Capitolo 31.

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«Dove vai?» chiede Hosung, dal suo balcone.
Sbuffo e mi sistemo la visiera del cappellino sulla fronte.
«Non sono affari tuoi, ficcanaso.»
Spegne la sigaretta e si appoggia con entrambe le mani alla ringhiera, poi si sporge in avanti.
«Hai grandi piani per stasera?»
Aggrotto le sopracciglia.
«Hai per caso installato un microfono in casa mia?»
Il ragazzo si mette a ridere, scuote la testa e mi guarda con aria innocente.
«Chiedevo soltanto.»
Mi stringo nelle spalle e mi incammino. È solo un ragazzino, lui e le sue fantasie non mi scalfiscono più di tanto.

Entro nello stabile indicato dall'indirizzo sul mio cellulare e mi guardo intorno, un po' spaesata.
Grandi vetrate mi circondano, alte chissà quanti metri, e il pavimento sotto di me brilla da quanto è pulito.

«Signorina, ha bisogno di qualcosa?»
Una giovane donna fasciata da un tailleur con tanto di foulard al collo mi si para davanti, impedendomi di proseguire.
«Ah, sono qui per-»
«È l'addetta alle luci.»
Un Sejin tutto sudato e affannato si fa strada verso di me, indicando con entrambe le mani il corridoio alla mia sinistra.
«Da quella parte» dice, e subito vengo trascinata via.
Gli porgo un fazzoletto e lui ringrazia, ma non sembra comunque molto felice di vedermi.
«Quel Namjoon...» inizia, tamponandosi il fazzoletto sulla fronte. «È un bravo ragazzo, ma a volte ne combina delle belle.»
Non appena finisce la frase, vengo colpita da luci intense e dal brusio di dozzine di persone.
«Tocca a lui proprio adesso.»

Da lontano, lo vedo posare davanti ad alcuni fotografi, che gli puntano addosso i flash delle loro fotocamere. Si siede, poi si passa una mano sul mento, ancora si alza e guarda dietro di sé.
Rimango incantata dalla sua sicurezza e dalla sua bellezza.
È la prima volta, da quando stiamo insieme, che lo vedo così truccato e sistemato, e ciò mi provoca uno strano effetto.
Sento improvvisamente le guance andarmi a fuoco e un fastidio al petto. Spero solo che non venga verso di me, altrimenti potrei svenire sul serio.

Invece, una volta finito il suo turno, lo fa: viene verso di me.
Quella visione mi uccide. Si toglie lentamente la giacca, rimanendo con la camicia bianca, mentre una cintura evidenzia i suoi fianchi e le sue cosce fasciate da pantaloni eleganti neri.

Oh, no. Eccolo che arriva. Cosa faccio? Lo saluto? Lo abbraccio? Gli stringo la mano? Gli stendo un tappeto affinché non possa scivolare sulla mia bava?

Arriva a pochi centimetri da me ma, invece di fermarsi, mi supera e raggiunge la postazione per il trucco.

Rimango spiazzata, con le mani ancora intrecciate davanti al petto e gli occhi spalancati.
Poi, quando meno me lo aspetto, ricevo un messaggio sul mio cellulare.

"Raggiungimi nella sala costumi."

Probabilmente, ero solo ciò che speravo.
Mi guardo intorno, Namjoon è già sparito.
Mi accerto, quindi, che nessuno mi stia né guardando, o tantomeno seguendo e me ne vado.

«Perché mi hai fatta venire qui?» chiedo, curiosa, nascondendomi nella rientranza di una porta antincendio.
Namjoon inclina la testa e riesco a sentire sensibilmente la temperatura salire. Si lecca le labbra e tiene la bocca socchiusa, sfoggiando tutta la sua sensualità.
Se continua così, tra pochi secondi mi ritroverà sciolta sul pavimento.

«Davvero non lo sai?»
Scuoto la testa, inerme.
«Allora te lo spiegherò più tardi.»
Mi lascia così, nella sala costumi, con gli ormoni alle stelle e mille dubbi per la testa.

«La ringrazio» dico a Sejin, che sta guidando l'auto con la quale ha accompagnato me e Namjoon fino a casa sua.
Quest'ultimo preme il cappellino sulla mia testa, affinché io non sia riconoscibile.
«Vai avanti tu, io ti raggiungo tra cinque minuti.»
Faccio come mi è stato detto e chiudo la portiera dell'auto a seguito di un veloce inchino.

Come al solito, l'appartamento di Namjoon è ordinato e pulito. Questa volta, almeno spero, non ci saranno altri sei a ragazzi a rovinare l'atmosfera, lasciando la scena solo a noi due.

Non appena mi siedo sul divano, sento la porta d'entrata aprirsi con un sonoro "beep", poi la voce di Namjoon si fa largo per tutta l'abitazione.
Sta canticchiando allegramente il ritornello di "Trivia: Love" e non ho la minima intenzione di fermarlo.
Infatti, sono rari i momenti in cui lo sento cantare spontaneamente e, per questo motivo, rimango immobile con le orecchie bene aperte.

«You make I to an O, shit. I to an-» si ferma quando si accorge di me che, dal divano, lo guardo con la bocca socchiusa dallo stupore.
Si avvicina e mi lascia un veloce bacio a stampo poi, con la fronte appoggiata sulla mia, finisce la sua canzone. «I hope you feel the same, woman
Sorrido.
«Love

Mi alzo in piedi, nonostante si trovi comunque più in alto di me, data la sua altezza, e aspetto che mi dia delle spiegazioni.
«Pensavo avessi calcolato i giorni» dice, tranquillo, mentre si avvia in cucina.
«Vuoi qualcosa da bere? Ho comprato del vino.»
«Magari più tardi, ma... Cosa c'entrano i giorni?» chiedo, più confusa di prima.
«I cento giorni, no?»
«Cento giorni?»
Annuisce. «Proprio oggi.»

Mi fermo un attimo a riflettere, poi improvvisamente mi ricordo a cosa si riferisce.

«So che non dovrebbe importarmi molto... Insomma, sono adulto ormai, ma è la prima relazione che riesco a portare fino a questo punto e mi sarebbe piaciuto festeggiare in questo modo.» Si appoggia al bancone con i gomiti e si regge la testa con le mani, infine sorride con tanto di fossette.

«Devo fare una telefonata.»


💯 💯 💯

Ehilà!
Avrei voluto aggiornare ieri sera, ma ero troppo sconvolta dopo aver finito l'ennesimo kdrama *sospira*
Anyways, che cosa avrà in mente il nostro leader per festeggiare i 100 giorni? Ehehe.
(Invece di festeggiare ogni mese, i coreani solitamente festeggiano i 100,200,300 giorni insieme, però è più usato tra i giovani o tra le persone che hanno meno di 25 anni).
Per altri dubbi o perplessità, provvederò a chiarire! ;)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto e alla prossima!

Non ho niente da scrivere nel P.S. :(

Blind Date // Kim NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora