Capitolo 28.

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«Sì, la voglio sapere anche io.»

Rimango immobile sul posto e sento il sangue gelarsi nelle vene.
Quando mi sono alzata dal tavolo, non sembrava mi stesse prestando attenzione, quindi non avrei mai pensato che ci avrebbe seguito.
Scrollo le spalle per guadagnare tempo. In realtà, vorrei solo scomparire.

Inventati qualcosa, ti prego.

«Volevo sapere...»
Namjoon inclina la testa e aspetta che io finisca di parlare. Non sembra convinto, ma è sicuramente incuriosito.
«...Quando sareste tornati, questa volta.»
Trattengo il fiato non appena termino la frase. È stata l'unica ragione plausibile che mi sia venuta in mente.
Namjoon sembra esitare.
«E c'era bisogno di chiederlo a Jimin? Avresti potuto chiederlo direttamente a me.»
Ha ragione, ha sempre ragione.

Fortunatamente, Jimin arriva in mio aiuto.
«Chiaramente voleva farti una sorpresa, giusto?» appoggia una mano sulla mia schiena e mi sorride.
Annuisco, un po' titubante, ma facendo finta che vada tutto bene.
«E poi perché ti sei alzata dal tavolo? Sei stran-»
«Hyung, insomma, da quando sei diventato così curioso?»
Il maggiore scuote la testa, poi esce dalla stanza lasciando me e Jimin da soli.
«Scusa, ho fatto del mio meglio» si stringe nelle spalle e se ne va anche lui.

Non sono riuscita a chiedergli quella cosa, però.

Non sono nemmeno riuscita a salutarlo per bene; un cenno con la mano attraverso il finestrino ed era già sparito.

Sospiro mentre striscio i piedi per terra, sull'asfalto. È sempre un trauma doverlo lasciare andare, vederlo partire e magari non poterlo vedere per una dozzina di giorni. Non che la cosa mi dia particolarmente fastidio, ma ogni tanto mi piacerebbe essere un po' più egoista, vorrei dirgli "Non andare" e vederlo restare. Ma non posso. Non posso comportarmi in questo modo, devo fare in modo che le cose tra di noi siano chiare e semplici.
Mi fermo in mezzo al marciapiede.
Chiare e semplici?
Se lo fossero state davvero, in questo momento probabilmente non mi troverei in questa situazione. Sola, per strada, mentre mille domande mi attanagliano la mente.

«Ah, devo andare a comprare del cibo per stasera» dico a bassa voce mentre attraverso le strisce pedonali.
Una coppia di ragazzi mi guarda di sfuggita, probabilmente stanno dubitando della mia sanità mentale.
Da quando vivo di nuovo da sola, mi sono ricordata di quanto sia frustrante e stancante dover uscire di casa per procurarmi qualsiasi bene di prima necessità. Solitamente mi piace ordinare cibo a domicilio ma, dato che sono già fuori, credo farò un'eccezione.

Entro nel negozio e saluto passivamente il ragazzo alla cassa, che sembra non voler staccare gli occhi dallo schermo del suo telefono.
Viva la professionalità, insomma.
Passo tra gli scaffali e prendo del riso precotto, alcuni pacchi di ramen e del latte. Basteranno fino a domani.
Una volta alla cassa, il commesso mi guarda e alza un sopracciglio.
«Ah, tu sei la mia vicina di casa!»
«Ci conosciamo?» chiedo, sorpresa dal suo entusiasmo.
Annuisce con enfasi, blocca il telefono e comincia a passare la mia spesa sul lettore di cassa.
«Riesco a vedere il tuo soggiorno dal mio balcone!»
Mi sento improvvisamente violata nel profondo, ma decido di lasciarlo parlare in ogni caso.
«Ho lasciato da parte delle tende, così da potertele dare.»
Si allontana dalla sua postazione, per poi tornare un minuto dopo con una busta.
«So che non ci conosciamo, ma gradirei se le accettassi. Mi diverto a guardarti mentre ti disperi guardando la televisione, o mentre balli e canti con il telecomando, ma...»
Mi sta confondendo sempre di più, non pensavo di essere così osservata.
«... Ma credo che un paio di tende potrebbero farti comodo.»
Mi porge la busta, insieme al sacchetto di plastica con la spesa, e sorride.
Ora sembra un po' impacciato, e credo anche che sia più giovane di me, dato il suo modo di vestire e il suo taglio di capelli.

Ringrazio con un inchino e, dopo aver pagato, mi avvicino all'uscita per poter tornare a casa, anche se un po' frastornata.
Non mi aspettavo di certo che una cosa del genere potesse succedere a me. I coreani appaiono molto chiusi, riservati, raramente parlano agli sconosciuti, soprattutto se sono stranieri. Ovviamente, però, ci sono anche le eccezioni.

«Ti ringrazio molto, spero di poterti offrire un caffè, in cambio.»
Scuote la testa. «Va bene così!»
«Allora vado.»
«Accertati di metterle bene...»
Mi volto nella sua direzione non appena capisco che non ha ancora finito di parlare.
«... Così non corri il rischio che il tuo ragazzo venga riconosciuto da qualcun altro.»


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Ehilà!
Ci voleva un colpo di scena lol (come se l'ultimo non fosse bastato)
Quindi, ora abbiamo un nuovo personaggio un po' spione, devo solo trovare un nome da dargli 🤔

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto e alla prossima!

P.S.: stream All Night 💜 perché è troppo bella (e poi sugaxrm è un duo da infarto scusate)

Blind Date // Kim NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora