Capitolo 24.

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Premo invio e, d'istinto, lancio il telefono sul letto senza neanche guardare.

Tra poco sarà qui, lo so.

Come se non fossi già abbastanza nel panico, mi metto a fare avanti e indietro per l'appartamento semi vuoto.
Gli unici mobili, ora, sono il letto, la televisione, un tavolo con due sedie e, ovviamente, la cucina.
Non c'è molto da mettere in ordine, in realtà, quindi mi fermo e respiro.

Respira, calma.

Non riesco a non pensare a quale sarà la sua opinione sulla casa, cosa dirà sulla zona, sul quartiere, sulla scelta dei mobili. Sicuramente, poi, avrà da ridire sul fatto di vivere da sola.
Mi immagino già il suo "Saresti potuta venire a vivere da me."

No, non se ne parla.

Placo di nuovo lo scorrere dei miei pensieri e mi affaccio alla finestra, ansiosa, per assistere al momento del suo arrivo. Il mio telefono emette un suono, torno indietro e controllo.

"Bene, sono lì vicino! :)"

Mi cedono le gambe e sono costretta a sedermi sul pavimento. Non reggerò così per altri dieci minuti, ne sono sicura.
Saremo da soli, tra l'altro. Non posso mai sapere cosa passa per la mente di quel ragazzo, dovrei almeno essere psicologicamente pronta. Ma, in realtà, non credo lo sarò mai.

«Ah, è piccola» dice mentre, indaffarato, si toglie la giacca e il cappello.
Incrocio le braccia al petto e lo seguo nella stanza.
«Scusa, Mr. Popolarità, se sono povera» mi difendo.
«Però mi piace, è carina.»
Si siede sul mio letto, arrivato giusto stamattina, e accarezza il piumone.
«Certo, con qualche complemento di arredo in più... Ad esempio, là in alto ci starebbe benissimo un orologio moderno, di quelli con le lancette grandi.»
«Capo Nam» lo richiamo, risvegliandolo dalle sue fantasie da interior designer. «Una cosa per volta, okay?» preciso, sedendomi accanto a lui.
Namjoon, allora, si sdraia accanto a me e si massaggia la pancia.
«Ho una fame da lupi.»
«Ah, vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?» chiedo, controllando l'ora sul mio telefono, il quale però mi viene subito strappato dalle mani. Scuote la testa e mi afferra il polso.
«La mia cena è già qui.»

Oh. No. Lo sapevo.

Mi tira verso di sé e mi ritrovo, in pochi istanti, seduta sopra di lui. Arrossisco istintivamente e faccio di tutto per coprirmi la faccia.
In pochi secondi mi ritrovo senza maglietta, con un semplice reggiseno a coprirmi il petto.
Inverte le posizioni, mettendosi sopra di me, mentre sussulta e si ritrova indeciso su dove mettere le mani, evidentemente troppo coinvolto dall'euforia del momento.
Inizia a svestirsi anche lui, levandosi la maglia lentamente, ma si ferma prima che le sue mani possano raggiungere i pantaloni.
Allora mi faccio avanti io, allungando le mani tremanti verso la cintura e respirando affannosamente sulla sua spalla.
Mentre armeggio con difficoltà la fibbia, mi fermo ad ammirare lo spettacolo naturale del suo petto e del suo torace che, nonostante non siano particolarmente definiti, hanno un qualcosa di affascinante.
Slaccio, alla fine, il bottone e la zip sentendo subito il calore della sua erezione, attraverso i boxer, arrivare fino alle mie mani.
Però mi ferma.
Lo guardo confusa, mentre indietreggia, e di conseguenza mi metto seduta davanti a lui.
«Che succede?» chiedo, cercando di regolare il respiro.
«Il p-preservativo. Non ce l'ho.»
Sbianco di colpo. Ha ragione.
Mi copro il petto il meglio che posso, mentre con l'altra mano cerco la maglietta tolta poco fa.
«L'ho dimenticato» dice, in preda alla frustrazione.
Si preme una mano sulla patta dei pantaloni, premendo verso il basso, ed emette un ansimo a denti stretti.
«Posso comunque occuparmene, se proprio non resisti» allungo le mani verso le sue, nonostante sia estremamente in imbarazzo.
Scuote la testa e mi afferra il volto tenendolo tra le mani mentre mi guarda dritto negli occhi.
«Non mi considererò soddisfatto finché non ti avrò mia per una notte intera, fino allo stremo delle mie forze.»
Rimango spiazzata, sia dal modo sfacciato con cui parla, sia dalla sua naturalezza nel farlo.
Mi alzo in piedi e lascio la stanza troppo imbarazzata per sostenere la sua presenza.
«Take it off now girl, just take it off...» canticchia, mentre lo sento venire verso di me.
«I can help you slide those pant-» lo fermo parandomi davanti a lui con una scopa in mano.
«Sei un pervertito senza scrupoli!» faccio per colpirlo, ma mi blocca e scaraventa altrove la mia arma improvvisata.
Il suo fisico, ora contratto, sembra brillare di luce propria.
«Potrò anche avere un quoziente intellettivo sopra alla media, ma ho le stesse necessità di qualsiasi altro uomo.»
Mi circonda il torace nudo con un braccio. La sua pelle brucia contro la mia e mi fa venire la pelle d'oca.
«Rassegnati» dico, alla fine, non potendo più sopportare quell'aria non adatta ai minori.
«La prossima volta dovrai prepararti meglio.»

Mi sveglio a causa del suono del campanello che, ripetutamente e insistentemente, rimbomba tra le pareti del mio appartamento.
Mi alzo trascinando la coperta fino alla porta, poi apro senza neanche guardare lo schermo del citofono.
«Kim Soohyuk-ssi?» chiedo, sorpresa, mentre mi stropiccio gli occhi.
«Non mi pagano abbastanza per questo» si lamenta.
Mi porge un sacchetto di plastica scuro e un bicchiere di caffè.
«Sono venuto a prenderti per andare al lavoro.— sospira e si passa una mano sul volto— Ordini dall'alto.»
Rimango confusa e immobile per un po', poi nella mia testa appare l'immagine di me, ieri, mentre spegnevo tutte le sveglie sul mio telefono.
«Oh, no.»

Quando esco dal bagno, un quarto d'ora dopo, nonostante i miei capelli non vogliano prendere forma, Soohyuk è ancora al centro della stanza.
«Sono pronta.»
Si dirige verso l'ingresso e fa per aprire la porta, ma lo fermo con una domanda.
«Cosa c'è in quel sacchetto scuro?»
Mi guarda e sogghigna.
«Preservativi.»

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Ehilà!
Mi dispiace dirlo, ma non credo sarò mai in grado di scrivere una scena 'piccante' *giggles*
Ci ho provato, comunque.
Spero di riuscire ad aggiornare presto :/

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto e alla prossima!

P.S.: I love you 3000 💜

Blind Date // Kim NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora