembrava strano, non è da te rimanere a casa per troppo tempo
Ha ragione, lo sappiamo entrambe.
Subito dopo il diploma ho cambiato città per studiare all'università, e dopo la laurea ho preso un volo diretto per il Giappone.
«Lo sai che starei lì anche tutta la vita, sdraiata sul divano, a guardare programmi trash, ma la mia parte avventuriera prevale sempre su quella pigra» rispondo.
«Io, veramente, non so da chi tu abbia preso
«Ora devo andare, ci sentiamo domani
«Sì, sta' attenta
«Buon anno, ancora!»

Mi stiracchio, sdraiata su una coperta al centro della stanza, e sento subito il mio stomaco brontolare.
A Capodanno, in effetti, una torta alla panna non sarebbe affatto male.
Decido, allora, di uscire ed avviarmi in una qualsiasi pasticceria o caffetteria per godermi un po' di tranquillità con me stessa.
Il quartiere, anche di giorno, è tranquillo ma particolarmente animato.

In lontananza scorgo uno Starbucks e, nonostante non sia una grande fan, me lo farò andare bene.
Attraverso la strada, tenendo stretta la mia borsa a tracolla e schivando abilmente le persone che camminano accanto a me. Poi, non appena mi fermo, dopo aver attraversato, un cartellone pubblicitario si presenta davanti a me. Sarà alto più di cinque metri e occupa l'intera facciata del palazzo. Su di esso, sette ragazzi presentano il nuovo modello di LG.
Deglutisco.

Assurdo.

La loro fama, qui, si sente molto di più.
Comunque, non sono uscita per sfamare la fangirl che è in me, piuttosto il mio stomaco.
Sento già il sapore di una torta alla panna con fragole, accompagnata da un americano freddo nella mia bocca, quando qualcuno mi chiama, alle mie spalle.
Mi giro.
«Sunbae?»
Annusce, si guarda attorno e mi afferra un polso.
«Andiamo.»
Mi ribello, oggi è il mio giorno libero e non vorrei pensare a lui o al lavoro.
«Lasciami, devo mangiare.»
Devo seguire le mie priorità, dopotutto.
Un brontolio esce dal mio stomaco, ancora.
«Dobbiamo andare, non insistere.»
Strattono il braccio e mi libero allontanandomi il più possibile da questo matto psicopatico.
«Vuoi che chiamo la poliz-»
«Kim Namjoon è in quella macchina e vuole parlare con te.»

Oh.

Effettivamente, andarmene senza dire niente a nessuno non è stata la migliore scelta mai presa da quando sono qui.
Glielo avrei detto, comunque, prima o poi.
Insomma, è stato lui a portarmi qui, di sua spontanea volontà, con l'intento di volermi tenere più vicino a sé. Il minimo che posso fare è tenerlo aggiornato sui miei spostamenti.

«Mi segui, per caso?» chiedo, mettendola sul ridere.
Non ricevo alcuna reazione, anzi, rimane immobile con lo sguardo fisso davanti a sé.
È arrabbiato, forse?
«Una volta, per telefono, ti chiesi se avrei mai finito di rincorrerti» lascia la frase in sospeso.
«È successo due settimane fa.»
Si toglie gli occhiali da sole e subito i suoi occhi stanchi mi fanno ammutolire. Non penso di averlo mai visto in queste condizioni.
«A quanto pare non finirò mai di farlo» termina.
La macchina si sposta mettendosi sulla carreggiata, diretta chissà dove.
Mentre mi perdo a guardare la strada fuori dal finestrino, non mi accorgo di Namjoon che, lentamente, avvicina alla mia faccia lo schermo del suo telefono.
«Ti ho mandato dodici messaggi e chiamato ben nove volte.»

Oh, giusto, il telefono.

«L'ho spento stamattina dopo essere stata all'ambasciata italiana» mi giustifico.
«Sei stata all'ambasciata? Perché?» il suo tono di voce è molto più alto rispetto a prima, quasi disperato.
Guardo altrove, abbastanza fiera della sua reazione, ma forse dovrei esserne più preoccupata. Almeno, sono riuscita a catturare la sua curiosità.
«Mi sono trasferita, ho dovuto compilare alcuni documenti.»
«T-trasferita?!»
Per un attimo sembra scioccato, immobile, con occhi e bocca socchiusi.
Poi, alcuni secondi più tardi, si rilassa.
«Dio... Pensavo te ne fossi andata, sul serio.»
Appoggia la testa sulla mia spalla e lascia andare un forte sospiro di sollievo.
«Yah! Avresti dovuto dirmelo. Perché vuoi sempre fare tutto da sola?»
Gli accarezzo leggermente i capelli, titubante, ma non mi spingo troppo oltre.
«Ho bisogno della mia indipendenza, lo sai.»
«Quando non ti ho trovata, stamattina, al dormitorio, sono andato nel panico. Dove può andare, proprio la mattina dell'anno nuovo, tutta sola? Mi sono chiesto» fa una pausa per scuotere la testa.
«Ho pure svegliato Hobi-hyung, il quale era molto preoccupato.»
Non rispondo per il senso di colpa. Non mi capitava da molto tempo, ma il fatto di importare così tanto a qualcuno mi ha reso impotente, ormai.
«Sono passato all'agenzia, e lì mi hanno detto che avresti avuto la giornata libera. Jungkook-ah, Jin-hyung e Taehyung-ie erano nei loro appartamenti, quindi non potevano aiutarmi.»
«Non scapperò più, promesso» dico, alla fine.
«Inviami tutti i documenti relativi alla tua nuova casa, e potrei pensare di perdonarti.»
Si alza dalla mia spalla e mi guarda dall'alto con aria di superiorità.

Il solito dominatore, vedo.

«E se non lo facessi?» lo provoco.
«In tal caso, dovrò estorcerti qualche informazione con la forza... O con l'inganno. Cosa preferisci?»
Si sporge verso di me, mentre con una mano mi tiene fermo il volto.
Mentre mi preparo per l'avvenire, però, Soohyuk, dai sedili anteriori, ci ricorda della sua presenza con un colpo di tosse.
Entrambi, quindi, ci mettiamo composti al nostro posto.
«Quando torno, tra quattro giorni, sei obbligata a mostrarmi casa tua.»
«Ma-»
«È un ordine» mi fa l'occhiolino e si rimette gli occhiali da sole.


🕶          🕶          🕶

Hey!
Più di mille parole, mi sento abbastanza soddisfatta.
Ebbene, ora sulla coppia felice ha un posto "privato" dove fare le zozzerie. Che succederà? *si sfrega le mani come se fosse una mosca*

Scherzi a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto e alla prossima!

Ah, l'era di Love Yourself è ufficialmente over.
Qualche lacrima da versare, ne abbiamo?

Blind Date // Kim NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora