Capitolo 32.

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«Oh, certo, fai pure» risponde con tono calmo, nonostante sia visibilmente confuso.

Mi affretto a correre verso una delle stanze più distanti dal soggiorno: il bagno.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo sul bordo della vasca lussuosa di Namjoon.

Faccio un respiro profondo, ma non serve granché, dato che il cuore potrebbe uscirmi dal petto da un momento all'altro.
Compongo il numero di Hosung e aspetto che il telefono squilli ma, nonostante la mia insistenza, il ragazzo non risponde.
«Andiamo, rispondi!» sussurro, mentre il mio piede comincia a picchiare ripetitivamente sul pavimento.
Faccio per richiamarlo, finché la voce di Namjoon mi giunge dall'altra parte della porta.
«Hai bisogno di una mano?»

Una mano? Pfft! Una mano dal cielo, vorrai dire.

«A-ah, no. Tutto bene, arrivo subito» provo a rassicurarlo, nonostante il tremolio nella mia voce.
Rivolgo uno sguardo disperato allo schermo del mio telefono, che sembra addirittura avere problemi di segnale.
«Allora ti aspetto in cucina, ho fatto preparare qualcosa di buono.»

Finalmente, dopo alcuni miei messaggi insistenti, Hosung mi richiama.
«Noona, che succede?» risponde innocentemente.
Mi alzo in piedi, come se potesse vedermi, e punto un dito contro lo specchio.
«Tu lo sapevi, non è così?!» lo accuso.

Ovviamente, doveva sapere già tutto; altrimenti, questa mattina, non avrebbe fatto così tante domande sui piani della mia giornata.
Non pensavo che potesse esserci qualcuno di così ossessivamente interessato alla mia relazione, a parte me, ovviamente; ma a quanto pare mi sbagliavo.

«Come facevi a saperlo?!» continuo, sconvolta.
Se fino a poco fa i miei capelli potevano essere considerati decenti, sicuramente ora non lo sono più, date le volte in cui mi sono passata le mani tra di essi.
«Perché ho già scritto tutto nel mio libro.»
«Tu sei pazzo.»
«Noona, avresti dovuto leggerlo tutto; ma non l'hai fatto. L'avresti saputo, altrimenti» spiega.
In effetti, non è stato molto gentile da parte mia leggere solo il primo capitolo, per poi abbandonare il resto sul ripiano della cucina per giorni.

«Comunque» continuo. «Ho bisogno di sapere cosa fanno le coppie per festeggiare i cento giorni, non credo di essere pronta a eventuali sorprese.»
«Beh, di solito si va al ristorante oppure si fa un picnic, si passeggia lungo il fiume, tra i negozi, si va al cinema, cose così...» fa una pausa di qualche secondo, poi riprende a parlare. «Ma ovviamente voi non potete fare tutto ciò, quindi sarà qualcosa di più... Appartato?»
«Hosung-ssi, cosa stai cercando di dirmi?»
Comincio a innervosirmi, soprattutto perché non capisco come io debba comportarmi. Immagino sia come festeggiare l'anniversario, o qualcosa del genere, ma non sono più abituata a questo genere di cose.

«Dico solo che, per festeggiare, lui avrà pensato a comprarti un regalo, e di conseguenza si aspetterà qualcosa da te... Ma tu non hai niente, giusto?»
Stringo i denti e chiudo gli occhi, maledicendo me, Hosung, e i cento giorni.
«Sei appena entrato a far parte della mia lista nera.»
«Noona, non essere così drammatica.»
«Anzi, sai che ti dico? Scriverò volentieri il tuo nome sul Death Note, un giorno» e chiudo la chiamata.

Mi guardo allo specchio e vorrei scomparire. Proprio oggi, tra tutti i vestiti decenti, ho scelto quelli meno adatti.
Se davvero Namjoon dovesse aspettarsi qualcosa da me, allora dovrà lavorare un po' con la fantasia, perché altrimenti potrebbe rimanerci male.

«I capelli, almeno quelli» sussurro prendendo dal polso un elastico scuro. «Ai ragazzi piace la coda di cavallo, giusto?»
Comincio a pettinare i capelli, ma mi fermo prima che possa raccoglierli tutti insieme.
«No, troppo sfacciata!» mi copro la faccia con le mani e mi accuccio accanto al lavandino.
Poi, però, mi tiro uno schiaffo sulla guancia e torno in piedi.
«Devo tornare da lui, devo stare tranquilla. Andrà come deve andare.»

Blind Date // Kim NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora